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N. 2.557 - ore 17:00 - Giovedì 20 Dicembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Per la Toscana del vino, una delle Regioni di riferimento del panorama enoico italiano e mondiale, il 2018 non è stato particolarmente brillante, almeno nella grande distribuzione. Secondo A.Vi.To, l’associazione dei principali Consorzi del vino toscani, tra gennaio ed ottobre, le vendite di vini Dop e Igp hanno segnato il -4% sul 2017. A sottolinearlo è Giovanni Busi, presidente del Consorzio del Vino Chianti, che parla di “una crisi che sta interessando il “sistema vino” toscano”, da non sottovalutare. Proprio mentre il Chianti, nella gdo italiana, secondo Symphony IRI, è cresciuto del 3% a volume (15,8 milioni di bottiglie) e del 6,7% in valore (55,9 milioni di euro). |
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Il mercato secondario dei fine wine chiude il 2018 nel segno della stabilità, tanto da rendere il vino uno dei settori di investimento più sicuri e meno volatili: il Liv-ex 100, l’indice che mette insieme le etichette più prestigiose, chiude l’anno con un rialzo del +0,22%, e se il picco del 2011 è ancora lontano, negli ultimi tre anni la crescita è stata del 32%. Merito, prima di tutto, dei vini di Bordeaux, che dopo due anni di crescita chiudono in sostanziale parità, mentre non si arresta la corsa della Borgogna, con la vera novità che è però il continuo allargamento del mercato e, di conseguenza, delle etichette scambiate. Meglio del Liv-ex 100 ha fatto il Liv-ex 1000, l’indice degli indici, che include Bordeaux 500, Bordeaux Legends 50, Burgundy 150, Champagne 50, Rhone 100, Italy 100 e Rest of the World 50, che con una crescita del 10,2% tocca il suo massimo storico, sopra la crescita delle principali borse mondiali, trascinato dal Burgundy 150, che con il +35,5% ha oggi un peso complessivo del 26%. Bene anche Champagne (+8%), Rodano (+5,6%) e Italia (+2,8%), mentre l’ultimo degli arrivati, il California 50, è cresciuto nel suo primo anno di rilevazioni del +12,3%. Proprio nel confronto con i mercati i fine wine continuano a confermarsi come una scommessa vincente, al pari dell’oro. Merito di un mercato stabile e della “tangibilità” del vino che, a differenza di qualsiasi prodotto finanziario, è a tutti gli effetti un bene tangibile, e costruisce sulla rarità il proprio valore. Nel complesso, il 2018 restituisce un mercato in crescita, con la quota di Bordeaux che continua a contrarsi, scendendo fino al 59%, dal 68% del 2017. Nello stesso tempo, la Borgogna rappresenta il 15% degli scambi (dal 12,7% del 2017), mentre le etichette di Champagne, all’8%, superano in valore quelle dell’Italia. Il numero di vini commercializzati sul mercato secondario passa dai 4.500 del 2017 ai 5.700 del 2018, con una crescita dei marchi sul Liv-ex del +252% dal 2015, con le etichette più performanti che arrivano tutte dalla Borgogna e Armand Rousseau al top. Ottimi presupposti per un 2019 all’insegna della solidità, con la California ed il Piemonte in rampa di lancio, aspettando gli effetti della Brexit. |
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Anche il vino è roba da social network: i dati dell’Osservatorio Qualivita e Ismea hanno rilevato oltre 1,24 milioni di menzioni di Dop e Igp enoiche sul web in un anno, il 38% delle quali su Instagram. Ma qual è il vino più social? Il re indiscusso è il Prosecco, con 233.253 menzioni totali, il 37% su Instagram, seguito dal Chianti, citato sui social ben 117.459 volte, il 41% delle quali sempre su Instagram; bronzo al Barolo, 93.541 menzioni totali, il 50% delle volte su Instagram. Subito fuori dalla Top 3 ci sono il Brunello di Montalcino, (90.171 menzioni totali), l’Amarone della Valpolicella (54.655 menzioni), il Nebbiolo d’Alba (54.064), il Marsala (45.629), il Franciacorta (45.413), il Valpolicella (43.292), l’Asti (40.532), l’Etna (38.395), il Barbaresco (30.808) e il Lambrusco (29.863). Poi il Chianti Classico (26.547) e l’Oltrepò Pavese (20.932). |
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466 milioni di bottiglie immesse sul mercato nel 2018, +6% sul 2017, per un valore delle vendite al consumo di 2,3 miliardi di euro (+13,4% sul 2017), ed un incremento del valore a bottiglia del 6,9%: sono i numeri del 2018 del Prosecco Doc, presentati ieri a Treviso dal presidente del Consorzio Stefano Zanette, con le bollicine veneto-friulane che confermano tutta la loro brillantezza sul mercato. Oltre al loro ruolo di traino dell’export, dove finiscono 350 milioni di bottiglie, di cui 109 in Uk, mercato principale che, nell’anno, ha fatto segnare un -7% a volume, dopo anni di crescita a doppia cifra, a fronte di un +1,3% in valore, mentre gli Usa, con 73 milioni di bottiglie, sono il secondo mercato, con una crescita del +5% in volume e del 9,1% in valore, davanti alla Germania, con 41 milioni di bottiglie, a +6% in quantità e +16,8% in valore. E, curiosità, il quarto mercato del Prosecco è la patria dello Champagne, la Francia, dove finiscono 15 milioni di bottiglie (+14% in volume e +27,1% in valore). Numeri decisamente positivi, a cui si aggiungono quelli della vendemmia 2018, che per il Consorzio è stato “molto soddisfacente: 3,6 milioni di ettolitri prodotti, +10,8% sul 2017”. Dati solidi, e con una certezza: il futuro del territorio passa da sostenibilità e promozione. |
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Servirà a riqualificare il giardino didattico-educativo dello storico Istituto degli Innocenti di Firenze, la cifra record di 70.000 euro raccolta nel tradizionale Open Day del Four Seasons di Firenze, guidato dal general manager Patrizio Cipollini, che, il 16 dicembre, ha aperto le porte ad adulti e bambini dello storico Giardino della Gherardesca nel cuore della città (8.000 i visitatori), con le specialità gourmet di ristoranti come Borgo San Jacopo, Buca Lapi, Four d’Acqua, Trattoria Mario, Trattoria Da Burde, Enoteca Pinchiorri e lo stesso Palagio del Four Seasons, tra gli alberi secolari del Parco. |
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Nel 2017 il fatturato aggregato dei maggiori operatori della Gdo italiana, ha toccato 83 miliardi di euro, +4,4% sul 2016, mentre gli utili, come emerge dall’indagine sulla Grande Distribuzione Organizzata, firmata Mediobanca, raggiungono 1,095 miliardi di euro. Meglio di tutti hanno fatto i discount (+9,7% nel 2017), seguiti da distribuzione organizzata (+6,1%), Legacoop (+5,3%) e grande distribuzione (+0,2%). Per i singoli operatori, la top 5 per incremento del fatturato nel 2017 vede in testa il gruppo Crai (+14,2%), seguita da Eurospin, Végé, MD e Lidl (+8,5%), e allargando l’orizzonte oltreconfine, i 18 principali gruppi della Gdo al mondo hanno chiuso il 2017 con ricavi aggregati pari a 1.258 miliardi di euro (+3,3%), con il fatturato di WalMart (413,4 miliardi di dollari) superiore al Pil dell’Australia. |
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L’“oste” di uno dei templi del buon bere mondiale, locale storico del Belpaese, oggi di proprietà delle Famiglie Storiche, che gestisce una carta che conta 25.000 bottiglie ed ha un valore milionario. “Servono la squadra e le risorse. La bottega un luogo unico e trasversale, dove trovi il cliente che viene da sessant’anni e beve un calice da pochi euro, e chi viene e stappa bottiglie che ne valgono migliaia”.
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