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N. 4.002 - ore 17:00 - Giovedì 11 Luglio 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Che il turismo del vino sia qualcosa di forte e dall’appeal in crescita, in Italia, lo dicono i numeri che parlano di 14 milioni di turisti per un fatturato di 2,5 miliardi di euro. Così è anche per il territorio del Lago di Garda (si parla di 27 milioni di turisti all’anno), area in cui insiste il Lugana Doc, una delle eccellenze bianchiste del Belpaese. Qui il Consorzio Lugana ha attivato il “Progetto enoturismo”, visto che proprio l’enoturismo è un asset centrale del sistema economico: le rilevazioni dicono che la vendita diretta vale il 15% dei fatturati delle aziende, con alcune punte che arrivano al 25% (media nazionale è 8%). | |
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| | “Le difficoltà ci sono, ma il vino non è in crisi. Non chiediamo assistenzialismo, ma il riconoscimento del valore del nostro settore, che crea ricchezza e Pil, in Italia come in Europa, dove il vino dà lavoro a 3 milioni di persone, e genera 130 miliardi di prodotto interno lordo, l’1,1% del totale europeo. Chiediamo al Governo italiano di essere forte in Ue, in una nuova Europa dalla quale ci aspettiamo più unità di intenti tra Parlamento e Commissione Europea, per un’Ue che abbia un ruolo di leadership mondiale, e conti almeno quanto Usa e Brics. Chiediamo di investire su un’Ocm che aiuti a sviluppare il mercato, dopo che nel 2023 abbiamo raggiunto un export di 7,8 miliardi di euro, come vino italiano, ma con il 62% del totale concentrato in 5 mercati, una platea che va allargata. Ci serve più rapidità in alcune risposte, chiediamo scelte strategiche e chiare, come sul tema, abusatissimo, della sostenibilità, che è importantissimo, ma al quale dobbiamo dare sostanza”. È questa la rotta da tracciare per il futuro del vino italiano, secondo Lamberto Frescobaldi, presidente dUnione Italiana Vini - Uiv, oggi in assemblea a Roma, alla presenza, tra gli altri, dei Ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida (con cui condivide il “no” agli espianti dei vigneti e al finanziarli con fondi pubblici, ed il lavoro che inizierà a breve per definire le cose sul tema dei vini dealcolati, così come la necessità che imprese e istituzioni lavorino insieme contro l’inaccettabile fenomeno del caporalato, in approfondimento), e dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, oltre che dei vertici di Veronafiere-Vinitaly, con il presidente Federico Bricolo, Ice, con il presidente Matteo Zoppas, Confagricoltura, con Massimiliano Giansanti, e Coldiretti, con Ettore Prandini. Una rotta difficile da disegnare, in un mondo che è cambiato, e che oggi vive una sorta di nuovo “anno zero”, dopo aver vissuto una pandemia, e mentre sono in atto tante guerre, ai confini di un Occidente che pensava di aver superato per sempre problematiche che, invece, ciclicamente tornano e torneranno, e che vanno affrontate, e con un nuovo equilibrio mondiale tutto da decifrare, ma che non ha più gli Usa (primo mercato del vino, ndr) come perno. | |
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| | Nel mercato del vino, alcuni buoni segnali per il 2024 arrivano dall’Asia. Secondo l’Oemv (Observatorio Espanol del Mercado del Vino), la Cina ha importato il 3,6% in più nel primo trimestre 2024, quasi 60 milioni di litri. Un aumento in volume a cui non corrisponde quello del valore degli acquisti, scesi del 6,4% (poco più di 224.000 euro), calo però molto inferiore di quello 2023 (-15,2%), e con marzo 2024 (+1,7%) che ha interrotto una striscia di 6 mesi consecutivi di ribassi. Dalla Cina al Giappone, con Tokyo che ha ridotto le sue importazioni di vino del 10% nel primo trimestre 2024, a 49,6 milioni di litri e 50.950 milioni di yen (291.000 euro, ndr), ad un prezzo medio superiore dell’1,6%, e quindi a 1.026 yen/litro (5,9 euro, ndr). È stato il peggior primo trimestre in volume dal 2011, ma il secondo migliore in valore dopo il 2023. | |
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| | | Dalle cantine italiane il vino verso gli Usa parte, come dicono i dati Istat sui primi 3 mesi 2024, che parlano di un +2,2% in valore per l’export tricolore negli States. Ma i consumi complessivi, nel più importante mercato americano, continuano a diminuire. Nonostante la boccata d’ossigeno di aprile (+2%), il saldo tendenziale dei primi 5 mesi basato sugli ordini dei magazzini da parte di horeca e grande distribuzione segna un -8% di vendite complessive e -6% per i prodotti del Belpaese, che soffre, ma fa meglio di competitor come Francia e Stati Uniti (-8%), Australia e Spagna (-11% e -10%). E anche l’ipotizzata fine del surplus di magazzino tra i distributori resta una chimera. A dirlo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base SipSource, piattaforma che misura le vendite - e gli effettivi consumi nel breve termine - nel 75% degli esercizi commerciali statunitensi. A fare meno peggio sono questa volta i rossi italiani, che chiudono i 5 mesi a -6,5% contro il -8% dei bianchi. Tengono le bollicine, ma soprattutto senza la rilevante crescita dei Metodi Charmat non Prosecco (+7%), a basso prezzo (sui 13 dollari allo scaffale) che oggi valgono il 24% dei volumi di spumante italiano consumati negli Usa, e in netta controtendenza rispetto a Champagne (-15%), Cava e sparkling domestici (-11%). | |
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| | | I Colli Euganei diventano Riserva Mondiale della Biodiversità Unesco, anche grazie al vino: un traguardo importante per l’Italia e un’opportunità straordinaria per il territorio, in cui da sempre l’attenzione per la biodiversità passa anche, grazie ai viticoltori, attraverso il rispetto dei vincoli paesaggistici e l’utilizzo di tecniche di coltivazione a basso impatto, che consentono di preservare le forme di vita animali e vegetali. I Colli Euganei vanno ad aggiungersi ad un network mondiale che ad oggi conta 759 Riserve, di cui 21 si trovano in Italia. | |
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| | Il vino dolce migliore del mondo? Arriva dall’Italia ed è il Vin Santo di Carmignano Riserva 2016 della Tenuta di Capezzana, ancora una volta “campione” di categoria al prestigioso “International Wine Challenge” 2024 di Londra, evento che ha tagliato il traguardo dell’edizione n. 40 e che ha assegnato riconoscimenti a produttori di 38 Paesi al mondo. L’Italia, con 337 medaglie, ha chiuso al quinto posto nel medagliere, ma vincendo, di nuovo, nella categoria “dolce” grazie alla storica Tenuta della famiglia Contini Bonacossi, custode della produzione del Carmignano, e che ha battuto la concorrenza nella “Iwc Sweet Wine” grazie al suo Vin Santo che ha difeso un titolo già ottenuto tre volte, nel 2022, 2021 e 2019. A livello generale, la Francia ha portato a casa 4 dei 10 premi più importanti tra “Champion Wines” e “Winemaker”. | |
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| | | Il fondatore Slow Food Carlo Petrini, a tu per tu, con il direttore WineNews Alessandro Regoli, su una cultura nuova che restituisca valore al cibo, contro lo spreco e lo sfruttamento del lavoro, e per garantire agli agricoltori il giusto prezzo per le loro produzioni ed arginare fenomeni di caporalato; sulla speranza in una “politica alta” che guardi al futuro con soluzioni pratiche e reali nell’interesse delle imprese serie; e sull’educazione alimentare, fondamentale per fare tutto questo, e rivoluzionare la produzione agroalimentare, in nome dell’ambiente e dell’etica. | |
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