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WineNews
N. 2.632 - ore 17:00 - Domenica 7 Aprile 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti,
opinion leader e professionisti del vino
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La News
Salvini, la politica ed il vino a Vinitaly 
“La politica cerca il vino per quattro motivi: primo perché fa bene, secondo perché è un business, terzo perché è tutela del territorio, quarto perché rappresenta l’Italia nel mondo”: così a WineNews il vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini, oggi a Vinitaly. Che ha parlato anche di Pac. “Le trattative in Ue sono partite male, il bilancio annuale toglie all’Italia almeno due miliardi di euro, come Governo non voteremo mai un bilancio che toglie soldi all’agricoltura italiana, ma difenderemo il made in Italy”. Sorride, alla fine, alla domanda su che vino lo definirebbe al meglio: “un rosso fermo, ma non un’eccellenza”.
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Primo Piano
A Vinitaly produttori, istituzioni e politica a confronto per progettare il futuro del vino
Il futuro del vino italiano passa dalla valorizzazione dei piccoli artigiani che fanno eccellenza ed innovazione, ma anche dalla tenuta sui prezzi dei vini, partendo da quelli base, anime di un settore bello e complesso, intorno al quale ruotano anche cultura e turismo, da valorizzare facendo promozione nel mondo attraverso strumenti efficaci, a partire dalle fiere, ma anche, tema sempre attuale, riducendo il carico burocratico, che mette in crisi soprattutto per le piccole imprese, che rappresentano la maggioranza del settore. Sintesi estreme dei messaggi lanciati, in apertura di Vinitaly 2019, da imprenditori ed istituzioni d’Italia e d’Europa, riunito in quello che “è e resta il palcoscenico più grande ed importane del vino italiano”, e che è “il” brand della promozione del vino italiano nel mondo. Un Vinitaly che “non si tira indietro se si parla di possibili alleanze internazionali con altri player mondiali, in futuro, dopo aver sviluppato tutte le nostre potenzialità, dal digitale alle piattaforme che stiamo creando in Cina ed in Usa”, ha detto il dg di Veronafiere Giovanni Mantovani, rispondendo ad Angelo Gaja, tra i produttori italiani più ascoltati, che ha auspicato una sinergia tra “Vinitaly e Vinexpo per gli eventi all’estero, soprattutto in Asia, perché altrimenti ce ne sono troppi”. Ma c’è un altro tema fondamentale, per la tenuta del settore, ha ricordato il presidente mondiale degli enologi, Riccardo Cotarella, “ovvero la tenuta dei prezzi, che sono in grande ribasso senza motivo”. “Il mio grazie - ha detto il Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio - va a tutti gli operatori. L’uva è agricoltura, il vino è enogastronomia, la vite elemento fondamentale del paesaggio della nostra “bella Italia”, tutti elementi che affascinano il turismo mondiale”. A portare la vicinanza del Governo al settore è stato anche il Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini: “il vino in Italia è tradizione, storia, cultura ed economia. Fatta da tanti piccoli e medi imprenditori, e sono quelli che noi vogliamo ascoltare per primi, perché sono quelli che prima di altri hanno bisogno di risposte. L’Italia è bella tutta, anche quella del vino, del Barolo e del Brunello, del Chianti e dell’Aglianico”, ha detto Salvini. 
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SMS
Il premier Conte a Vinitaly 
“Apprezzo molto il vino, ma la sera, perché il giorno bisogna mantenersi lucidi”. Parola di Giuseppe Conte, che a WineNews, da Vinitaly, ha raccontato il suo rapporto con il vino, prima di concedersi una lunga visita ai vignaioli, dove ha simbolicamente unito l’Italia, da Nord a Sud, incontrando il presidente del Veneto, Luca Zaia, e della Regione Puglia, Michele Emiliano. In mezzo, la visita al Chianti Classico, in Toscana, dove ha ricevuto in regalo una bottiglia dell’annata 1964, il suo anno di nascita. e dove ha assicurato al presidente del Consorzio del Gallo Nero Giovanni Manetti il suo appoggio alla candidatura del territorio del Chianti Classico a Patrimonio dell’Umanità Unesco. Lontano dalle telecamere, il premier ha dato vita ad un vero e proprio dibattito sul vino, dalla Famiglia Cotarella, con Massimo D’Alema, Bruno Vespa e Riccardo Cotarella.
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Focus
Passionale, tradizionale, popolare: il vino per gli italiani
Passionale come l’amore, tradizionale come il pranzo della domenica, popolare come il calcio. Il vino per gli italiani è molto più di un asset del made in Italy: è un collante tra generazioni che coinvolge quasi 9 cittadini su 10 in tutto lo Stivale. L’indagine “Mercato Italia - Gli italiani e il vino”, realizzata da Vinitaly con l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor e presentata oggi in a Vinitaly (fino al 10 aprile a Verona), traccia il profilo dell’approccio al vino e dello stato di salute del mercato interno del primo Paese produttore al mondo. Si beve meno (il 26% in meno dei volumi rispetto a vent’anni fa) ma praticamente tutti e in modo più responsabile: la media è di 2-4 bicchieri a settimana, consumati soprattutto in casa (67%) in particolare dai baby boomers (55-73 anni, al 93%), ma è rilevante la quota di tutte le generazioni, con i millennials (18-38 anni) che evidenziano già un tasso di penetrazione pari all’84%. Dato in aumento sia a casa che nel fuori casa. Si beve meno, dunque, ma il mercato del vino tiene e produce un valore al consumo che, secondo l’analisi, è stimato in 14,3 miliardi di euro. Tra i criteri di scelta, il territorio di produzione la spunta su denominazione e vitigno, molto più importanti di prezzo, brand aziendale, consigli di sommelier e caratteristiche green.
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Cronaca
Vinitaly premia Ornellaia
Un’icona del grande vino italiano nel mondo, due pionieri della cultura del vino in Cina, una delle esperienze di comunicazione digitali di maggior successo in Usa: sono i vincitori del premio Internazionale Vinitaly 2019, assegnato al grande rosso bolgherese Ornellaia, per la sua eccellenza, Leon Liang, tra i fondatori della più importante e innovativa scuola di educazione al vino in Cina, Grapea, e Demei Li, professore associato di Wine Tasting ed Enologia al Beijing Agriculture College, oltre a Madeline Puckette, founder del portale “Wine Folly”, “Wine Communicator of the Year”.
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Wine & Food
Le strategie dell’Ice per crescere all’estero, tra formazione, tecnologia e cultura del Belpaese
Quello del vino è un settore in salute, forte di un fatturato che sfiora i 15 miliardi di euro, generato da 310.000 aziende, con l’export a 6,2 miliardi di euro: proprio da qui passa la crescita, tra mercati consolidati ed economie emergenti, dove l’Italia enoica cerca una strategia comune e condivisa per essere competitiva, sotto la regia dell’Ice, espressione del Ministero dello Sviluppo Economico, guidata da qualche mese dal presidente Carlo Ferro, che a WineNews, a Vinitaly, ha raccontato il ruolo di Ice nel futuro dell’internazionalizzazione del vino italiano, partendo dall’export come “opportunità e leva trainante dell’economia italiana, per cui noi dobbiamo lavorare per spingere la crescita portando più aziende all’estero, soprattutto le medio-piccole, meno attrezzate per l’internazionalizzazione, in un logica di miglioramento continuo”.
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WineNews.tv
Chi è il “Leonardo da Vinci” del vino italiano? La parola ai protagonisti del mondo enoico
Sono passati 500 anni dalla morte di Leonardo, e da allora tutto è cambiato, ma il suo nome è rimasto nella memoria collettiva, come quello dei geni del vino italiano, raccontati, a WineNews, da Josè Rallo (Donnafugata), Alberto Tasca D'Almerita, Marco Caprai, Priscilla Incisa della Rocchetta (Tenuta San Guido), Alessio Planeta, Ettore Nicoletto (Santa Margherita), Ernesto Abbona (Marchesi di Barolo), Joe Bastianich, Marilisa Allegrini, Vittorio Moretti (Terra Moretti) e Piero Antinori (Marchesi Antinori).
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