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N. 3.359 - ore 17:00 - Martedì 22 Febbraio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Un record storico dell’export agroalimentare ormai assodato, ad oltre 52 miliardi di euro, nel 2021, trainato dal vino, che, con oltre 7 miliardi, vale il 14% del totale. Ma soprattutto sul 2019, crescono a doppia cifra anche la carne, i formaggi, l’ortofrutta, l’olio Evo, la pasta e non solo. Ma, al di là del dato economico, fondamentale, l’anno appena chiuso restituisce l’immagine di un made in Italy che, dalla pandemia, esce addirittura rafforzato nel mondo. Un elemento che è da stimolo per affrontare fattori che vanno dalle tensioni geopolitiche ai costi energetici. Emerge da Agrifood Monitor n. 6 di Nomisma, in collaborazione con Crif (in approfondimento). |
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Una bottiglia su quattro di Brunello di Montalcino, ed una su tre di Chianti Classico, volano ogni anno in Usa, il mercato di riferimento per tutto l’export del vino italiano, che, nei primi 11 mesi 2021, ha fatturato più di 1,6 miliardi di euro. Un risultato importante, specie dopo due anni di pandemia che, di fatto, hanno segnato un solco capace di allontanare le due sponde dell’Atlantico più di quanto faccia abitualmente l’Oceano. Adesso, però, è arrivato il tempo di tornare a ridurre le distanze, di riprendere a viaggiare, di riannodare le fila di un discorso interrotto e tenuto vivo solo grazie alla tecnologia. Nulla di paragonabile al piacere di far tintinnare i calici, incrociare gli sguardi e sedersi allo stesso tavolo: simboli di una ripartenza iniziata da tempo, ma che solo ora entra nel vivo. E non è un caso che i due alfieri del vino di Toscana, tra le denominazioni di riferimento della viticoltura italiana, abbiano scelto New York per tornare a raccontarsi a importatori, professionisti e wine lover Usa, riscoprendosi pionieri in un mercato che, in effetti, non si è fermato mai. Il Brunello di Montalcino, con 50 produttori, sarà da domani sulla Quinta Strada, al Midtown Loft & Terrace, con l’edizione Usa di “Benvenuto Brunello” curata dal Consorzio che alzerà il sipario sull’annata 2017, sulla Riserva 2016 e sul Rosso di Montalcino 2020, presentati in anteprima, a novembre 2021, proprio a Montalcino, a “Benvenuto Brunello” n. 30. Il Chianti Classico, invece, ha scelto la cornice dell’Altman Building per presentare, il 28 febbraio, Chianti Classico Annata (2018-2019), Riserva (2018-2017-2016) e Gran Selezione (2018-2017-2016), in un grand tasting che ruoterà intorno alle Unità Geografiche Aggiuntive (Uga) del Chianti Classico, che, attraverso i borghi e i villaggi, raccontano in etichetta la varietà del territorio del Gallo Nero, che in Usa, da oltre 15 anni, ha il suo primo mercato in assoluto. Chianti Classico che, con il 52,5% della superficie vitata coltivati seguendo i dettami dell’agricoltura biologica, intercetta anche un altro trend importante che riguarda i consumatori americani, sempre più attenti alla salute e alla sostenibilità (in approfondimento le parole di Fabrizio Bindocci e Giovanni Manetti, alla guida rispettivamente del Consorzio del Brunello e del Consorzio del Chianti Classico). |
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Made in Italy Fund, il fondo di private equity di Quadrivio & Pambianco ha acquisito il 100% di Cantina di Montalcino, unica cooperativa del territorio del Brunello (3,7 milioni di euro il fatturato 2021), attraverso la holding Prosit, cui Cantine Leonardo da Vinci ha ceduto le sue quote per una cifra di 8/10 milioni di euro (rumors WineNews). Una cessione che non lascia indifferenti perché, come ricorda a WineNews il presidente del Consorzio del Brunello, Fabrizio Bindocci, “la Cantina di Montalcino era nata per sostenere i piccoli agricoltori di Montalcino che si affacciavano alla viticoltura. Siamo sempre aperti a nuove realtà che investono nel territorio, purché ne condividano i valori fondamentali: alta qualità, tipicità e tradizione, capisaldi di una identità che va oltre il vino, abbracciando una comunità da rispettare, salvaguardare e tutelare”. |
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Continuare nel solco tracciato da Andrea Franchetti, tra i produttori più illuminati e anticonformisti del vino italiano - capace di creare due tenute icona come la Tenuta di Trinoro, in una zona della Val d’Orcia celebre, ma non per il vino, e Passopisciaro, su un Etna che all’epoca non era al centro dell’attenzione come oggi - dando continuità alla squadra che ha costruito negli anni; realizzare progetti già previsti prima della sua prematura dipartita, come aggiungere un anno in bottiglia la Tenuta di Trinoro prima del suo arrivo sul mercato, ma anche investimenti nelle cantine e nell’accoglienza; innovare dove si può e dove serve, per valorizzare quanto nella tradizione e nella storia c’è di buono ed imprescindibile: riparte, o meglio continua da qui, il percorso delle due tenute e di una bella storia del vino italiano, che ora sarà guidata da Benjamin Franchetti, uno dei figli di Andrea, che si racconta a WineNews. “Diciamo che si continua, si cresce su fondamenta solide. Quello che ho voluto dire a tutta la squadra - sottolinea Benjamin - che è quella che ha seguito negli anni mio padre nel suo percorso, è che di fatto, per lui, la cosa più importante non era che fosse ricordato Andrea Franchetti, ma che fossero conosciute sempre di più le aziende che ha creato” (continua in approfondimento). |
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Insieme su un landò con un calice di vino, lei normale, lui ironicamente esagerato, sospeso tra cielo e terra e trainato dalla potenza della passione, senza briglie né freni: ecco la gioia del bere, della natura e dell’amore universale, per Bobo e Bibi e per il loro creatore, Sergio Staino. Il grande fumettista e vignettista italiano, amante della buona tavola, “presta” al vino i suoi personaggi più amati nell’etichetta de “Il Viaggio di Landò Prima Fermata 2020”, 100% Canaiolo frutto del nuovo progetto dell’enologo David Landini in Toscana. |
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No all’esclusione di prodotti come carni e vino dall’aiuto Ue alla promozione dei prodotti agricoli. È la posizione, messa nera su bianco e presentata in Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea dell’Agricoltura della Polonia, sostenuta da Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Portogallo e Spagna, sulla proposta di riforma del regime di aiuti europei alle campagne di promozione dei prodotti agricoli. Nella discussione, il documento è stato avallato, anche se con accenti diversi, dai Ministri dell’Agricoltura di Cipro, Croazia, Finlandia, Grecia, Malta, Romania, Slovacchia e Slovenia. Mentre l’Olanda si è dichiarata contraria. Plaude alla firma del documento Alleanza delle Cooperative Agroalimentari che, però, sottolinea il silenzio in materia del Commissario all’Agricoltura, Wojciechowski, considerato “ambiguo”. |
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A WineNews la visione di Ettore Nicoletto, alla guida del Consorzio del Lugana: “i risultati di oggi sono frutto di un lungo lavoro di Consorzio e produttori. La filiera è in equilibrio ed i valori vengono ridistribuiti tra le parti, anche grazie ad un posizionamento sul mercato importante per i nostri vini, il più alto in gdo, quasi 8 euro di prezzo medio a bottiglia. E anche in mercati importanti come la Germania siamo oltre la media”. |
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