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N. 4.183 - ore 17:00 - Giovedì 27 Marzo 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | “Incoscienti”, i giovani, li ha definiti Achille Lauro nella sua ultima canzone al Festival di Sanremo. Di certo, fondamentali, i giovani, per il futuro, anche del mercato del vino. A cui, soprattutto in un momento come questo, di grande difficoltà per i consumi (ed “allargando” un po’ la definizione di “giovani”, fino agli under 44, ndr), danno speranza. Perché alzano i calici dalla tavola per farne uno status symbol, sono disposti a spendere per etichette super premium, ma senza affezionarsi ai brand, stappano in compagnia e non vogliono rinunciare ai cocktail. È la fotografia, tra Usa e Italia, scattata dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly (in approfondimento). | |
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| | Arriva dopo il record dell’export del 2024 per il vino italiano (8,1 miliardi di euro, +5,5%), ma anche in mezzo alla tempesta causata dalla querelle sui dazi Usa, primo mercato del vino al mondo e primo partner straniero per l’Italia, Vinitaly 2025, di scena a VeronaFiere dal 6 al 9 aprile. Dove l’obiettivo, come sempre del resto, sarà quello di valorizzare il lavoro delle imprese, la qualità del vino italiano, e guardare al futuro oltre le contingenze, mettendo al centro tematiche non solo congiunturali, come quella dei dazi, appunto, ma anche strutturali, dal tema “vino e salute”, con focus sulle novità che arriveranno in etichetta, dove l’approccio, si spera, sarà più informare che spaventare, guardando al rapporto tra consumo e salute, e di cui a Vinitaly si parlerà alla presenza del Commissario alla Salute Ue, Olivér Várhely, ma anche alle politiche del vino europeo, che troveranno un nuovo quadro dopo il “pacchetto Vino” che il Commissario all’Agricoltura Christophe Hansen, anche lui presente a Verona, presenterà nei prossimi giorni (e la cui bozza abbiamo anticipato nei giorni scorsi). Il tutto alla presenza di 4.000 aziende, e migliaia e migliaia di operatori dall’Italia e da 140 nazioni. In particolare, si punta a confermare il contingente di 30.000 buyer della domanda internazionale, Stati Uniti compresi, per quella che è la più grande “agenda business” del made in Italy enologico. È la fotografia dell’unica rassegna internazionale dedicata al vino italiano scattata oggi a Roma, nella presentazione a palazzo Montemartini. Al centro, ovviamente, il business in fiera, e i “wine lovers” in città, con “Vinitaly and the City”, ma anche tante novità: dallo spazio dedicato ai vini e ai prodotti “no & low” alcol a quello per l’enoturismo, ad un rapporto ancora più stretto con la “Cucina Italiana” che aspetta il riconoscimento Unesco, e con il fine dining (con il premio per i 30 anni di Osteria Francescana al n. 1 degli chef italiani, Massimo Bottura, presente in fiera ogni giorno al padiglione Emilia Romagna). Come hanno raccontato i vertici di VeronaFiere, Federico Bricolo e Adolfo Rebughini, il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il presidente dell’Agenzia Ice, Matteo Zoppas, e le rappresentanze della filiera del vino che, compatta, guarda al futuro. | |
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| | L’intramontabile passione degli Usa per il vino italiano, testimoniata dalla loro conferma come primo mercato all’export, ma minacciata dai dazi di Trump, si rinnoverà a Vinitaly 2025, grazie a 131 vini del Belpaese, portabandiera dell’Italia negli States, e non solo. L’occasione, come ormai da tradizione, sarà OperaWine 2025, il “grand tasting” prologo alla fiera di riferimento del vino italiano, il 5 aprile alle Gallerie Mercatali a Verona, con le cantine-icona dei più importanti territori, selezionate da “Wine Spectator” per Veronafiere-Vinitaly, nell’unico evento firmato dall’autorevole magazine Usa fuori dal territorio americano. Per la maggioranza vini da Toscana, Piemonte e Veneto, dal Barolo al Brunello di Montalcino, dal Chianti Classico all’Amarone della Valpolicella, ma anche da Sicilia e Campania. | |
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| | | Un astronauta su un pianeta non meglio precisato dal terreno arido, con tre bottiglie di vino Docg sulla schiena “a mo’ di ossigeno” e uno sguardo che dal casco appare estasiato dinanzi ad una piccola foglia di vite che sta crescendo. E poi un torchio sul palcoscenico di un teatro, dal quale sgorga vino che riempe i calici di un pubblico che assiste allo spettacolo. Ecco, rispettivamente, “Finchè c’è vite c’è speranza” dell’italiano Milko Dalla Battista (categoria over 35) e “Wine of the Opera” di Coskun Cemrenur, dalla Turchia (categoria under 35), le vignette vincitrici di “Spirito DiVino” 2025, lo storico concorso internazionale di illustrazioni satiriche, unico del suo genere per essere dedicato esclusivamente alla satira in salsa enoica, firmato dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia che ha celebrato l’edizione n. 25. E che è unico anche per la prestigiosa giuria, di grandi vignettisti, giornalisti ed intellettuali, da Giorgio Forattini ad Alfio Krancic, da Emilio Giannelli a Valerio Marini, da Carlo Cambi a Paolo Marchi, da Aldo Colonetti a Fede & Tinto. “Le oltre 9.000 opere firmate, negli anni, da vignettisti di tutto il mondo - dice Elda Felluga, presidente del Movimento - testimoniano come il linguaggio graffiante della satira possa essere strumento di dialogo tra arte, vino e popoli”. | |
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| | | “Il vino è un alimento che entra a pieno titolo all’interno del modello mediterraneo, la Dieta Mediterranea, e consumato con moderazione ha contenuti salutistici estremamente importanti. Dire che fa male tout court non ha niente di scientifico e vogliamo ribadirlo”. È il messaggio di Attilio Giacosa, presidente Irvas - Istituto per la Ricerca sul Vino e la Salute, al via del “Lifestyle, Diet, Wine & Health Congress” 2025, di scena oggi e domani a Roma, con esperti di alto livello da tutto il mondo, per fare luce sul delicato tema del rapporto tra vino, alcol e salute. | |
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| | Ricavi in crescita del 4,3% per un fatturato 2024 di 684 milioni di euro e un Ebitda di oltre 50 milioni di euro, con un margine del 7,8%. Sono i numeri che fanno esprimere soddisfazione a Giovanni Tamburi, presidente e ad Tamburi Investment Partners, azionista Eataly - il gruppo fondato da Oscar Farinetti, di cui Investindustrial della famiglia Bonomi è socio di maggioranza (52% di azioni), mentre il restante è diviso tra Eatinvest (famiglia Farinetti), famiglia Baffigo-Miroglio e Tamburi - in una lettera inviata, nei giorni scorsi, agli altri azionisti. “Un anno ottimo - si legge - grazie ad una gestione efficacissima che è riuscita in poco tempo a rilanciare il posizionamento alto del brand e dei prodotti, a continuare lo sviluppo con nuove aperture e nuovi format ed a porre le basi per un’ulteriore crescita sia nei Paesi in cui Eataly è già presente, sia in altri”. | |
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| | | “Mi auguro che lo scontro sui dazi sia una base di rafforzamento dei rapporti con un alleato strategico come gli Usa, mercato per noi insostituibile. Come Italia stiamo lavorando per rafforzare la capacità diplomatica dell’Ue”. Così, a WineNews, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, nel lancio, oggi a Roma, di Vinitaly 2025 “dove ci saranno i Commissari Ue all’Agricoltura Christophe Hansen e alla Salute Olivér Várhelyi. E molte eccellenze della cucina per spiegare come il vino fa parte della nostra alimentazione di qualità e della nostra cultura, contro ogni demonizzazione”. | |
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