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N. 3.690 - ore 17:00 - Giovedì 20 Aprile 2023 - Tiratura: 31.146 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Le esportazioni di vino italiano, nel 2022, hanno confermato gli Stati Uniti come prima meta, capace di fatturare ben 1,86 miliardi di euro (dati Istat), poco meno di un quarto di tutto l’export enoico tricolore, che ha chiuso l’anno a quota 7,87 miliardi di euro. Non molto distante da quello che è stato il totale delle importazioni di vino in Usa nello stesso periodo, che hanno raggiunto i 6,68 miliardi di euro (+3,7% sul 2021), per un totale di 1,43 miliardi di litri (+3,3%), ed un prezzo medio di 4,64 euro al litro (+0,4%), come emerge dai dati dell’Oemv - Observatorio Español del Mercado del Vino (in approfondimento). |
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Per quanto legato a territori ricchi di storia e tradizione, il mondo del vino non è mai stato immune alle dinamiche dei mercati. Al contrario, le mode nel bicchiere si riflettono sempre nel vigneto, pur nella consapevolezza che la durata di certi trend di consumo è quasi impossibile da pronosticare. Negli ultimi decenni si è assistito prima alla corsa alle varietà internazionali a bacca rossa - che hanno rapidamente conquistato superfici importanti di Toscana, Sicilia, Friuli Venezia Giulia - poi al boom delle bollicine del Prosecco, con il Veneto protagonista. Oggi, viviamo un altro processo interessante: il ritorno dei bianchi, sull’onda di un cambiamento epocale e globale, guidato principalmente dal Climate Change, che spinge i consumatori a guardare con sempre maggiore interesse a vini rossi più fragranti e freschi e, soprattutto, ai vini bianchi, ormai destagionalizzati, anche in virtù di estati e primavere sempre più lunghe. Dal bicchiere al vigneto, con un doppio salto mortale all’indietro, a conferma di come le cose siano destinate a cambiare rapidamente, c’è il punto di vista, privilegiato, di Eugenio Sartori, direttore Vivai Cooperativi Rauscedo, il più grande vivaio del mondo, da cui ogni anno milioni di barbatelle partono per gli angoli più disparati d’Italia e di qualsiasi altro Paese. “Complice il cambiamento climatico e le estati sempre più lunghe e calde, i consumi si spostano verso vini leggeri, freschi, soprattutto bianchi, che vanno a sostituire rossi spesso importanti che, però, si addicono a condizioni climatiche diverse”, spiega Sartori, a WineNews. “C’è poi da fare i conti con il cambio generazionale: i giovani, che bevono saltuariamente e soprattutto nel fine settimana, prediligono spumanti e vini di pronta beva, a differenza degli anziani, che hanno quasi sempre bevuto esclusivamente vino rosso. Di conseguenza, nella campagna 2022/2023 abbiamo assistito ad una crescita della richiesta di barbatelle di varietà a bacca bianca, prima in Italia, quindi in Spagna, e infine in Francia ed in altri Paesi. Persino in Cina, dove l’export è appena ripartito: numeri marginali, ma è indicativo che si parli si varietà a bacca bianca in un Paese che, dieci anni fa, piantava esclusivamente varietà a bacca rossa” (continua in approfondimento). |
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Prosit Group, gruppo vinicolo guidato da Sergio Dagnino e partecipato dal fondo “Made in Italy Fund” by Quadrivio & Pambianco, nato nel 2018, e che, nel 2022, ha raggiunto una quota di 90 milioni di euro di fatturato con 26,5 milioni di bottiglie prodotte, con cinque brand, ovvero Cantina di Montalcino (Toscana), Torrevento (Puglia), Nestore Bosco (Abruzzo), Tenuta di Collalbrigo (Veneto), e La Cacciatora di Casa Vinicola Caldirola, punta a crescere ancora. Come spiegato, nei giorni scorsi, a WineNews, dallo stesso Sergio Dagnino: “il nostro percorso di acquisizione continuerà. Nel mirino del gruppo le ci sono le Regioni più rivolte all’export, quindi Veneto, nel territorio del Prosecco Docg, Piemonte, in quello di Barolo e Barbaresco, in Sicilia, “continente enoico” dall’appeal internazionale, ed in Toscana, dove abbiamo attenzionato i territori di Chianti Classico e di Bolgheri”. |
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Superate le resistenze e i dubbi emersi nelle ultime settimane, soprattutto da parte dei Consorzi del vino, sia italiani che del resto d’Europa, preoccupati da una eventuale perdita di specificità del vino, il testo che riforma il sistema delle Indicazioni geografiche dell’Unione Europea ha incassato, oggi, l’approvazione, all’unanimità, in Commissione Agricoltura a Strasburgo. Ora l’iter prevede, prima dell’estate, la discussione, in sede plenaria del Parlamento Europeo, e, infine, entro l’anno, gli incontri del trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio) per approvare definitivamente il nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità. I punti cardine: la presenza del vino all’interno della riforma; l’obbligo di indicare in etichetta dei prodotti Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima principale; il chiarimento sulle menzioni tradizionali (come Prosek) che non possono essere registrate perché evocative di Dop o Igp; il ruolo di Euipo, che sarà puramente consultivo; la conferma della Dg Agri della Commissione come interlocutore principale dei produttori; la semplificazione delle norme per la registrazione e la modifica dei disciplinari di produzione (in approfondimento i commenti di Paolo De Castro, relatore del provvedimento, Uiv - Unione Italiana Vini e Federvini). |
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Pilastro storico e produttivo del vino dell’Umbria, il distretto di Montefalco, ancorato al suo Sagrantino, rilanciano da anni ed anni dalla cantina simbolo del territorio, Caprai, da solo realizza oltre il 22% di tutto il vino della Regione. Territorio faro dell’Umbria del vino, che ne ha segnato la rotta anche verso la svolta “green” e che sviluppa una sempre maggiore propensione all’export, con il 38% della produzione che finisce in 40 Paesi. In approfondimento, i nostri migliori assaggi dell’annata 2019, a “cinque stelle”, e non solo, di scena dall’“anteprima” del Sagrantino. |
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Da Feudi di San Gregorio, custode delle vigne pre-fillossera dell’Irpinia, si parla dell’importanza e del valore dei “Patriarchi” della vite nella “The Old Vines Conference” a Sorbo Serpico (19-21 aprile). Nella Capitale, il Consorzio di Tutela Vini Roma Doc presenta il progetto “Roma DOCet” per promuovere il vino e il fascino dei vini della “Città Eterna”, soprattutto tra i giovani (27 aprile). E con “Inycon e le sue Contrade” a Menfi (28-30 aprile), parte dall’acqua e dal vigneto di Mandrarossa di Cantine Settesoli più vicino al mare del mondo, attraversando i filari di Planeta e Feudo Arancio, il racconto del vino come “medium” dell’“experience” di un territorio ricco di biodiversità, natura incontaminata, produzioni agroalimentari Presìdio Slow Food e bellezze come Selinunte. Sono questi solo alcuni dei tantissimi eventi segnalati in agenda da WineNews (in approfondimento). |
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A WineNews, Renzo Rosso, uno degli imprenditori italiani di maggior successo, dalla moda, con Diesel, al vino, con “Brave Wine”, con la sua Diesel Farm a Marostica, e le partecipazioni in cantine come Masi, in Valpolicella, Benanti, sull’Etna, e Josetta Saffirio, nelle Langhe. “Voglio creare una holding del lusso del vino italiano. Che deve imparare dalla moda a presentarsi sui mercati. Il futuro? Vogliamo arrivare a Montalcino”. |
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