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WineNews
N. 3.555 - ore 17:00 - Giovedì 24 Novembre 2022 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Rischio feste senza Champagne
Feste di Natale e Capodanno senza lo Champagne? Philippe Schaus, amministratore delegato di Moët Hennessy, la divisione vini e alcolici di Lvmh - che include tra gli altri i marchi Veuve Clicquot, Dom Pérignon, Ruinart, Krug e Moët & Chandon - ha affermato che la sua azienda rischia di “esaurire le scorte” degli Champagne di punta prima di Natale. Il motivo principale è la forte richiesta dagli Stati Uniti, ma c’è anche altro: le restrizioni imposte dalla pandemia fanno emergere un desiderio sempre più forte di divertimento e lusso. Per Schaus questo periodo storico è addirittura paragonabile ai ruggenti Anni Venti del Novecento, “Roaring 20s”.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Cooperative & Giuristi del Vino: “si apra alla genetica e alle varietà resistenti per i vini Doc”
La genetica nel vino è un tema chiave del futuro. E se c’è chi la vede come un pericolo per la tipicità dei vini e per la qualità, c’è chi invece ci vede una delle chiavi di volta per il futuro del settore, e per vincere sfide come quella del cambiamento climatico e della sostenibilità, guardando, per esempio, a varietà resistenti che richiedano meno trattamenti e meno acqua. Ed ora un segnale chiaro in questo senso arriva da una parte importante del vino italiano, ovvero quella delle cooperazione, che incide per la metà della produzione nazionale. “Occorre procedere con unità d’intenti e massima coesione tra il mondo del vino e quello della ricerca, per provare a superare gli attuali ostacoli normativi che impediscono l’utilizzo di varietà resistenti e tolleranti alle fitopatie per la produzione dei vini Doc e, sul fronte delle Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea), la sperimentazione in campo”. Appello lanciato a Mezzacorona, nel convegno organizzato e promosso da Alleanza Cooperative Agroalimentari e dall’Ugivi-Unione Giuristi della Vite e del Vino, incentrato su “Il ruolo dell’innovazione genetica per un nuovo modello di viticoltura: strumenti, ostacoli e tempistiche”. Un tema inevitabilmente legato alle recenti politiche europee, dal Green Deal alla più recente proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, che prevedono una sostanziale riduzione dei fitofarmaci entro il 2030. Ma “occorre modificare il Testo unico della vite e del vino e l’impostazione del registro delle varietà di vite - ha dichiarato il presidente del Comitato Nazionale Vini Dop e Igp, Attilio Scienza, decano di viticoltura, docente all’Università di Milano e da sempre sostenitore della genetica applicata alla vite - che pongono dei limiti normativi rispetto alla possibilità di introdurre ed utilizzare le varietà resistenti per la produzione dei vini Dop. La ricerca sta lavorando da decenni su questo fronte , ora occorre solo un’iniziativa legislativa e, soprattutto, che qualcuno faccia il primo passo. Rispetto alle Tea, le Tecniche di Evoluzione Assistita, non bisogna farsi illusioni: anche quando ci verrà data l’autorizzazione, occorrerà molto tempo prima di poter produrre le piante di vite ottenute con le nuove tecnologie che poi devono essere inserite nei disciplinari” (continua in approfondimento).
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Crisi a tavola, ma il comparto vale 580 miliardi
Il caro-prezzi e l’inflazione si fanno sentire anche a tavola, dove più di un italiano su due (52%) ha tagliato sul cibo. Ma le strategie per risparmiare non si fermano qui: la metà degli italiani (50%) ha deciso di ridurre o rinunciare al forno elettrico, mentre il 35% ha tagliato l’uso dei fornelli a gas. Come se non bastasse la crisi, ci sono le “follie” che arrivano dall’estero: dai piatti a base di insetti all’etichetta Nutriscore che boccia l’olio d’oliva, dal vino dealcolato ai kit con le polveri per fare vino e formaggi. Eppure oggi il cibo è la prima ricchezza dell’Italia, con un valore di 580 miliardi di euro nel 2022: il made in Italy a tavola rappresenta quasi un quarto del Pil nazionale. É quanto emerge al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione n. 20, promosso da Coldiretti, oggi e domani a Roma.
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Focus
Legge di Bilancio, le misure “per l’agricoltura”
Nella Legge di Bilancio 2023, presentata ieri dal Governo, che peserà sul bilancio dello Stato 35 miliardi di euro, c’è molto che riguarda da vicino il mondo agricolo. Prima di tutto, la volontà di reintrodurre la modalità di impiego di personale temporaneo con il meccanismo dei voucher Inps (aboliti nel 2017), solo per alcuni settori - aziende agricole, horeca (ristoranti, hotel e bar) e lavoro domestico (colf e delle badanti) - e con due limiti, comunque superiori a quelli della versione precedente: il tetto all’utilizzo dei voucher passa da 5.000 ai 10.000 euro a lavoratore, e il limite di dipendenti dell’azienda che ne usufruisce da 5 a 10. Tra le tante misure di sostegno alle famiglie e alle imprese, un fondo da 500 milioni di euro destinato alla “Carta Risparmio Spesa”, per redditi bassi fino a 15.000 gestita dai Comuni e volta all’acquisto di beni di prima necessità. In sostanza, dei buoni spesa, che potrebbero rivelarsi di straordinaria importanza nel sostegno dei consumi alimentari e, di conseguenza, della filiera agroalimentare. Nella bozza circolata in queste ore, anche il Fondo per la Sovranità Alimentare, con una dotazione di 25 milioni all'anno tra il 2023 ed il 2026, ed il “Fondo per la digitalizzazione agricola”, con 75 milioni di euro all'anno tra il 2023 ed il 2025. 
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Cronaca
Coop e Fipe contro la violenza sulle donne
Due milioni di confezioni di latte Uht a marchio Coop con impresso in evidenza il numero antiviolenza 1522, cui faranno seguito altre 15 referenze per arrivare a coprire a fine 2023 le etichette di 1.000 prodotti a marchio. È l’imponente campagna di sensibilizzazione lanciata da Coop per la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” con l’Associazione Differenza Donna, che gestisce il 1522. E con il progetto “#SicurezzaVera”, anche la Fipe trasforma i pubblici esercizi in presidi di legalità e porti sicuri per le donne vittime di molestie.
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Wine & Food
I Mondiali di calcio in Qatar spingono le importazioni di vino. Con la Francia “campione”
Nel 2021, in Qatar, dove gli alcolici sono proibiti dalla legge, salvo alcune eccezioni per hotel e così via, sono stati importanti 11 milioni di euro di vino, il 73% di stampo francese. Ma l'effetto Mondiali di calcio si sente, e secondo  Nomisma Wine Monitor, nei primi 8 mesi di quest’anno, le esportazioni di vino in Qatar sono cresciute del 243% (a volume) sullo stesso periodo dell’anno precedente, arrivando già a fine agosto a superare i 25 milioni di euro di valore e i 3,4 milioni di bottiglie. Se la Francia domina (+381%), con Champagne e rossi di Bordeaux in testa, cresce anche il Belpaese (+220%). “Per l’Italia emergono il Prosecco (20% di tutte le bottiglie di vino italiano spedite nel paese dei Mondiali), i bianchi Dop del Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, nonché i rossi Dop della Sicilia” spiega Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma.
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Il vino italiano in Uk, tra promozione, sostenibilità e curiosità, secondo Walter Speller
La firma Italiana per Jancis Robinson, alla scoperta dell’“altro Piemonte”, attraverso il Cortese, con la cantina Hic et Nunc, a Vignale Monferrato: “sono dispiaciuto per la Brexit, ma ora il Regno Unito è un Paese Terzo, e questo aiuta per la promozione con i fondi Ocm. La sostenibilità ormai è il topic n. 1, difficile vendere e raccontare un vino che, in qualche modo, non sia sostenibile. Gli appassionati cercano di più dei grandi classici già conosciuti, come raccontano i tanti vini del Piemonte che vanno oltre Barolo e Barbaresco.
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