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N. 2.917 - ore 17:00 - Martedì 9 Giugno 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Nel mondo che rialza la testa e, con senso di responsabilità, prova a mettere da parte la paura e ripartire, il vino giocherà un ruolo fondamentale. Non solo in cantina, dove si torna pian piano a riaprire le porte agli enoturisti, ma anche nei due templi della cultura enoica mondiale: la Cité du Vin di Bordeaux ed il Museo del Vino di Torgiano, in Umbria, della Fondazione Lungarotti. Il primo, polo interattivo e tecnologico nato 4 anni fa sulle sponde della Gironda, ripartirà il 19 giugno. Il 21 giugno sarà la volta del museo del vino più importante al mondo, voluto nel 1974 dalla famiglia Lungarotti, che oggi custodisce 3.000 opere, attraverso 5.000 anni di storia. |
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Tarare ad hoc misure diverse, tra quelle di cui si parla (vendemmia verde, distillazione di crisi, stoccaggio, taglio d’annata) per i diversi territori ed i diversi vini, sperando che arrivino presto risposte a livello nazionale ed europeo; ripartire con la promozione, tanto sul territorio che nei mercati mondiali, appena possibile, magari con una visione strategica a livello di Paese, sfruttando questa crisi gravissima imposta dal Covid per fare un passo in avanti di cui da anni si parla, ma che non si è mai concretizzato. Sono i binari sui cui deve tornare a marciare la locomotiva del vino italiano, secondo Filippo Mobrici, alla guida del Consorzio della Barbera d’Asti e vini del Monferrato e di Piemonte Land, il “Consorzio dei Consorzi” dei vini della Regione Piemonte. Con riflessioni che arrivano da una Regione che, dalla nobiltà del Barolo e del Barbaresco alla quotidianità della Barbera, dai bianchi del Gavi alle bollicine dell’Asti e dell’Alta Langa, è una sorta di cartina tornasole del vino italiano, coprendo, come poche, ogni tipologia e fascia di posizionamento sul mercato. “La crisi ha toccato praticamente tutti i vini, ma con delle particolarità e delle differenze. I vini da grande occasione sicuramente sono quelli che hanno patito e stanno patento di più”, racconta Mobrici. Che, con Piemonte Land, per superare l’emergenza, ha strutturato “tante proposte diverse, perché il vino piemontese, come del resto quello italiano, è un mondo variegato, non c’è una soluzione uguale per tutti”, tarando sul locale le misure di cui si discute a livello nazionale, dalla distillazione di crisi volontaria, alla vendemmia verde, fino ai contributi allo stoccaggio. “E non dimentichiamo la promozione, di cui c’è un grande bisogno per tornare sui mercati del mondo, e nelle posizioni che ci competono. Ma ci sono tanti aspetti da affrontare, dalla mancanza di manodopera alla liquidità. La prima cosa da fare è ripartire sul territorio, ma servirebbe soprattutto che il vino italiano parlasse una sola lingua - conclude Mobrici - noi abbiamo tanti rappresentanti, e questa può essere una forza, ma può diventare una debolezza. Io dico che sarebbe ora che il Piemonte e l’Italia facessero un passo in avanti in questo senso”. |
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Sono state settimane durissime per il vino italiano, con il lockdown che ha rallentato le esportazioni, azzerato l’enoturismo e annullato i consumi horeca, il canale più importante, e le vendite online che, nonostante una crescita mirabolante, non sono state certo sufficienti a fermare l’emorragia. Adesso, però, dopo qualche incertezza iniziale, la ristorazione sembra, pian piano, aver imboccato la strada. Un timido segnale, ma importante, arriva anche dai dati di vendita del Gruppo Meregalli, uno dei principali distributori in Italia. “Nell’ultima decade di maggio, quando ancora molti non erano aperti, noi abbiamo fatto un -12% di fatturato sul 2019, che era stato da record, e vista la situazione è comunque un segnale; e, a metà mese, tutti i nostri clienti saranno tornati al lavoro”, ha raccontato, a WineNews, Marcello Meregalli, alla guida del gruppo. |
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Per il vino italiano è un giorno destinato a restare negli annali, perché accade raramente, per non dire mai, che un lotto di etichette del Belpaese sfiori i 100.000 euro: 96.000, per l’esattezza, a tanto sono state assegnate le 56 magnum di Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, dal 1990 al 2010, sotto il martello - virtuale - di Aste Bolaffi. Mai un lotto tricolore aveva raggiunto cifre del genere, dove solo i grandi di Borgogna e Bordeaux osano, a testimonianza di come la storica griffe delle Langhe guidata oggi da Roberto Conterno (che abbiamo avuto il piacere di incontrare in gennaio 2020, link nell’approfondimento) sia ormai un punto di riferimento internazionale per i grandi collezionisti, come dimostrano non solo le aggiudicazioni da capogiro toccate in asta, ma anche le performance sul mercato secondario dei fine wine, dove da inizio anno è tra le etichette più scambiate, raggiungendo quotazioni di assoluto rispetto, come le 12.780 sterline a cassa dell’annata 2010. Facendo un passo indietro nel tempo, al netto ovviamente delle aste charity, resta saldo il record della singola bottiglia, toccato dai 30 milioni lire per un Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi 1891, nel 2000, a Roma, nell’asta organizzata dal Gambero Rosso, sotto il martello della casa d’aste di Firenze Pandolfini. |
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Un calice di vino per rompere il ghiaccio, abbattere barriere culturali ed esplorare i temi della diversità all’insegna della convivialità e della condivisione. È lo spirito che, dal 19 al 28 giugno, in concomitanza con la “Milano Pride Week”, animerà la Rainbow Edition dei WineTelling, aperitivi virtuali (in sei puntate speciali) trasmessi in diretta da locali e indirizzi Lgbtqi della città sul canale Instagram della “Milano Wine Week”, di scena dal 3 all’11 ottobre 2020, a Milano, tra il virtuale e il reale. |
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Considerato il più grande genio italiano di sempre, Leonardo da Vinci, nella sua immensa attività artistica e scientifica, oltre ad aver firmato capolavori come La Gioconda o il Cenacolo, ha teorizzato “ante litteram” invenzioni come l’elicottero, uno scafandro per le immersioni sott’acqua, e addirittura una rudimentale calcolatrice. Se fosse esistito oggi, probabilmente, avrebbe anticipato tante innovazioni diventate parte del nostro quotidiano. Come l’e-commerce, oggi al centro delle cronache. Leonardo, che fu anche viticoltore con la vigna che, a Milano, gli regalò Ludovico Il Moro, dovrà “accontentarsi” di vedere i vini prodotti con il suo metodo a portata di click per gli enoappassionati di tutto il mondo, grazie al portale e-commerce, lanciato dalle Cantine Leonardo da Vinci, uniche titolari del marchio legato al genio. |
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Le risorse sono state stanziate, adesso è il momento di utilizzarle, definendo una cornice generale di intervento per le diverse misure, dalla vendemmia verde alla distillazione di crisi, passando, in un contesto più grande, per la promozione. Il settore vitivinicolo, tra burocrazia e complessità progettuale, lavora sulla risposta alla crisi, cercando la convergenza che si confà ad uno dei pilastri dell’economia del Belpaese, come spiega a WineNews Ottavio Cagiano, direttore generale di Federvini. |
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