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WineNews
N. 2.834 - ore 17:00 - Lunedì 10 Febbraio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Wine business, parola d’ordine “partnership”
Nel mondo del vino è sempre più tempo di partnership. Tra le ultime, quella di uno dei critici ed organizzatori di eventi più seguiti nel mondo del vino, James Suckling, e Wine.com, il più grande portale di e-commerce degli Stati Uniti (150 milioni di dollari il fatturato nel 2019, oltre 1 miliardo di dollari dalla fondazione), attraverso il quale i partecipanti agli eventi di Suckling in Usa, potranno acquistare i vini selezionati dal critico, ma anche scansionare le etichette e dare dei punteggi. Mentre in Francia, il Groupe Figaro, editore de “Le Figaro” e di “Figaro Vin”, ha comprato il portale Uk dedicato ai rating dei fine wine, Wine Lister.
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Primo Piano
Usa, ancora riflettori accesi sul vino italiano: Belpaese protagonista al “Grand Tour” di WS
Ora come non mai, l’Italia del vino ha bisogno di essere presente e protagonista negli Stati Uniti, suo primo mercato straniero, che vive la paura dei possibili nuovi dazi sul vino europeo, che potrebbero colpire anche il Belpaese. Che, pur essendosi salvato dal primo round che ha visto colpire, con tariffe al 25%, i vini di Francia, Spagna e non solo, ha risentito del clima negativo, con un calo, solo a dicembre 2019, del -7% in valore sullo stesso periodo 2018, con un -12% sui vini fermi, chiudendo comunque l’anno, nel complesso, in positivo, in crescita del +4,2% a 1,75 miliardi di euro (dati dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor). E, così, diventano fondamentali tutte le occasioni di promozione sul mercato degli States, per mantenere e rafforzare questo trend di crescita, nel 2020, nella migliore delle ipotesi, o per contrastare il più possibile l’impatto dei dazi. Tra gli eventi, uno dei più importanti, poiché firmato dalla rivista enoica più letta in Usa, è il “Grand Tour 2020” di Wine Spectator, che toccherà città fondamentali per l’economia e per la politica americana, come Chicago il 22 aprile, Las Vegas il 25 aprile e Washington Dc il 1 maggio. Ed a testimonianza di una voglia di bere italiano che non conosce crisi, in America, tantissime, come sempre, sono lo cantine italiane selezionate dal magazine americano di Marvin Shanken, con tanti dei nomi più importanti dell’Italia del vino, dal Piemonte alla Sicilia. Con una grande “nazionale” del vino, che ha per “convocati” nomi come Aldo Conterno, Allegrini, Altesino, Antinori, Bastianich, Bindi Sergardi, Boscarelli, Brancaia, Cà del Bosco, Caiarossa, Caparzo, Carpineto, Casanova di Neri, Castellare di Castellina, Castello Banfi, Castello di Albola, Castello di Monsanto, Castello di Volpaia, Ceretto, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Damilano, Elena Walch, Fattoria dei Barbi, Fèlsina, Ferrari, Feudi di San Gregorio, Fontodi, Fuligni, Giovanni Rosso, Jermann, La Gerla, Lamole di Lamole, Livio Felluga, Marchesi de’ Frescobaldi, Marchesi di Barolo, Marco Felluga, Masciarelli, Masi, Mastroberardino, Mazzei, Michele Chiarlo, Nino Negri (Gruppo Italiano Vini), Paolo Scavino, Pasqua, Pio Cesare, Planeta, Ratti, Rocca delle Macìe, San Felice, Siro Pacenti, Tenuta di Biserno, Tenuta San Guido, Tenuta Sette Ponti, Tolaini, Val di Suga, Valdicava, Vietti e Zenato.
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Fine wine, anche il 2020 “parla” italiano
Il 2020 dei fine wine si è aperto sulla falsa riga del 2019 appena concluso: in calo, con l’Italia, invece, in netta controtendenza. A dirlo i dati di inizio anno, al 31 gennaio, del Liv-Ex, piattaforma di riferimento del mercato secondario dei grandi vini del mondo. Se il Liv-Ex Fine Wine 100, indice di riferimento della piattaforma, segna un -0,22% da inizio anno, l’Italy 100, dedicato al Belpaese, cresce del +0,77%. Un indice formato dalle ultime 10 annate fisiche dei grandi Supertuscan, ovvero Masseto, Ornellaia, Sassicaia ed il “trittico” di Antinori formato da Solaia, Tignanello e Guado al Tasso, e ancora da diverse annate di Sorì San Lorenzo, Barbaresco e Sperss di Gaja, e ancora di Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno che, come già successo in tutto il 2019, ha messo a segno la crescita più importante, in un quadro sostanzialmente negativo.
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Focus
Gli Oscar, tra temi ambientali e alta cucina 
Per qualche ora, Los Angeles, con la notte degli Oscar dove ha trionfato il film sudcoreano “Parasites”, è stata al centro del mondo. E, in qualche modo, ha toccato anche temi come quello della tutela dell’ambiente, e dell’alta cucina, in maniera del tutto peculiare. Tra i film in gara, infatti, in nomination c’era anche “Honeyland”, che racconta la storia dell’ultima donna “cacciatrice di api” d’Europa, intrecciando tematiche come la salvaguardia dell’ambiente, la vita delle comunità agricole e dei nomadi, e non solo. Ma, nelle stesse ore, a Hollywood, era protagonista anche l’alta cucina italiana, con il suo esponente n. 1, Massimo Bottura, amatissimo anche da tanti protagonisti della scena hollywoodiana (come testimoniano le tante foto scattate su Instagram dallo stesso Bottura, con personaggi freschi di Oscar appena vinto come Elton John, per la miglior canzone originale per “Rocketman”, film che racconta la vita del grande cantante inglese, o Brad Pitt, miglior attore non protagonista per “C’era una volta … a Hollywood”, o ancora come l’attrice Salma Hayek), presenti al party per il lancio della “Gucci Osteria”, nuovo step della partnership tra lo chef ed uno dei marchi italiani della moda più celebri nel mondo, che aprirà il 17 febbraio a Beverly Hills.
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Cronaca
A Londra spunta l’“Apm”
Arriva da Londra l’ultimo caso di italian sounding: una vineria della città, la Vagabond Wines, ha “sostituito” una macchinetta Atm con una “Apm”, acronimo che sta per “Automatic Prosecco Machine”, e sarebbe un distributore automatico di calici di prosecco. Ma, se per qualcuno può trattarsi di una specie di “tributo”, il Consorzio di tutela del Prosecco Doc non ha fatto attendere il suo commento, spiegando come “si tratti evidentemente di una frode nei confronti dei consumatori inglesi, oltre che un serio danno di immagine per la noi”.
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Wine & Food
Toscana e Piemonte insieme per raccontare il bello e il buono: nasce il “patto del gusto”
Se “l’unione fa la forza”: Piemonte e Toscana, due delle regioni simbolo del successo dell’eccellenza made in Italy nel mondo, hanno siglato una “sorta di patto del gusto”, una convenzione, chiamata “Discover the Differences”, tra Toscana Promozione Turistica e l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, che dà di fatto vita ad itinerari all’insegna dell’enogastronomia, che spaziano dalla Valdichiana e la Val d’Orcia, Patrimonio Unesco dal 2004, all’altro sito Patrimonio dell’Umanità che sono le Langhe e il Monferrato, territori che hanno dato i natali ad alcuni dei più prestigiosi vini italiani, dal Brunello di Montalcino, il Nobile di Montepulciano e l’“antico” Moscadello, conosciuto fin dal Rinascimento, fino al Barolo, al Barbaresco e alla Barbera d’Asti, per citarne solo alcuni.
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WineNews.tv
L’appeal della Toscana del vino nel mondo, tra certezze, grandi classici e qualche novità
Da Buy Wine, a Firenze, i trend sui vini del “Granducato” dai quatto angoli del pianeta, nel racconto di buyer che arrivano da mercati storici come gli Usa, a quelli nuovi ed insospettabili come l’Angola, passando per Russia, Canada, Svezia, Australia, Sud Corea, Singapore e Brasile. Dove emerge il dominio, anche nella conoscenza, dei grandi rossi, dal Brunello di Montalcino al Chianti Classico, dal Nobile di Montepulciano al Chianti, ma con i bianchi come la Vernaccia di San Gimignano, o il vermentino dalla costa, che conquistano sempre più spazio.
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