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WineNews
N. 3.534 - ore 17:00 - Martedì 25 Ottobre 2022 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Vino, cresce il valore dell’export mondiale
Nel mondo si muove meno vino, ma a valori maggiori. Con gli spumanti che continuano la loro crescita portentosa, in atto ormai da anni. Secondo i dati doganali di diversi Paesi analizzati dall’Osservatorio del Mercato Vinicolo Spagnolo (OeMv), le esportazioni mondiali, tra giugno 2021 e giugno 2022, sono diminuite del -0,9% in volume, per 10.803 milioni di litri, a fronte di un valore di 36.258 milioni di euro, record assoluto, con una crescita del 10,9%, ed un prezzo medio cresciuto dell’11,8%, salito da 3 a 3,36 euro al litro. Con gli spumanti a +14% in volume, per 1.123 milioni di litri, e del 27,8% in valore, a 8.257 milioni di euro.
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Primo Piano
Agricoltura, made in Italy, sostenibilità: il discorso del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni
“L’Italia deve tornare ad avere una politica industriale, puntando su quei settori nei quali può contare su un vantaggio competitivo. Penso al marchio, fatto di moda, lusso, design, fino all’alta tecnologia. Fatto di prodotti di assoluta eccellenza in campo agroalimentare, che devono essere difesi in sede europea e con una maggiore integrazione della filiera a livello nazionale, anche per ambire a una piena sovranità alimentare non più rinviabile. Che non significa, ovviamente, mettere fuori commercio l’ananas, come qualcuno ha detto, ma più banalmente garantire che non dipenderemo da Nazioni distanti da noi per dare da mangiare ai nostri figli. Penso alla favorevole posizione dell’Italia nel Mediterraneo e alle opportunità legate all’economia del mare, che può e deve diventare un asset strategico per l’Italia intera e in particolare per lo sviluppo del meridione”. È uno dei passaggi del discorso programmatico, presentato questa mattina alla Camera dei Deputati, e poi consegnato al Senato della Repubblica, del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che tra temi e concetti, è tornata a toccare, come già fatto in passato, e come abbiamo riportato ieri, il tema dell’agricoltura e del made in Italy, che sembra essere più centrale che in passato nel programma del Governo. E citando la bellezza, legata anche ai paesaggi, a la sostenibilità “con l’uomo al centro”, come già fatto nella sua prima uscita post elezioni da Coldiretti, la Meloni sottolineato un aspetto che sembra rispondere alle richieste di minore burocrazia, e di un rapporto diverso tra imprese, cittadini e Stato, arrivato in questi mesi anche da parte delle filiere dell’agricoltura, dell’agroalimentare e del vino. “Serve una rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo, che deve essere paritetico e di reciproca fiducia. Il motto di questo Governo sarà: “non disturbare chi vuole fare”. Le imprese chiedono soprattutto meno burocrazia, regole chiare e certe, risposte celeri e trasparenti. Abbiamo bisogno di meno regole, più chiare per tutti e di un nuovo rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, perché il cittadino non si senta parte debole di fronte a uno Stato tiranno che non ne ascolta le esigenze e ne frustra le aspettative” (continua in approfondimento). 
Approfondimento su WineNews.it
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Canada, passione bollicine (e Prosecco)
La domanda dei vini spumanti in Canada è cresciuta del 50% negli ultimi 5 anni, ed è destinata ad espandersi di un ulteriore 30% nei prossimi 5. Un’onda lunga, quella analizzata da Wine Intelligence, cavalcata dal Prosecco, capace di performance superiori alla media, tanto che se nel 2016 solo una bottiglia di sparkling su cinque stappate in Canada era di Prosecco, oggi le bollicine venete e friulane rappresentano oltre il 30% dei consumi della categoria. Molta di questa domanda è legata alla popolarità crescente degli sparkling, tanto che il numero di consumatori ha fatto segnare un +21% negli ultimi tre anni, soprattutto grazie ai Millennials. In termini prettamente numerici, dal 2019 il Canada ha registrato un milione di nuovi consumatori di bollicine, ed oggi il 42% di tutti gli amanti degli sparkling rientra nella fascia di età 25-39 anni. 
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Focus
Pasta italiana all’estero, vince quella “al dente”
La pasta è uno degli elementi trainanti per il successo dei ristoranti italiani all’estero: lo dice, per il “World Pasta Day” che si celebra oggi, una ricerca di Unione Italiana Food, realizzata in collaborazione con Fic - Federazione Italiana Cuochi e Ita - Italian Trade Agency, intervistando 60 cuochi e ristoratori italiani attivi in Germania, Francia, Uk, Stati Uniti, Giappone ed Emirati Arabi Uniti, tutti Paesi che rappresentano la spina dorsale dell’export di pasta italiana. Secondo lo studio, per l’82% dei ristoranti interpellati (le punte più alte in Giappone e Francia), il consumo di pasta è aumentato. E infatti la pasta è molto importante nel determinare il successo del locale per il 67% dei ristoratori (addirittura l’80% in Francia e Germania). Il 50% dei consumi di pasta nei ristoranti è coperto da pasta secca lunga, come spaghetti, linguine, bucatini e soprattutto liscia. Si cucina seguendo il modello consueto (67%), con acqua che bolle e fuoco acceso fino al raggiungimento dei tempi previsti, poi scolata e condita o al massimo (30%) risottandola (cioè cuocendola in padella con il condimento). Praticamente sconosciuta la cottura cosiddetta passiva. In compenso, la filosofia della pasta al dente, tipica dell’approccio italiano alla pasta, si è affermata anche all’estero: lo afferma l’82% dei cuochi interpellati.
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Cronaca
Vino e aste, Finarte protagonista a Milano
Vecchie annate di  Chateau Lafite Rothschild, come la 1974, o le tante, a partire dalla 1931, di Barolo Borgogno (con 1.900 bottiglie in catalogo dalla più grande collezione privata dedicata alla cantina), e ancora grandi griffe d’Italia e di Francia, come Tenuta di Biserno, Domaine de la Romanée-Conti, Dom Pérignon, Sassicaia, Tigananello, Ornellaia, passando per i grandi di Barbaresco, Barolo, Brunello e Amarone, e chicche da ogni parte d’Italia: tante le occasioni per gli enoappassionati nei due giorni di asta mandati in scena da Finarte, a Milano, il 27 ed il 28 ottobre.
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Wine & Food
“Osterie d’Italia 2023”, by Slow Food, elogio di una ristorazione che piace
Il Premio Miglior Oste a Roberto Casamenti e Alessandra Bazzocchi di “La Campanara” di Pianetto di Galeata, il Premio Miglior Carta dei Vini a “Devetak” di Savogna d’Isonzo, il Premio Miglior interpretazione della cucina regionale all’ “Osteria Sora Maria e Arcangelo” di Olevano Romano, il Premio Novità a “Casa Colet” di Monastero di Vasco, il Premio Miglior Giovane a Greta Gemmi di “Al Resù” di Lozio, il Premio Miglior Dispensa all’ “Enoteca della Valpolicella” di Fumane, il Premio Selezione Bere Bene a “Controvento” di Porto Sant’Elpidio, “Ada” di San Sperate e “Da Roberto Taverna in Montisi” a Montalcino. Ecco i premi speciali assegnati dalla guida “Osterie d’Italia 2023” Slow Food, a cura di Francesca Mastrovito ed Eugenio Signoroni. L’edizione n. 33 raccoglie 1.730 indirizzi, con 270 locali premiati con la Chiocciola, ovvero l’eccellenza (elenco in approfondimento).
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WineNews.tv
Vino e cibo sono metà della grande bellezza d’Italia. Celebrata nella Firenze del Rinascimento
Grandi chef e produttori nel racconto WineNews dal Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove Vasari già celebrava i territori del vino. Voci, immagini e la “grande bellezza”, italiana al 100%, protagonista dei “The Golden Vines Awards”, gli “Oscar” dei fine wines. In un contesto in cui assaggiare vino ed alta cucina fa pensare alla bellezza dell’opera e del lavoro dell’uomo in simbiosi con l’ambiente. E che il sublime esiste nell’unione tra il bello e il buono.
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