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N. 3.611 - ore 17:00 - Mercoledì 15 Febbraio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Con 326 milioni di bottiglie vendute nel 2022 (+1,6% sul 2021), ed un fatturato export che ha raggiunto i 4,2 miliardi di euro, lo Champagne conferma un certo dinamismo, che gli ha permesso di riprendersi in fretta dallo shock della crisi sanitaria ed economica del 2020. I vigneti, però, sono fragili, e soggetti ai cambiamenti climatici, e per affrontare le sfide della produzione e della qualità, il Comité Champagne ha previsto un piano di investimenti da 10 milioni di euro, che definisce la strategia globale per affrontare le sfide del decennio a venire, presentato ieri a Wine Paris & Vinexpo Paris, che comprende un nuovo centro di ricerca e l’obiettivo “Net Zero” nel 2050. |
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Attesi e inevitabili, dopo mesi e mesi di aumenti di costi energetici e, soprattutto, di materie prime “secche”, vetro in testa, stanno arrivando anche gli aumenti dei listini delle cantine italiane, in una fase dell’anno in cui si vanno definendo i contratti con la grande distribuzione organizzata. Difficile individuare una forbice percentuale precisa, in un panorama tanto vasto e variegato come quello del vino italiano, dove si parte da prezzi franco cantina anche inferiori a 2 euro a bottiglia, per arrivare a diverse decine di euro “a tappo”. Anche se il range più gettonato pare quello che va tra il +8% ed il +15%. Che, a detta di molti, è meno di quanto servirebbe per assorbire l’aumento dei costi di produzione, (che, nel 2022, secondo Unione Italiana Vini - Uiv, hanno visto un aumento di 1,5 miliardi di euro nel complesso), a partire dal vetro, che è praticamente raddoppiato. In ogni caso, anche aumenti percentuali dei prezzi a bottiglia come quelli paventati, hanno impatti diversi a seconda delle variabili. Sono un problema enorme soprattutto sui vini di prezzo più basso, dove il margine a bottiglia è rappresentato da poche decine di centesimi di euro, e con una Gdo, principale destinataria di questi vini, restia ad accettare rialzi che andrebbero riversati al consumo, con la paura (condivisa con i produttori) di vedere un calo dei consumi in tutto quello che è l’“entry level”. Mentre meno complessa è la situazione tra ristorazione ed horeca, e dove l’aumento di qualche euro a bottiglia, se ben spiegato, raccontato e motivato, sembra essere accettato senza particolare difficoltà dal mercato. È il quadro di sintesi estrema, in un panorama quanto mai complicato, tracciato da WineNews, che, su un tema caldissimo, ha sentito oltre 50 produttori diversi, tra cooperative, piccole cantine (soprattutto da Valpolicella e Langhe) e realtà private che lavorano su numeri importanti e su mercati diversi per canale e posizionamento (da Banfi a Cantina Valpolicella Negrar, da Cadis1898, ex Cantina di Soave, ad Argea, e Settesoli), ma anche player della distribuzione, come Coop, e rappresentanze della filiera, come i Consorzi di Chianti, Doc Delle Venezie, Prosecco Doc e Chianti Classico, passando per Federvini (le interviste in approfondimento). |
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L’export di wine & spirits francesi, nel 2022, è cresciuto del 10,8%, raggiungendo un nuovo record, a 17,2 miliardi di euro, come raccontano i dati pubblicati oggi dalla Fevs, la Fédération des Exportateurs de Vins & Spiriteux de France, che sottolineano anche il calo dei volumi (-3,8%) ed il peso specifico (tutto da calcolare, ma ben chiaro) dell’inflazione. La bilancia commerciale è in positivo per 15,7 miliardi di euro (+10,3%), rendendo quello dei wine & spirits il secondo settore con il più alto surplus dietro all’industria aeronautica. Il solo vino vale 11,6 miliardi di euro, grazie ad una crescita del +10,2%, e a volume ha mosso 135,4 milioni di casse commercializzate nel mondo. Lo Champagne vale sui mercati 4,2 miliardi di euro (+20%), mentre i vini a denominazione fermi sfiorano i 5,6 miliardi di euro (+6%). |
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Oggi 7 bottiglie su 10 di vino Nobile di Montepulciano, - prima denominazione ad aver ottenuto la certificazione di sostenibilità Equalitas - volano in tutto il mondo (nel 2022 sul mercato sono andate 7,1 milioni di bottiglie, +6% sul 2021), con un valore alla produzione di 65 milioni di euro, e un valore complessivo, tra patrimonio e indotto, che sfiora 1 miliardo di euro (in approfondimento). Ma il vino del territorio era protagonista del mercato già nel Medioevo. Come testimonia un raro contratto di mercatura del 17 ottobre 1350, conservato nell’Archivio di Stato di Firenze, ritrovato grazie alla ricerca promossa dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, guidato da Andrea Rossi e diretto da Paolo Solini. È la registrazione notarile di una società di commercializzazione ed esportazione del vino prodotto nelle vigne della famiglia signorile dei Del Pecora di Montepulciano. La pergamena, presentata oggi ad “Anteprima Nobile di Montepulciano 2023” testimonia, come dice lo storico Repetti nel suo famoso Dizionario (Firenze, 1839) che il “vino squisito di Montepulciano, ... s’inviasse all’estero da tempi assai remoti”, e fu scritta pochi anni dopo la redazione degli Statuti di Montepulciano del 1337 che normavano la produzione, la vendita e la fiscalità del prodotto enologico per il quale la città era già nota in quel tempo. |
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Il più grande gruppo del lusso al mondo, LVMH, guidato da Bernard Arnault, l’uomo più ricco del globo, torna ad investire in Provenza, terra d’elezione dei migliori rosati di Francia. Dopo Château du Galoupet e Château d’Esclans, attraverso Moët Hennessy, il suo ramo wine & spirits, ha comunicato l’acquisizione di una quota di maggioranza del capitale di Minuty, leader di mercato con 9 milioni di bottiglie vendute nel mondo, dalla famiglia Matton, che resterà nella proprietà dell’azienda. |
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Il mix delle vendite 2022 dell’imbottigliato a marchio Gallo Nero parla chiaro: la crescita delle tipologie di maggior valore del Chianti Classico, la Riserva e la Gran Selezione (che, dal 1 luglio 2023, potrà avere in etichetta anche le Uga, le menzioni geografiche aggiuntive del Chianti Classico), crescono con decisione, e valgono ormai il 45% della produzione ed il 56% del fatturato. Un dato confortante sul posizionamento di prezzo dei vini del territorio, che progressivamente sta muovendosi verso l’alto nel proprio processo di valorizzazione. Dalla “Chianti Classico Collection” 2023, in approfondimento, i migliori assaggi di WineNews tra il meglio del meglio della produzione del territorio, di annate importanti e diverse come la 2019 e la 2020. |
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Parlano Consorzio e produttori, protagonisti di un territorio che guarda al futuro, tra valorizzazione della qualità, sostenibilità e ricerca in vigna, e che vede intorno al vino un giro d’affari da 1 miliardo di euro. Con le riflessioni dei vertici di cantine come Barone Ricasoli, Antinori, Principe Corsini - Villa Le Corti, Rocca delle Macìe, Cecchi, Lamole di Lamole (Gruppo Santa Margherita) e Carpineto. |
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