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N. 4.034 - ore 17:00 - Martedì 27 Agosto 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | L’Amerigo Vespucci, la nave più bella del mondo, sbarca a Tokyo, insieme a Regione Piemonte e Consorzio Piemonte Land of Wine (che raggruppa tutti i consorzi vitivinicoli piemontesi), per promuovere l’eccellenza del vino della regione. La nave toccherà 28 Paesi per far conoscere il made in Italy. E oggi, nella capitale giapponese, la masterclass by Agenzia Ice e Vinitaly, con 7 vini iconici: Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Ferrari Trento, Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Villa Bucci, Tignanello Marchesi Antinori, Sassicaia Tenuta San Guido, Ornellaia Tenuta Ornellaia, Barolo Vigna Rionda Massolino e Passito di Pantelleria Ben Ryè Donnafugata. | |
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| | Non è un problema economico acquistare un’ottima bottiglia, semmai è affrontare il viaggio per recarsi in una regione vinicola. Generazione X (1964-1980) e Millenials (1981-1996) bevono vino, volentieri e frequentemente, quindi non devono essere convinti: i produttori devono offrire loro nuove strategie per consumarlo. Lo scrive WineGlass Marketing, l’agenzia specializzata nel marketing full-service per il settore del vino, che ha condotto uno studio su 1.613 consumatori abituali statunitensi: 842 appartenenti alla GenX e 771 Millennials. Per far sì che l’indagine portasse ad una tesi finale, WineGlass è partita da alcuni assunti di fondo (il mercato mondiale del vino che va al ribasso e le diffuse campagne anti-alcol nel mondo), e ha cercato di capire come affrontare le varie problematiche connesse. Principalmente, sia GenX che Millennials americani, hanno dichiarato di bere vino 2-3 volte a settimana, con i primi che sembrano, curiosamente, consumarne di meno. Anche sulle preferenze le due generazioni sono allineate: nel mezzo della varietà di bevande alcoliche, il vino è la preferita. Per WineGlass “l’industria del vino non dovrebbe preoccuparsi della concorrenza, ma concentrarsi su come soddisfare meglio la domanda. Il nuovo spazio per il vino non è quello dell’esperienza del lusso, ma della gioia e della condivisione. I produttori farebbero bene a deviare parte del budget destinato alle degustazioni e investirlo per andare incontro ai consumatori nei loro mercati di riferimento”. C’è poi la questione del denaro e l’indagine sfata un mito: i Millennials, quindi i più giovani, si sentono più a loro agio della GenX nello spendere oltre 40 dollari per il vino. Altro elemento importante che emerge dall’analisi è che il 25% dei consumatori abituali non è mai stato in una cantina. “Per raggiungere questo pubblico dobbiamo cambiare la mentalità secondo cui le sale di degustazione sono al centro del business”. In sintesi: il vino deve andare dai consumatori e non viceversa. Le cantine non devono apparire troppo “raffinate”, altrimenti rischiano di essere percepite come restrittive e formali. Infine, le competenze digitali online: “esistono strumenti anche per le piccole imprese per avere siti web efficienti per ordinazioni, cura del cliente e comunicazioni. Va dato il benvenuto a questa nuova era”. | |
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| | Avanti con il progetto di sradicamento delle viti in Francia, misura attesa per riequilibrare domanda ed offerta e non far crollare i valori del vino. Il Ministro dimissionario dell’Agricoltura francese, Marc Fesneau, da Bruxelles, ha mandato un messaggio al Commissario Europeo per l’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, confermando la propria volontà di procedere in questa direzione per un progetto che, come scritto sui suoi canali social, ha “la necessità di concretizzarsi rapidamente, dopo diversi mesi di scambi sul sistema di estirpazione co-costruito con la filiera, in modo che sia operativo entro il 2024. Questo è necessario, urgente e utile per ridare prospettiva al settore. Questa misura strutturale servirà, quindi, da progetto pilota per il Gruppo di Alto Livello della Commissione sull’industria vitivinicola” (in approfondimento). | |
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| | | Da Lady Gaga, protagonista di “Joker: folie à deux” di Todd Phillips, ad Angelina Jolie, Maria Callas nel film di Pablo Larraín (con Pierfrancesco Favino, Valeria Golino e Alba Rohrwacher), da Brad Pitt e George Clooney per “Wolfs” di Jon Watts, a Tilda Swinton e Julianne Moore per “La stanza accanto” di Pedro Almodóvar, da Nicole Kidman con Antonio Banderas in “Baby girl” di Halina Reijn, a Daniel Craig per “Queer” di Luca Guadagnino, tra i 5 film italiani in corsa per il “Leone d’Oro”, con “Campo di Battaglia” di Gianni Amelio, “Vermiglio” di Maura Delpero, “Iddu” di Grassadonia e Piazza con Toni Servillo e Elio Germano, e “Diva futura” di Giulia Steigerwalt con Pietro Castellitto, con “Beetlejuice Beetlejuice” di Tim Burton in apertura e “L’orto americano” di Pupi Avati in chiusura. È una parata di star l’“81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica” di Venezia (da stasera al 7 settembre), amanti anche del vino italiano, come il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, bollicina ufficiale con l’etichetta “Riprese collinari” (e cantine come Ruggeri, Villa Sandi, Val d’Oca, Bortolomiol ...). E se i vini d’Abruzzo sono degli habitué con Masciarelli partner della Terrazza Cinematografo e Fantini della Hollywood Celebrities Lounge, è una “prima” per l’Asolo Prosecco Docg con Montelvini a Casa I Wonder. | |
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| | | Neil Bernardi, Tone Veseth Furuholmen, Benjamin Hasko, Victoria Mason e Wei Xing, ecco, da Usa, Norvegia, Singapore, Uk e Cina, i cinque nuovi Master of Wine, proclamati dal “The Institute of Masters of Wine”, che arriva così a contare 421 membri attivi in 30 Paesi. Italia compresa, dove, per ora, i Master of Wine restano tre, ovvero Gabriele Gorelli, Andrea Lonardi e Pietro Russo, in attesa del “poker”, aspettando la prima donna italiana ad entrare a far parte dell’Istituto inglese, con la bravissima wine educator Cristina Mercuri in pole position. | |
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| | La creazione di una “Città del Vino” a Gelendzhik, località turistica della Russia affacciata sul Mar Nero e a 150 km a sud-est dalla Crimea, finanziata direttamente da Vladimir Putin, il presidente russo impegnato nel conflitto bellico contro l’Ucraina. È l’indiscrezione pubblicata da “Agentstvo”, un sito web russo di giornalismo investigativo indipendente, e rilanciata dal magazine neozelandese “Wine Searcher”. Secondo la testata, il complesso vinicolo che verrà creato sarà uno dei più costosi al mondo e comprenderà la più grande enoteca della Russia, un museo interattivo dedicato al vino, sale di degustazione, una scuola per sommelier e winemaker ed un centro espositivo. La scelta di Gelendzhik non sarebbe casuale: è lì che ha sede “il palazzo di Putin”, una mega-villa dal valore di 1,4 miliardi di dollari e da 17.700 metri quadrati. | |
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| | | Le riflessioni di Luca Rigotti, alla guida del settore vitivinicolo di Confcooperative FedagriPesca. “Il problema n. 1, per tutti, resta il costo del denaro, che penalizza il potere di acquisto dei consumatori, e quindi anche i consumi di vino, e frena gli investimenti e l’operatività delle aziende. La gestione dell’offerta, con i consumi in calo, è centrale. Ma il tema degli espianti, anche temporanei, di cui si ragiona in Ue, è una strada, ma non l’unica via percorribile”. | |
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