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WineNews
N. 3.840 - ore 17:00 - Giovedì 23 Novembre 2023 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Steve McCurry, Alba e il tartufo 
Una collezione di ritratti unica al mondo che, attraverso gli scatti del più grande fotografo della nostra epoca, racconta il profondo rapporto tra uomo e natura nelle Langhe, rappresentato dal legame tra i “trifolao”, i tartufai, e i “tabui”, i loro fedeli cani da cerca, che ci regala il prodotto più pregiato della tavola. È possibile ammirarla al Mudet, il nuovo Museo del Tartufo della Città di Alba, la “capitale” mondiale del tartufo bianco, che ha aperto le porte, nei giorni scorsi, con “Truffle hunters and their dogs”, mostra fotografica permanente di Steve McCurry, frutto del progetto del maestro americano che ha realizzato uno shooting sul territorio.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
L’inflazione fa tornare in tavola i piatti poveri ma l’agroalimentare italiano vale 600 miliardi
Prezzi che salgono, potere di acquisto in caduta libera, abitudini alimentari che cambiano o, meglio, che fanno un tuffo nel passato alla ricerca della semplicità e della cultura locale. In un periodo dove le difficoltà economiche mordono le tasche degli italiani, tornano i piatti tradizionali della cucina “povera” sul 73% delle tavole del Belpaese. Una scelta che non dimentica gusto e sapori grazie alle cosiddette ricette della nonna che consentono di realizzare piatti semplici con ingredienti facilmente reperibili ed economici. Un cambiamento che emerge dall’indagine Coldiretti/Censis, su “La guerra in tavola”, diffusa nel Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio The European House-Ambrosetti, a Roma, alla presenza di tanti rappresentanti del Governo, delle grandi imprese italiane, ma non solo, dove è stata apparecchiata la prima tavola della cucina povera con piatti e ricette che hanno reso grande la cucina italiana e rappresentano l’architrave della sua candidatura a Patrimonio dell’Unesco. Coldiretti ha evidenziato che il cibo è la prima ricchezza dell’Italia con la filiera agroalimentare estesa che sviluppa un fatturato aggregato pari ad oltre 600 miliardi di euro nel 2022. Il made in Italy, dal campo alla tavola, vede impegnati 4 milioni di lavoratori in 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio. A sorridere è anche l’export che fa segnare un nuovo record grazie al balzo dell’8% per le esportazioni alimentari made in Italy nel 2023 (nei primi 8 mesi dell’anno) che indicano un ulteriore balzo sul primato di sempre di 60,7 miliardi fatto registrare nel 2022. Tra i principali Paesi, ad essere cresciuti di più nel 2023, ci sono Francia (14%), Germania (11%) e Gran Bretagna (11%), anche se, per la prima volta, calano gli Stati Uniti (-3%). Un patrimonio che traina anche il turismo con quasi un italiano su tre (31,6%) in viaggio all’estero che cerca locali e ristoranti dove può mangiare i prodotti di casa. Eppure, “nonostante il rischio sempre in agguato di ricette “sbagliate” o ingredienti taroccati, la ristorazione all’italiana - evidenzia Coldiretti - è la più diffusa e apprezzata nel mondo con un valore che raggiunge i 205 miliardi di euro”.
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Vino, investire con il factoring
Investire, per un’azienda, è vitale, in ogni settore. Ma il denaro costa, sempre di più (anche dopo i tanti interventi della Bce), soprattutto se ad erogarlo sono le banche, in particolar modo di questi tempi, in cui, guardando al vino, i consumi sono in frenata, e quindi ci sono meno liquidità e meno flusso di cassa. Ma oggi esistono strumenti che non solo consentono di investire reperendo capitali in maniera vantaggiosa, ed eliminando “costi” per le aziende che derivano, per esempio, dai ritardi nei pagamenti, o da strumenti come l’anticipo fattura. Strumenti come il Factoring o il Reverse-Factoring, come hanno spiegato, nei giorni scorsi (nel business forum Wine2Wine, a Verona), Massimo Boccoli (Hoshin) e Claudio Bergamasco (Gate 39) coordinati da Giovanni Mantovani, già dg Veronafiere e oggi consulente nel settore wine & food (in approfondimento).
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Focus
Il vino sfuso ha il vento in poppa. Ma vale poco
Tra la crescita del private label, di packaging alternativi alla bottiglia di vetro, il boom di vini low alcol ed una crescente attenzione alla sostenibilità, anche nei trasporti di vino, e non solo nella fase produttiva, il vino sfuso sembra avere il vento in poppa. Un segmento che genera valori non enormi nel complesso del mercato del vino (si parla di 2,4 miliardi di euro), ma muove 32 milioni di ettolitri, ovvero oltre il 32% del vino commercializzato nel mondo, almeno tra agosto 2022-agosto 2023, secondo i dati della World Bulk Wine Exhibition, andata in scena, ad Amsterdam, nei giorni scorsi. Da cui, come detto, emergono quattro trend principali. A partire dal “private label”, che, spiega la fiera di Amsterdam, “sono motore economico per molte aziende vinicole senza un marchio ben posizionato. Le etichette private sono in voga, tutti vogliono le loro: supermercati, ristoranti, celebrità”. Si parla si un segmento di mercato che, in Italia, come negli Usa, per esempio, vale intorno all’11% del mercato in volume, ma che in Paesi come il Regno Unito, almeno per i vini fermi, è già oltre il 40% del totale. Il problema, però, resta il valore. Perché stando ai dati di cui sopra, il valore medio di un litro di vino sfuso, è intorno a 0,7 euro. Troppo poco, evidentemente, perché sia davvero remunerativo ed economicamente sostenibile.
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Roma Doc
Cronaca
Il wine & food, stasera, a “Porta a Porta”
Il mondo delle guide alla ristorazione, il vino alla prova della siccità: argomenti quasi sempre appannaggio di appassionati ed addetti ai lavori, che, stasera, però, insieme al tema della “carne sintetica”, entreranno nelle case di milioni di italiani, nel “salotto buono” per eccellenza della tv, ovvero “Porta a Porta”, lo storico talk, condotto da Bruno Vespa, n. 1 degli “anchorman” della televisione italiana e ormai da tempo produttore di vino in Puglia. Dalle 23:30, su Rai 1, con chef stellati, direttori di guide ed il presidente Assoenologi, Riccardo Cotarella.
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Wine & Food
“Diamo vero valore al vino e ai suoi territori”: il Congresso Assoenologi (24-25 novembre)
Se è vero come è vero che il vino, in Italia, è parte integrante della cultura nazionale e dello stile di vita, l’abbinamento con Brescia, Capitale della Cultura 2023 insieme a Bergamo, è teatro perfetto per il Congresso n. 76 di Assoenologi, il cui claim è “Diamo vero valore al vino ed ai suoi territori”, che sarà di scena nella città lombarda il 24 e il 25 novembre. Al centro il mercato del vino, che, in questo 2023, sta vivendo uno dei suoi anni più complicati di sempre, con un focus sugli Usa, primo approdo straniero per il vino italiano. Ma anche la normativa che cambia, soprattutto sul fronte dell’etichettatura. E i territori, da quelli vicini e radicati nella Lombardia, dalla Franciacorta all’Oltrepò Pavese, dalla Valtellina al Lugana, a quelli più importanti del mondo, dalla Borgogna alla California, dalla Valle del Reno al Washington State (il programma in approfondimento). 
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Consorzio Vini di Romagna
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WineNews.tv
L’agricoltura e le guerre: le riflessioni di Domenico Quirico, a lungo inviato in zone belliche
A WineNews, dal forum Coldiretti, il pensiero di uno dei più grandi giornalisti italiani, oggi capo servizio Esteri de “La Stampa”. “L’agricoltura ha molto a che fare con le guerre, a volte è usata anche come arma, come abbiamo visto con il grano nel conflitto tra Russia e Ucraina. Acqua e terra sono gli strumenti bellici più antichi. Il problema è che il mondo va a sfacelo, prevale l’egoismo. La diplomazia internazionale funziona poco, e la finanza non guarda al lungo termine, ma al guadagno di domani”.
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