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WineNews
N. 3.615 - ore 17:00 - Martedì 21 Febbraio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Il primo hotel di Street Art e vino
Una collezione di camere dedicata alle eccellenze del vino made in Italy, dal Barolo al Franciacorta, dal Prosecco ai grandi Supertuscan e al Brunello di Montalcino, nel primo hotel d’Europa interamente decorato dai più famosi esponenti mondiali della Street Art: il Muraless Art Hotel, a Castel d’Azzano (Verona), attraverso le sue 94 stanze tematiche in stile urban celebra il genio italiano in tutte le sue eccellenze, tra musica, cinema, enogastronomia, moda e design. Un vero e proprio “museo” di arte urbana, curato da Chiara Canali, esperta nei linguaggi della Street Art, insieme alla galleria milanese Deodato Arte.
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Primo Piano
Da Tommy Hilfiger a Gucci, da Armani a Prada, sempre più locali creati da griffe della moda
Un nuovo bar nel cuore di Milano che declina l’estetica pop di Tommy Hilfiger in chiave food: il Tommy’s Cafe, primo in Europa della griffe Usa, è solo l’ultimo esempio, in ordine di tempo, di marchi della moda italiana ed internazionale che hanno investito nella ristorazione, nuova frontiera del lusso. Da Gucci ad Armani, da Prada a Trussardi, da Dolce & Gabbana a Dsquared, è lunga la lista dei locali, stilata da WineNews, in cui sedersi a tavola e togliersi lo sfizio di un drink o menu firmato dal proprio stilista preferito. Uno dei pionieri è stato Giorgio Armani, che, nel 1998, ha aperto il suo primo ristorante a Parigi, seguito nel 2000 da Armani Nobu a Milano. Dove Prada ha chiamato il regista cult Wes Anderson per disegnare il suo Bar Luce, e ospita anche, all’ultimo piano, il ristorante Torre. Dolce & Gabbana firmano il DG Martini Bar & Bistrot in Corso Venezia, che unisce due icone dello stile italiano. Location d’eccezione sul rooftop del quartier generale di Dsquared per il ristorante Ceresio 7, con la cucina dello chef Elio Sironi. Ricorda una nave il ristorante The Stage, del marchio di casualwear Replay, mentre Ralph Lauren accoglie i clienti al The Bar at Ralph Lauren, accanto allo store milanese. Trussardi ospita il ristorante Trussardi alla Scala by Giancarlo Perbellini, due stelle Michelin. Bulgari ha scelto lo chef Niko Romito per il ristorante del Bulgari Hotel Milano, mentre a Dubai c’è Versace Vanitas, ristorante italiano dell’Hotel Palazzo Versace. Gucci nel 2018 ha aperto a Firenze Gucci Osteria by Massimo Bottura. Roberto Cavalli ha fondato a Milano nei primi anni Duemila il celebre Just Cavalli, che si è poi espanso anche in Versilia e a Porto Cervo, oltre che a Dubai. Borsalino ha inaugurato lo scorso anno a Marina di Pietrasanta il Panama Restaurant Beach Versilia by Borsalino. E se a Roma Palazzo Fendi ospita il famoso ristorante giapponese Zuma, Boss ha sperimentato nella capitale il primo Boss Caffè al mondo. Anche Oltralpe l’abbinata fashion & food si conferma un cavallo vincente su cui puntare: Christian Dior ha inaugurato a Parigi il suo raffinato ristorante Monsieur Dior, Luis Vuitton ha aperto nel 2022 il suo primo ristorante griffato a Saint-Tropez, il Mory Sacko at Louis Vuitton, mentre Chanel è presente da anni a Tokyo con il ristorante Beige guidato dallo chef Alain Ducasse.
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La Bistecca e l’estetica delle tipicità
Un simbolo che identifica un territorio e che è diventato un “must” a livello mondiale. Parliamo della Bistecca alla Fiorentina, in realtà un taglio di carne che è però sinonimo di un piatto, per molti la “regina” indiscussa dei piatti di carne, da sempre legata alla sua città, Firenze, e specialità tra le più rinomate della Toscana e d’Italia. E per la quale ora la storica Accademia della Fiorentina chiede il riconoscimento di “Specialità tradizionale garantita” (Stg) come la Pizza Napoletana e l’Amatriciana. Riflettendo, però, con la storica dell’arte Cristina Acidini, su quale sia la sua immagine da trasmettere e sulla necessità di “ridare dignità estetica alla Bistecca, a partire dalle meravigliose e nobilissime strade di Firenze dove spesso la vediamo in vetrine inquietanti”, così come ai prodotti tipici e più famosi del made in Italy.
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Focus
Il vino italiano accelera in Giappone
Nel 2022 il vino italiano in Giappone ha registrato una crescita in volume del +18,4%, esattamente il doppio del totale delle importazioni di vino dal Sol Levante (+9,2%). Un’ottima performance che spinge ad accelerare sulla promozione per renderla più efficiente, evitando frammentazione e dispersione di risorse. È l’unità di intenti, manifestata a Tokyo, nel road show globale, realizzato da Veronafiere-Vinitaly (che si chiuderà il 23 febbraio, in Corea del Sud), con Ice-Agenzia e con la partecipazione dei principali player istituzionali del nostro Paese nel Sol Levante: l’Ambasciata d’Italia a Tokyo, la Camera di Commercio italiana in Giappone e il supporto della Fondazione Italia-Giappone, il presidio culturale e relazionale fondato nel 1999 dal nostro Ministero degli Esteri. “Stiamo gettando le basi per un progetto di promozione del vino italiano in Giappone a medio e lungo termine, con “Vinitaly” che conferma il ruolo di brand collettivo su scala globale”, ha detto il presidente Veronafiere, Federico Bricolo. Il totale import di vino italiano in Giappone chiude il 2022 con un valore complessivo di 278 milioni di euro, al secondo posto dietro alla Francia. Per Gianluigi Benedetti, Ambasciatore d’Italia in Giappone, “in questo momento è fondamentale creare sinergie in uno spirito di sistema Paese”.
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Cronaca
Da Slow Wine Fair all’Anteprima del Chiaretto
Aspettando “Corvina Manifesto - L’Anteprima del Chiaretto di Bardolino” a Lazise, e l’“Anteprima Colline Teramane” a Teramo, con le quali prosegue in marzo la lunga stagione delle “Anteprime”, nell’agenda degli eventi di WineNews sono i vini buoni, puliti e giusti a raccontarsi alla “Slow Wine Fair 2023” a BolognaFiere (26-28 febbraio), con la direzione artistica di Slow Food e le cantine di tutto il mondo della Slow Wine Coalition, portavoce delle necessità di chi lavora già nel rispetto della terra e della sua biodiversità.
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Wine & Food
“Mandraroads”, da Menfi a “Vinitaly” con il van di Mandrarossa con a bordo i wine lovers
Prendete un minivan, 1.500 km da percorrere in quattro tappe e dieci Regioni d’Italia: ecco “Mandraroads”, l’idea della cantina siciliana Mandrarossa, che porterà i suoi vini, insieme a quattro fortunati wine lovers, da Menfi a “Vinitaly 2023” a Verona (2-5 aprile). Il viaggio on the road partirà il 28 marzo per risalire verso Nord, visitando quattro città, dove saranno organizzati eventi dedicati alla Sicilia ed ai vini del “Menfishire”: Messina, Salerno, Roma e Verona, sono le tappe che scandiranno il tour e da cui inizieranno i viaggi dei “Mandrambassador”, selezionati in un’open call lanciata sui canali digitali di Mandrarossa, aperta da oggi al 12 marzo a tutti gli utenti social con passioni legate a vino, viaggi e lifestyle. Per partecipare è sufficiente compilare il form presente sul sito di Mandrarossa ed inviare un breve video.
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“Difendiamo la qualità dei prodotti ed il legame uomo-terra-cibo, che è messo in discussione”
Tra disincentivi al consumo di carni rosse e vino e l’apertura a insetti e carni sintetiche, ma non solo, le riflessioni di Francesco Lollobrigida, Ministro delle Politiche Agricole: “il rischio di vedere stravolto il nostro modello alimentare è reale. Dobbiamo sensibilizzare altri Paesi in Europa e non solo a difenderci contro un modello che vuole standardizzare tutto”.
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