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WineNews
N. 3.384 - ore 17:00 - Martedì 29 Marzo 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Aubert de Villaine-Drc, la fine di un’era
Finisce un’era in Borgogna: Aubert de Villaine co-proprietario di una delle cantine più prestigiose del mondo, Domaine Romanée-Conti, icona della Borgogna, e protagonista dell’ultimo mezzo secolo di uno dei territori più storici ed importanti nel panorama mondiale, secondo fonti di stampa internazionale, ha lasciato il suo incarico nella tenuta, sostituito dal nipote, Bertrand de Villaine, nominato co-manager della tenuta in dicembre 2021. Aubert del Villaine resterà, comunque, nel board di Drc, e, a fianco del nipote, nel ruolo di co-gestore in rappresentanza della famiglia Leroy, che possiede l’altra metà del Domaine de la Romanée-Conti.
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Primo Piano
Il vino paga dazio allo scenario mondiale: la stima è di 1,1 miliardi di euro di costi aggiuntivi
Il caro energia, l’aumento delle materie prime, l’impatto sulle economie del mondo, la guerra: sono gli ingredienti sgradevoli di un “menu”, dettato dall’attualità, che al vino italiano costerà 1,1 miliardi di euro di costi aggiuntivi nel 2022. Una vera tempesta dei prezzi che intaccherà la redditività delle imprese e rischia di comprometterne anche la capacità competitiva sui mercati internazionali. E, a questo, vanno sommati, come perdite, oltre 212 milioni di euro di export verso i Paesi in conflitto, Russia e Ucraina in primis, ma anche Bielorusia. Tenendo presente che ripercussioni a ribasso sono tutt’altro che improbabili anche in mercati strategici del vino italiano come Usa, Uk, ma anche Francia e Spagna. È lo stato dell’arte, tratteggiato oggi a Roma dallo studio Censis-Alleanza Cooperative Agroalimentari Vino, “La febbre dei costi”. D’altronde, i conti sono presto fatti. Il fatturato 2021 della filiera è pari a 13,6 miliardi di euro. Applicando a questo dato la quota del 78,4% dei consumi intermedi necessari alla produzione, si determina il valore dei consumi intermedi della filiera in 10,7 miliardi per il 2021. Utilizzando la variazione dei costi di produzione del prodotto vino, fra febbraio 2021 e febbraio 2022, pari al 10,5%, il valore attuale dei consumi intermedi raggiungerebbe il livello di 11,8 miliardi di euro. La differenza, in termini assoluti, è pari a 1,124 miliardi di euro, cifra che esprime “un carico aggiuntivo sulla redditività delle imprese che inevitabilmente andrà ad erodere i loro margini, compromettendone anche la loro capacità competitiva sui mercati internazionali”, ha spiegato Luca Rigotti, Coordinatore Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari (e al vertice della importante realtà cooperativa trentina, Mezzacorona, ndr). A questo quadro contribuiscono, in modo sostanziale, all’incremento dei costi di produzione le componenti dei prodotti energetici, che hanno fatto segnare, tra febbraio 2021 e febbraio 2022, un +31,4% medio annuo, mentre fertilizzanti e concimi hanno visto crescere il livello del 32,3%. Anche i materiali impiegati per il confezionamento e l’imballaggio, però, hanno subito aumenti che inevitabilmente si rifletteranno sul prezzo finale del vino: +8,5% per il vetro, +9,4% per il sughero, +23% per la carta, +30% gli imballaggi …
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L’“Altra Toscana” nel bicchiere
Assaggi un Valdarno di Sopra e pensi al paesaggio della Gioconda. Con un Carmignano la mente va alle Ville Medicee. I vini di Maremma e il Montecucco? Un’immersione nella natura libera e selvaggia. Con un’Orcia l’immagine che si ha davanti è Pienza, “città perfetta” del Rinascimento, e se con un’etichetta di Cortona il pensiero va agli affreschi del Signorelli, degustando un Colline Lucchesi ci si immagina di passeggiare sulle mura di Lucca. Ma si può dire lo stesso anche con un calice di Chianti Rufina, un Terre di Casole o un Terre di Pisa. Ecco “L’Altra Toscana” del vino, chè è stata al centro il gran finale delle “Anteprime di Toscana”, svelando le nuove annate di 13 diverse denominazioni (nell'approfondimento i nostri migliori assaggi).
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Focus
Il 54,8% delle aziende del vino è ad alta sostenibilità
La parola d’ordine per qualsiasi settore dell’imprenditoria, italiana e non, è sostenibilità, concetto che Reale Mutua, nel suo Rapporto 2022 “Agricoltura 100”, ha misurato attraverso un indice costruito su 234 variabili, riconducibili a quattro pilastri: sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale, gestione dei rischi e delle relazioni e qualità dello sviluppo. Come emerge dal convegno “Agricoltura100: Rapporto 2022. Il contributo del settore agricolo e vitivinicolo alla crescita e allo sviluppo sostenibile”, di scena alla “Slow Wine Fair”, insieme a Confagricoltura, su 2.162 imprese, quasi 1 su 4 appartiene al settore vitivinicolo, il che è indicativo della forte attenzione del comparto verso i temi della sostenibilità. Il 54,8% delle aziende del vino si pone su un livello “alto” o “medio-alto” di sostenibilità, contro il 49,1% delle attività agricole nel complesso. Un altro 36,4% è a media sostenibilità, il restante 8,8% ad un livello base di sostenibilità, come raccontano i numeri analizzati da Anna Caronna, responsabile marketing strategico e pianificazione Reale Mutua, Enea Dallaglio, partner Innovation Team-Gruppo Cerved (che ha realizzato il Rapporto), Federico Castellucci (Confagricoltura Vino), e Giancarlo Gariglio, coordinatore Slow Wine Coalition e curatore guida Slow Wine (in approfondimento).
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Cronaca
La Guida “Slow Wine China”, ponte tra culture
Da Ningxia a Xinjiang, da Shandong a Hebei, da Gansu a Yunnan, da Shanxi a Sichuan, da Shaanxi al Tibet: la Cina del vino di qualità svela i propri assi, i territori più promettenti e vocati, dove nascono veri e propri gioielli enoici, raccontati da Lan Liu, giornalista cinese che ne ha messi in fila 50, i migliori, da 28 cantine, raccolti nella prima edizione della guida “Slow Wine China”, presentata, proprio ieri, in “Slow Wine Fair”. Il risultato è un ponte tra Italia e Cina capace di avvicinare due culture distanti con il comune linguaggio del vino.
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Wine & Food
Champagne da record: 2021 da 5,7 miliardi di euro (+36% sul 2020 e +14% sul 2019)
È scritta nero su bianco, nei numeri, la riscossa dello Champagne, il brindisi delle grandi celebrazioni mondiali, ripartito in pompa magna (come tutta la spumantistica, Italia inclusa). E così, nel 2021, il giro d’affari delle bollicine francesi ha toccato la cifra record di 5,7 miliardi di euro (+36% sul 2020 e +14% sul 2019). In parte anche grazie al Belpaese, che si conferma mercato n. 5 a valore delle maison di Champagne, in forte crescita: 9,2 milioni di bottiglie quelle che hanno superato le Alpi in direzione dell’Italia, (+32,8% sul 2020 e +10,8% sul 2019), per 200,1 milioni di euro (+36,3% sul 2020 e +11,3% sul 2019). Dati del Comité Champagne, che sottolinea come, a livello globale, siano andate in commercio 320 milioni di bottiglie (140 destinata alla Francia e 180 all’export), in crescita del 31% sul 2020 e del 9% sul 2019.
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Ricerca, lotta alle malattie e ruolo del vignaiolo nel Manifesto del vino sano, pulito e giusto
Il “Manifesto del vino buono, pulito e giusto” prende forma e sostanza, con gli esperti del mondo enoico che riempiono di senso ed obiettivi pratici i suoi tre pilastri: sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e ruolo sociale e umano del vignaiolo, dalla necessità di abbattere l’uso dei fungicidi al ruolo del viticoltore, il primo attore, e primo difensore, del paesaggio rurale, passando per la formazione professionale ed il giusto rapporto contrattuale dei dipendenti, come racconta Giancarlo Gariglio, coordinatore Internazionale Slow Wine Coalition.
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