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N. 3.875 - ore 17:00 - Mercoledì 17 Gennaio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Si è spento, a Roma, il Cavaliere Ezio Rivella, primo enologo-manager e tra i “padri” dell’enologia moderna, a lungo presidente degli Enologi italiani e Mondiali (primo italiano), presidente Comitato Nazionale Vini Doc del Ministero dell’Agricoltura e di Unione Italiana Vini-Confederazione Italiana della Vite e del Vino, vicepresidente Office International de la Vigne e du Vin. Nato a Castagnole Lanze, nel 1933, è stato direttore di cantine sociali, fondatore di una società di consulenza, ed ha creato da zero Banfi con gli italo-americani Mariani, azienda leader del vino italiano e del Brunello di Montalcino, che ha portato nel mondo. | |
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| | Per molto tempo considerato un “pazzo” per le sue idee, forse troppo avanti per i tempi, come raccontato più volte da lui stesso, poi da molti preso a modello, tra i primi enologi del vino ad aver impostato un progetto di grande azienda, Banfi, a Montalcino, chiamato da John Mariani, con il controllo completo della filiera, dalla vigna alla bottiglia. Un innovatore ed un pioniere, il Cavaliere del Lavoro Ezio Rivella, che, partito dalla sua Castagnole Lanze, dove è nato nel 1933, in un territorio astigiano (e in un mondo del vino) ben diverso da quello di ora, molto più povero, economicamente, ma con un futuro tutto da costruire, ha conquistato il mondo, nel mercato, ma anche a livello istituzionale, ricoprendo in massimi incarichi delle rappresentanze del vino a livello italiano, innovando e sperimentando, grazie ad una cultura enologica e ad una conoscenza tecnica straordinaria, uniti ad una capacità di visione fuori dal comune. Un uomo ed un professionista, Ezio Rivella, dalla cui storia, e dai ricordi di uomini e rappresentanti del vino che lo hanno conosciuto e che ci hanno collaborato, di cui emerge soprattutto la capacità di essere pioniere, e di aver avuto un ruolo fondamentale nel passaggio dalla quantità alla qualità, del vino italiano, del cambiamento da un interventismo di tipo più “chimico” ad uno più fisico e meccanico nella produzione, e di aver capito prima di altri il valore della comunicazione, e delle persone, per il destino di aziende e territori del vino. “Difficile riassumere così tanti anni di rapporto. Non è stata solo una collaborazione, ci ha proprio cresciuti. Bisogna rendere merito e onore a Rivella. Da solo non avrebbe potuto fare queste grandi cose, ma noi, senza la sua guida, non saremmo i professionisti e gli imprenditori che siamo adesso - ricorda Elizabeth Koenig, vice presidente Banfi - era il “deus ex machina” non solo di Banfi ma anche di Montalcino. Ha tracciato la strada che ha portato dove siamo oggi. Ha avuto la visione, ma mentre altri si fermano davanti alle prime difficoltà, lui no”. E ancora, in approfondimento, i ricordi, tra gli altri, di Riccardo Cotarella (Assoenologi), Luigi Moio (Oiv), Alberto Mattiacci (che per Rivella ha curato il libro “Io e Brunello), Attilio Scienza (Comitato Nazionale Vini) e dei fondatori di WineNews, Alessandro Regoli ed Irene Chiari.
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| | La Francia del vino, come è noto, non sta attraversando uno dei suoi momenti migliori, tra proteste, calo dei consumi ed espiantazione di vigneti come sta accadendo a Bordeaux. Ma è anche un Paese dove si stanno cercando soluzioni alla crisi e a favore dei produttori. Non a caso, quelli dell’Hérault, potranno beneficiare di un’idea interessante: Jérôme Despey, presidente della Camera dell’Agricoltura dell’Hérault e André Deljarry, presidente della Camera di Commercio e dell’Industria, hanno chiesto ai sindaci del Dipartimento di applicare uno sconto sulla tassazione per i ristoranti che promuovono i vini locali. In particolare, è un invito a ridurre la “tassa della terrazza” con l’obiettivo di dare un incentivo a coloro che sostengono i viticoltori della Linguadoca, contribuendo anche all’economia agricola dell’Hérault.
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| | | Forse noi non sappiamo ancora quale sarà il nostro nuovo vino preferito, ma l’intelligenza artificiale sì: potrebbe essere proprio l’AI, in futuro, ad indicarci le bottiglie del cuore, perfetto match tra i nostri gusti e il nostro budget. A sviluppare l’app, che si sostituirà a sommelier ed esperti, ci hanno pensato gli scienziati della Denmark Technical University, dell’Università di Copenhagen e del California Institute of Technology. L’applicazione su cui hanno lavorato si basa su una “mappa del gusto” digitale che punta a guidare i consumatori verso le bottiglie che preferirebbero “naturalmente”. Innanzitutto è stata fatta una degustazione con oltre 250 partecipanti, a cui è stato chiesto di classificare i vini in base alla loro somiglianza nel sapore. Gli scienziati hanno utilizzato i dati per separare i vini in gruppi di gusti simili. Questi dati sono stati poi inseriti in un algoritmo per creare una mappa completa dei profili aromatici, che si allinea con l’intricata percezione umana del sapore. Poi l’hanno incrociata con un ampio set di dati sul vino: 897.000 immagini di etichette, 824.000 recensioni dalla piattaforma Vivino e non solo.
Utilizzando i dati di Vivino e la “mappa del gusto”, il sistema identifica le bottiglie vicine sulla mappa, con un gusto simile, prima di suggerirle come possibili opzioni ...
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| | | Calano sul 2022 le scorte nelle cantine italiane, per effetto di una delle vendemmie più scarse di sempre, la 2023, che, in attesa dei dati definitivi, vedrà la produzione attestarsi su 38-40 milioni di ettolitri, in calo de -20/-24% sul 2022, secondo Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv). Ma, nonostante questo le giacenze restano elevate, mettendo insieme oltre 59,2 milioni di ettolitri di vino. Così recita l’ultima edizione di “Cantina Italia” by Icqrf, con i dati aggiornati al 31 dicembre 2023. Con un saldo negativo, sullo stesso dato 2022, di -8,7% per i vini.
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| | É stato un autunno in negativo per le vendite di vino negli Stati Uniti: il totale dei consumi enologici a novembre segna un calo tendenziale mensile dell’11%, dato che porta il gap di vendite a volume nei primi 11 mesi 2023 a -8%. Va meglio per i soli vini italiani, che, tra off trade e horeca a stelle & strisce, limitano le perdite a -3% in novembre e a -3,5% nell’anno. Lo rileva l’Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv).
Secondo il report Uiv su base SipSource, strumento che monitora il 75% degli esercizi commerciali statunitensi, la minor contrazione dei consumi di vino italiano nel periodo è da addurre alla - fin qui buona - tenuta del segmento spumanti (+2,2% tendenziale nell’anno), a fronte di una discesa generalizzata dei vini fermi, con i rossi a -9%, i bianchi a -3% e i rosati a -13%. | |
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| | | Mentre le esportazioni generali non brillano, i vini del Belpaese trovano terra fertile in mercati piccoli, insoliti e in crescita, da non trascurare. Dal Kazakistan ai Paesi vicini, ideale cuscinetto tra l’Est Europa e l’Estremo Oriente, la Francia “sciovinista” in quanto a vino, ma sempre più aperta ai vini italiani e alla loro varietà, fino al Paese di Maori, che si è scoperto possibile testa di ponte per il tricolore in bottiglia, ed in particolar modo per il Prosecco, i mercati raccontati da chi li conosce e li vive ogni giorno. | |
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