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WineNews
N. 4.102 - ore 17:00 - Lunedì 2 Dicembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Il Tignanello sbanca da Christie’s
Oltre 147.700 sterline, con 40 lotti, di cui il più prezioso, come da attese, è stato quello della barrique da 225 litri dell’annata 2024, conservata nella cantina della Tenuta, che vedrà l’acquirente ricevere un’inedita Nabuchodonosor da 15 litri, l’unica mai realizzata dalla cantina, aggiudicato per 47.500 sterline: ecco gli high lights dei lotti di Tignanello che, direttamente “ex cellar”, per la prima volta nella storia, con tutte le annate prodotte, per celebrare i 50 anni dalla prima uscita sul mercato, nel 1974 (con la vendemmia 1971) del vino mito di Antinori, andati sotto il martelletto da Christie’s, a Londra (il 26-27 novembre).
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Primo Piano
Il vino italiano conquista LinkedIn (+13%) e Instagram (+6%)
L’online è sempre strategico per le cantine italiane, ma nel 2024 si rileva un forte ritorno della “fisicità”: il 60% delle aziende punta su esperienze reali, mentre continuano a crescere gli eventi in presenza (60%). Aumenta la fanbase sui principali social media, specialmente su LinkedIn (+13%) e Instagram (+6%). Migliora la comunicazione dei progetti Esg (enviromental, social e governance) con rinnovata attenzione ai contenuti nelle sezioni social e governance, mentre per la parte ambientale spiccano i progetti legati alla lotta ai cambiamenti climatici. Buona la comunicazione sul food pairing, ma diminuiscono la quantità e la qualità delle informazioni disponibili sui siti. Le lingue per l’export? Vince l’inglese, poi tedesco e cinese. Gli e-commerce proprietari risultano pressoché stabili ed è in calo l’utilizzo delle chat (-23%). Per l’edizione 2024, a guidare la classifica è ancora una volta il gruppo Mezzacorona, una delle più importanti cooperative del vino italiano e del Trentino; segue al secondo posto Marchesi Antinori, prestigiosa famiglia che ha fatto la storia dell’enologia del Belpaese, e al terzo, Tenute Piccini, gruppo che conta tenute in diverse regioni. Poi, Compagnia de’ Frescobaldi, Santa Margherita, Villa Sandi, Terre Cevico, Zonin, Cantine Riunite & Civ, Mionetto, Cavit e molte altre. Questi, in sintesi, i risultati della ricerca “Il gusto digitale del vino italiano 2024”, edizione n. 11, condotta da Omnicom PR Group Italia, società di consulenza strategica in comunicazione, che ha analizzato la presenza e le attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato secondo l’indagine Mediobanca 2024. “Gli ultimi 12 mesi hanno mostrato un forte ritorno alla fisicità delle relazioni per le aziende del comparto vinicolo italiano. Questo dato viene confermato anche da una minore tempestività nel presidio delle comunicazioni via chat da parte delle aziende che, mai come oggi, suggeriscono percorsi di degustazione ed esperienze sul territorio - afferma Massimo Moriconi, general manager e ad Omnicom PR Group Italia - la crescita della fanbase su Linkedin è un fattore interessante perché va a combinarsi con la crescente sensibilità e comunicazione sui temi Esg, tra cui sociale e governance”. Nel 2024 si prediligono le attività in presenza, con degustazioni ed esperienze. 
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SMS
La critica al centro di un talk
Odiata, amata, temuta, osservata: la critica, tra esaltazioni e tentativi di emarginazione, continua ad essere focale nel settore dell’enogastronomia. Lo è per i cuochi, per le aziende e per la stampa. Ma si può vivere senza? Se ne è parlato nei giorni scorsi al talk dell’Accademia Gualtiero Marchesi, a Milano, dal titolo “Critica e autocritica. Ruolo e ragione d’essere della critica oggi. Parallelismi tra il mondo enogastronomico e quello della moda” - nell’ambito del ciclo di incontri “I Martedì di Bonvesin de La riva” - con Enzo Vizzari, per 25 anni direttore delle Guide de L’espresso, lo chef e conduttore tv Andrea Mainardi, Carlotta Marioni, caporedattore moda di Grazia, e lo studioso Aldo Colonetti, filosofo e membro del Comitato Scientifico Fondazione Marchesi. E domani si parla di “Telecucina”, ovvero il ruolo del food in tv.
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Focus
Oiv: una vite è “vecchia” con almeno 35 anni
Quando una vite o un vigneto si possono definire vecchi? Una domanda la cui risposta non è più soggettiva, perché ha trovato una definizione ufficiale grazie all’Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino. Una vite vecchia, spiega l’Oiv, “è una singola pianta la cui età ufficialmente documentata sia di almeno 35 anni o superiore, indipendentemente da altri fattori. Essa costituisce il risultato di un processo fisiologico-ambientale avvenuto nel tempo, naturalmente o indotto di proposito (fattori antropici), consentendole di sopravvivere in un dato luogo. Nel caso di piante innestate, la connessione tra nesto e portinnesto deve essere rimasta inalterata per almeno 35 anni. Per scopi diversi dalla produzione di prodotti vitivinicoli, può essere stabilito un limite di età più alto”. Se quindi una vite vecchia si può definire con un’età di 35 anni, un vigneto vecchio “è una particella di terreno vitata, continua e legalmente delimitata, nella quale almeno l’85% delle viti soddisfa la definizione di cui sopra (e quindi anche i 35 anni di età come minimo, ndr), e dalla quale si ottengono prodotti vitivinicoli (vino, uva da consumo fresco, uva passa, distillati e prodotti non fermentati della vite), idonei a ricevere una certificazione legale da parte di un’autorità competente” (in approfondimento). 
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Cronaca
Gérard Garouste per Mouton Rothschild
Uno storico “fil rouge” tra vino e arte che ha fatto epoca, iniziato nel 1945, e che va avanti abbracciando una grande griffe del vino francese, Château Mouton Rothschild, ed artisti di prestigio mondiale, che, ogni anno, firmano, con opere esclusive, l’etichetta dell’ultima annata: a mettere la firma sulla vendemmia 2022 è il pittore francese Gérard Garouste, figura di spicco sulla scena artistica internazionale, con l’opera “Hommage au Baron Philippe”, dedicata alla figura che ha portato al vertice Château Mouton Rothschild. 
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Wine & Food
“La Liste”: Niederkofler e i Cerea gli italiani nel gotha della classifica francese
Con una valutazione di 99 punti su 100, Atelier Moessmer di Norbert Niederkofler a Brunico e Da Vittorio della famiglia Cerea a Brusaporto si piazzano nel gotha di “La Liste” 2025, classifica francese basata sui giudizi delle più importanti guide del mondo. Al top assoluto, con 99,5 su 100, ci sono 8 indirizzi che rappresentano l’eccellenza planetaria: Cheval Blanc by Peter Knogl - Grand Hotel Les Trois Rois a Basilea, Guy Savoy a Parigi, LEnclume di Simon Rogan a Grange-over-Sands, La Vague d’Or - Cheval Blanc St-Tropez a Saint-Tropez, Le Bernardin a New York, Lung King Heen ad Hong Kong, Matsukawa a Minato-ku, Schwarzwaldstube a Baiersbronn e SingleThread a Healdsburg. Il premio “Game Changer Award” va ad Enrico Buonocore, ceo di Langosteria Group, mentre Aurora Storari di Hémicycle a Parigi vince il “New Pastry Talent Award”.
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WineNews.tv
La Dop Economy cresce e vale oltre 20 miliardi di euro. Con il vino locomotiva (ma in calo)
A WineNews l’analisi del Rapporto Ismea-Qualivita nelle parole di Fabio Del Bravo (Ismea) e del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Dal Rapporto emerge che la qualità e la distintività pagano, anche in un momento complesso per il mercato. Cresce il valore del cibo (che vale oltre 9 miliardi di euro alla produzione), mentre perde qualcosa il vino, che però continua a guidare il comparto con più di 11 miliardi di euro in valore, mostrando una certa forza di tenuta anche in una fase difficile, grazie a qualità e territorialità.
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