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WineNews
N. 4.110 - ore 17:00 - Giovedì 12 Dicembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
“Cantina Italia”, le “scorte” restano alte
Al 30 novembre 2024, nelle cantine italiane, erano in giacenza 49,1 milioni di ettolitri di vino, -7,7% rispetto al 30 novembre 2023. Dato significativo perché arriva, di fatto, a vendemmia completamente finita e quindi con i quantitativi “effettivi” in giacenza in cantina. A questo dato vanno aggiunti gli 8,6 milioni di ettolitri di mosti (-2,2% sullo stesso periodo 2023) ed i 9,5 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (Vnaif), a +13,2%. A dirlo l’ultimo report di “Cantine Italia”, redatto dall’Icqrf. Con le “scorte” che, dunque, restano elevate. Il Prosecco, da solo, vale il 12,3% di tutte le giacenze, con 4,9 milioni di ettolitri.
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Primo Piano
“Il vino ha superato tante fasi di crisi, supererà anche questa”. Il messaggio di Piero Antinori
Nuove e vecchie incertezze interessano il mondo del vino, che ha attraversato un 2024 tra alti e bassi, con un globale rallentamento dei consumi, e oggi si trova di fronte a inflazione, guerre, salutismo, cambiamento dei consumi, cambiamento climatico. Ma “nella mia carriera ho vissuto tante fasi di crisi del mondo del vino. Tutte superate. Lo sarà anche questa. Gli elementi di preoccupazione e di difficoltà sono molti per il settore, ma il vino italiano è cresciuto tantissimo in qualità, e ci sono tanti mercati del mondo ancora da scoprire e conquistare. Dobbiamo avere fiducia nei valori di questo prodotto e credere nel futuro”. È il pensiero, a WineNews, di Piero Antinori, padre nobile del rinascimento del vino italiano, per decenni alla guida di Marchesi Antinori, realtà leader dell’Italia del vino. Un messaggio raccolto, nei giorni scorsi, ne “I Colloqui dell’Economia” della Camera di Commercio di Firenze (con tanti temi toccati, in approfondimento). Antinori, sul calo dei consumi di vino che si sta vivendo, un po’ ovunque, in questi mesi, si mostra ottimista: “è una tendenza momentanea. Il gusto dei consumatori evolve, e si orienterà sempre più verso vini caratterizzati da eleganza e finezza, caratteristiche che la Toscana può offrire. Il vino - ha aggiunto - non può essere paragonato ai superalcolici: se consumato con intelligenza, può avere anche effetti benefici sulla salute”. Tra i temi sul piatto, in ogni caso, c’è quello del riequilibrio tra produzione, oggi in eccesso, e domanda, in calo. E se in Francia si stanno espiantando migliaia di ettari di vigna, come successo anche in Australia, per esempio, oggi si inizia a discuterne anche in Italia e in Spagna. Ma, ha spiegato ancora Antinori a WineNews, “credo, che espiantare il vigneto, soprattutto in zone vocate, è un impoverimento del territorio, anche dal punto di vista sociale. Va evitato. La strada giusta è quella, semmai, di spendere i soldi per la comunicazione, per la promozione dei nostri prodotti, anche, come dicevo, nei mercati che, fino a oggi, non sono stati mercati importanti per il consumo del vino, ma che, certamente, lo saranno e lo potranno essere”. Infine, un augurio per il 2025, ormai alle porte: “dobbiamo continuare, con passione e fiducia, a credere nel nostro prodotto. Io ci credo, e l’augurio è che tutti abbiano fiducia nel futuro”. 
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Quando il vino è un simbolo di pace
Nell’antica Contea di Gorizia e Gradisca, territorio da sempre vocato ai grandi vini, nel 1787, per volontà dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, fu emessa la prima “Classificazione” della storia (quella di Bordeaux è del 1855). Vini che oggi sono le migliori espressioni del Collio italiano e sloveno, ma non solo, per secoli teatro di guerre tra Austria, Slovenia e Italia, e dove ora il vino è simbolo di pace. E le cui cantine sono riunite nell’“Associazione dei Cavalieri della Classificazione dei Crus dell’Imperatrice-Regina Maria Theresa”, da Attems (Frescobaldi) a Castello di Spessa, da Rocca Bernarda a Villa Russiz, passando, tra le altre, per Vini de Noüe Marinic, per sostenerne il patrimonio. Come hanno fatto raccogliendo 95.000 euro con l’“Asta dei Grandi Vini della Contea per la Pace” 2024 per il Monastero di Castagnevizza a Nova Gorica.
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Focus
Wine & spirits, segnali positivi dall’horeca mondiale
Dopo un periodo di crisi e frenata di consumi, il canale del fuoricasa mostra piccoli segnali di ripresa in Paesi come Cina, Germania, Regno Unito, Usa e Italia, regalando un po’ di speranza per il mercato globale delle bevande alcoliche. Con categorie come gli spumanti, ma anche i liquori e gli Scotch, che sembrano essere i maggiori beneficiari di questo trend, soprattutto grazie al miglioramento delle condizioni economiche dei Millennials americani, che fa guardare con un briciolo di serenità in più al 2025 ormai alle porte. Una fotografia scattata dagli ultimi dati del Bevtrac Wave 2 2024 dell’Iwsr - l’International Wine & Spirits Research, che rilevano i consumi nel mercato globale, guardando a 15 mercati chiave (Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Messico, Sud Africa, Spagna, Taiwan, Regno Unito, Stati Uniti). Va detto che non si parla di un nuovo boom atteso, perché la moderazione nei consumi è diventata un concetto chiave (sia nel settore horeca che nell’off-trade, tuttavia si continua a bere di più nel fuori casa), soprattutto tra i giovani, e le bevande “no alcool” incidono sempre di più in un mercato frammentato e competitivo. Ma in ogni caso, sottolinea Iwsr, si registra una positiva inversione di tendenza dopo un periodo non breve di segnali negativi.
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Cronaca
Il rossetto? Con le vinacce
Dalla vigna al beauty case delle signore: il rossetto “Amativo”, prodotto dalla cantina pugliese Cantele, una delle più innovative del territorio, in collaborazione con l’azienda italiana di dermocosmesi Omiderma, è realizzato a partire dalle uve di Negroamaro e Primitivo che danno vita ad “Amativo”, etichetta-iconica dell’azienda salentina, dalle quali vengono estratti olio di vinaccioli, collagene vegetale e vitamina E. Il lipstick è in vendita in abbinamento alla bottiglia di “Amativo”, in enoteca e sul sito di Cantele.
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Wine & Food
Comitato Nazionale Vini Dop e Igp, Michele Zanardo alla presidenza
Michele Zanardo torna presidente del Comitato Nazionale Vini Dop e Igp per i prossimi tre anni (2025-2027). Già vicepresidente nel direttivo del Comitato uscente, guidato, nell’ultimo triennio (2021-2024), dal professor Attilio Scienza, docente dell’Università di Milano e tra i massimi esperti al mondo di viticoltura ed enologia, Zanardo era già stato presidente dal 2018 al 2021. Così ha stabilito il decreto di nomina firmato dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. “Desidero congratularmi con i nuovi componenti del Comitato (in approfondimento tutti i nomi) e con il professor Michele Zanardo. Rafforziamo ulteriormente il settore vitivinicolo, lavorando sui disciplinari di produzione, essenziali per garantire qualità ed eccellenza sui mercati internazionali - ha dichiarato il Ministro - continuiamo a investire sulle straordinarie potenzialità dei nostri vini”.
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“Il Franciacorta è unico, non deve confrontarsi con nessuno. Anzi, può fare meglio di tutti”
Presente, passato e futuro del territorio di eccellenza delle bollicine italiane, per Maurizio Zanella, uno dei suoi padri nobili, con Ca’ del Bosco. “La Franciacorta ha un rigore produttivo unico tra i territori dello spumante e, prima di promuovere, abbiamo curato la qualità del prodotto che, dopo 20 anni, abbiamo comunicato in modo inedito, uscendo dal mondo del vino con strumenti e canali, fino ad allora, poco usati. La Franciacorta sta crescendo e crescerà in quantità, il potenziale produttivo già lo consentirebbe. Ma l’obiettivo è migliorare ancora qualità e posizionamento”.
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