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N. 2.592 - ore 17:00 - Martedì 12 Febbraio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Pur rappresentando una quota minoritaria del commercio enoico mondiale, la fetta degli sfusi ben sintetizza il momento del settore. In questo senso, il crollo produttivo del 2017 è ben raccontato dal boom dell’export sulla rotta Spagna-Francia, per cui sono transitate 471.100 tonnellate di sfusi. In effetti, come ricordano i dati della America Association of Wine Economists, la Francia ha patito particolarmente il crollo produttivo, dovendosi rivolgere anche all’Italia (51.800 tonnellate). Nel complesso, la Spagna si conferma primo esportatore, con 1,27 milioni di tonnellate nel 2017, e la Germania primo importatore, a quota 875.100 tonnellate. |
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Una sostanziale stabilità nei volumi, una crescita importante in valore: è la sintesi estrema del 2018 del vino italiano in Usa, primo mercato straniero per le cantine del Belpaese, che emerge dai dati dello Us. Department of Commercio elaborati dall’Ice di New York per WineNews. Che confermano, tuttavia, il sorpasso della Francia come leader nei valori, con una crescita doppia rispetto a quella del Belpaese. Nel dettaglio, l’Italia ha spedito in Usa 3,1 milioni di ettolitri di vino tra gennaio e novembre 2018 (+0,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente), con un incasso di 1,8 miliardi di dollari (+7,3%). Di contro, la Francia ha esportato 1,6 milioni di ettolitri di vino verso gli Usa (+6,6%), per 1,9 miliardi di dollari (+13,2%). Un dato, tutto sommato, positivo, se si considera che, nel 2017, l’incremento in valore, sottolinea l’Ice, era stato del 3,4%, mentre le quantità erano aumentate del 3,7%. E a crescere sono anche i prezzi medi, passati da 5,5 a 5,9 di dollari al litro. E se il Belpaese, nel complesso, ha fatto meglio del totale Usa, con le importazioni totali che hanno toccato i 5,7 miliardi di dollari in valore (+5,5%) per 10,6 milioni di ettolitri (-4%), prosegue il trend che vede i vini fermi del Belpaese diminuire in quantità, mentre gli spumanti continuano a correre, e rappresentano ormai più di 1 bottiglia su 5 del vino italiano esportato in Usa. Nei primi 11 mesi dell’anno, l’Italia ha esportato vino rosso per 610 milioni di dollari (+6,1%) e 0,9 milioni di ettolitri (-0,6%), confermandosi primo fornitore Usa, della tipologia, sia in valore che in volume. 630 milioni di dollari (+1,1%), invece, hanno fruttato i vini bianchi, per le cantine del Belpaese, nonostante un calo del 4,1% in quantità (1,2 milioni di ettolitri). Sul fronte degli spumanti, invece, l’Italia ha incassato 407 milioni di dollari (+16,6%), con una crescita in quantità del 10,5% (0,7 milioni di ettolitri). E si conferma primo fornitore di bollicine straniere degli Stati Uniti, con una quota di mercato del 56,6% in quantità. Tuttavia, il Paese leader per quota di mercato, in valore, è la Francia, con 680 milioni di dollari (+3,9%), ovvero il 56,9% del mercato. Mentre sui vini rosati, tendenza del momento in Usa, non c’è partita: la Francia esporta per 273 milioni di dollari, l’Italia appena per 31 milioni di dollari. |
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Il settore dell’agricoltura 4.0 globalmente vale già 7 miliardi di euro, di cui il 30% in Europa. A dirlo, una ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia. In Italia, sono oltre 300 le soluzioni 4.0 già disponibili, impiegate dal 55% di 766 imprese agricole intervistate nella ricerca. Nel 2018 nel Belpaese il settore ha raggiunto un valore compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro, con una crescita del 270% solo rispetto al 2017. Inoltre, l’Italia si colloca davanti a tutti gli altri paesi europei per numerosità di startup, ma con appena 25,3 milioni di euro di finanziamenti, pari solo all’1% del finanziamento complessivo. |
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Profumi caldi e fruttati, sorso tendenzialmente dolce, strutturato ma quasi sempre frenato da qualche ruvidezza tannica. Vini non privi di piacevolezza, dunque, ma meno inclini alla sfida del tempo. Ecco, in sintesi, la fotografia scattata da WineNews del Chianti Classico annata 2017 prossimo alla commercializzazione, che esce dall’edizione 2019 di Chianti Classico Collection, di scena alla Leopoda di Firenze. Un’annata complicata tra le colline di Siena e Firenze con il caldo che ha raggiunto picchi notevoli rendendo la maturazione delle uve soggetta ad arresti e ad accelerazioni improvvise, ed anticipando i tempi di raccolta in modo significativo. Di un altro passo, evidentemente, l’assaggio dei Chianti Classico 2016 che stanno per entrare nel mercato, perché tenuti un anno in più in affinamento, ottenuti da un’annata particolarmente felice per la denominazione e capace di esprimere vini dal tratto stilistico definito, con il territorio ben espresso nella fragranza aromatica e nel gusto sapido e ficcante, in una specie di esaltazione delle caratteristiche varietali del Sangiovese di Toscana (nell’approfondimento tutti i nostri migliori assaggi). |
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Festeggiare 400 anni di storia è un traguardo importante per una casa vinicola, e una bottiglia limited edition non basta: lo sa Château Lafaurie-Peyraguey, prestigiosa griffe di Bordeaux, che festeggia quattro secoli di attività con niente meno che una botte da 225 litri personalizzata, realizzata in prezioso cristallo dalla griffe di lusso Lalique, di proprietà, come la maison enoica francese, di Silvio Denz. Esposta al castello, la botte è piena di Sauternes, fiore all’occhiello della produzione dello château. |
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San Valentino si avvicina, e TripAdvisor ha stilato la “Top 10” dei ristoranti più romantici d’Italia, secondo le recensioni degli utenti. Domina la Campania: al vertice il Caracol Gourmet a Bacoli (una stella Michelin), davanti al Terrazza Bosquet a Sorrento (una stella) e a Il Flauto di Pan a Ravello. Ai piedi del podio, il Vun di Andrea Apreda a Milano (due stelle Michelin), davanti al Massimiliano Poggi a Trebbo di Reno, e al Dolce Stil Novo - Alfredo Russo a Venaria Reale (una stella). Al n. 7 c’è uno dei templi storici della ristorazione italiana, il Casa Vissani a Baschi (due stelle Michelin), davanti al Ristorante Vitantonio Lombardo a Matera (una stella). A chiudere la “Top 10” un altro nome storico, Arnolfo a Colle Val d’Elsa (due stelle Michelin) al n. 9, e poi l’Enoteca la Torre - Villa Laetitia a Roma (una stella). |
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Parla il presidente del Consorzio del Gallo Nero, Giovanni Manetti: “è un percorso delicato, ma è una richiesta che arriva dai produttori, le distanze tra le diverse posizioni si stanno accorciando, puntiamo a chiudere il progetto nel 2019. Oggi i consumatori e la critica, più che quanto tempo in botte ha fatto quel vino, vogliono sapere esattamente da dove arriva, e le caratteristiche di quel preciso territorio. Ed è a questa richiesta che dobbiamo rispondere”. |
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