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N. 4.301 - ore 17:00 - Mercoledì 10 Settembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Secondo il “Monitoring Eu Agri-Food Trade” della Commissione Europea, l’export agroalimentare dell’Ue ha raggiunto 19,9 miliardi di euro a maggio, in leggero calo su aprile (-1%), ma toccando, nei primi cinque mesi 2025, 99,6 miliardi di euro, con un aumento di 2,3 miliardi di euro sullo stesso periodo 2024 (+2%). Il vino resta in negativo, ma con una minima differenza in valore sui cinque mesi 2024. Le esportazioni di vino e prodotti a base di vino - la terza categoria complessiva per valore - da gennaio a maggio 2025, hanno, infatti, generato 6,7 miliardi di euro, con un calo dell’1% (era -2% nella rilevazione di aprile 2025), quantificabile in 70 milioni di euro. | |
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| | Chi sostiene che i problemi del mercato del vino siano di una certa gravità, con anche l’export che inizia a soffrire, e chi, invece, dice che le cose (ancora) non vadano male e non si deve esagerare; chi, guardando ai soli numeri, dice che gli stock di cantina sono in linea con quelli di un anno fa (siamo sui 37 milioni di ettolitri), e chi, analizzandoli, fa notare che, negli ultimi due anni, siano stati prodotti 18 milioni di ettolitri in meno sul biennio precedente; chi prende in seria considerazione l’idea di espiantare vigna in alcune zone per ridurre la produzione a fronte di un mercato che non tira, e chi la considera solo un’estrema ratio da evitare in ogni modo, e spinge di più per un blocco di un anno o due o comunque per una diversa gestione delle autorizzazioni per i nuovi impianti (al massimo di un 1% all’anno secondo la norma Ue); chi guarda di buon occhio alla riduzione delle rese per ettaro delle Dop per limitare la produzione, magari bloccando la possibilità di rivendicare le eccedenze ad Igp, e chi, invece, sostiene che questo blocco metterebbe ancor più in difficoltà le aziende che lavorano in quei territori in cui il valore del vino non è molto elevato; chi invoca un patto di filiera che spinga chi ha margini a fare qualche sacrificio, per esempio chiedendo alla ristorazione di rivedere a ribasso i ricarichi sul vino per vendere qualche bottiglia in più, e chi sottolinea che i costi si sono alzati e i margini compressi anche per i ristoranti, e che il campo di intervento è poco. Tante visioni diverse, e per certi versi contrastanti, quelle che arrivano da alcune delle voci che rappresentano la filiera del vino, e che riflettono la complessità reale di una situazione che alcuni chiamano crisi e altri no, per uscire dalla quale è difficilissimo trovare delle contromisure. È il quadro emerso nella presentazione delle stime sulla vendemmia 2025 di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv), dalle parole (in approfondimento), tra gli altri, del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, del presidente Ice, Matteo Zoppas, di quello Uiv, Lamberto Frescobaldi, di quello di Assoenologi, Riccardo Cotarella, del dg Ismea, Sergio Marchi, e del segretario generale Ceev, Ignacio Sanchez Recarte. | |
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| | Dalla Pac semplificata “con meno burocrazia e più fiducia”, alla posizione degli agricoltori da rafforzare; dal Green Deal dove “siamo saldamente sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo del 2030 di ridurre le emissioni di almeno il 55%”, ai dazi Usa in cui “abbiamo garantito all’Europa il miglior accordo possibile mettendo le nostre aziende in una posizione di relativo vantaggio perché alcuni dei nostri concorrenti diretti devono affrontare tariffe statunitensi molto più elevate”. Nel suo intervento di oggi, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha pronunciato il discorso annuale, al Parlamento Europeo a Strasburgo, sullo stato dell’Unione con le priorità per i prossimi mesi. Tra i tanti temi trattati c’è stato spazio anche per l’agricoltura, argomento delicato, considerando le recenti proteste da parte del settore. | |
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| | | Ai 39,8 milioni di ettolitri di vino in cantina registrati a fine luglio 2025, con i primi grappoli della nuova vendemmia già raccolti, se ne dovrebbero aggiungere altri 47,4 milioni di ettolitri, frutto della campagna 2025, che un po’ ovunque è in corso o si svolgerà all’insegna di uve sane e senza particolari criticità, che promettono un’annata molto buona o ottima in quasi tutte le aree e con punte di eccellenza. A dirlo le stime di Assoenologi, Unione Italiana Vini (Uiv) e Ismea, presentate, oggi a Roma, al Ministero dell’Agricoltura. Stando ai dati elaborati ad oggi, dunque - tenendo sempre conto che in vigna tutto può cambiare in poco tempo - la produzione dovrebbe registrare un incremento dell’8% sulla vendemmia 2024, riportando i volumi in linea con la media degli ultimi anni, dopo due annate particolarmente scarse. Un raccolto che conferma, quindi, un primato produttivo quantitativo dell’Italia a livello mondiale, poco desiderabile, in realtà, in una fase in cui il mercato del vino appare in lenta, ma strutturale, contrazione, seguita nella classifica globale dei competitor europei dalla Francia (stime a 37,4 milioni di ettolitri) e Spagna (con previsioni sui 36,8 milioni di ettolitri). Il Veneto si conferma leader in Italia, con 12 milioni di ettolitri di vino stimati (continua in approfondimento). | |
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| | | Cantine di pregio come Carpineto, Zaccagnini (Argea) e Travaglini in lizza come “European Winery of The Year”, e ancora Roberta Corrà, alla guida del Gruppo Italiano Vini - Giv, la più grande realtà del vino italiano, e del Consorzio Italia del Vino (che mette insieme imprese per un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro) e non solo: c’è tanta Itala, come sempre, tra le nominations per i “Wine Enthusiast Wine Star Awards” n. 26, della celebre rivista americana “Wine Enthusiast” (tutti i nomi in approfondimento). | |
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| | Un riconoscimento importante per Pasqua Vini, cantina veneta tra le più importanti d’Italia e della Valpolicella, guidata dalla famiglia Pasqua, che, nel 2025, compie 100 anni. È l’“Impact Hot Prospects Award” 2024 di M. Shanken Communications, casa editrice di importanti testate del settore beverage, come “Wine Spectator”, e per la quale è “Brand Emergente dell’Anno”. Un riconoscimento assegnato alle aziende che si sono distinte per le proprie prestazioni in termini di crescita delle vendite, sviluppo del marchio e leadership nel marketing nel mercato Usa (che, in passato, è andato, tra gli altri, a realtà del vino italiano come Frescobaldi, Val d’Oca, Santa Margherita, Torresella, La Gioiosa, Cantina La Vis e non solo). Pasqua Vini ha chiuso in crescita il 2024 (+6%) con un fatturato consolidato di 63,5 milioni di euro, e, negli Stati Uniti, l’aumento è stato di quasi il 40%. | |
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| | | “Ci sono tutte le prerogative perché quella del 2025 sia una bella vendemmia, anche se abbondante per il mercato attuale. Questo ci ricorda che alcune attività vanno ripensate, dal taglio delle produzioni al sistema delle denominazioni e la questione vigneti sul cui espianto sono un po’ freddo. Il Mercosur è un accordo importante, ma avrà un’entrata in regime di otto anni. I tempi sono lunghi”. A WineNews, Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini (Uiv) e produttore, nella presentazione, oggi, a Roma, delle previsioni vendemmiali 2025 by Uiv-Assoenologi-Ismea. | |
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