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N. 3.085 - ore 17:00 - Martedì 2 Febbraio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Si parlerà del futuro commerciale del vino sempre più multicanale, tra gdo, horeca ed e-commerce, e di vini di metodo e di territorio in relazione al cambiamento climatico e dei consumi, e si analizzeranno le nuove politiche a sostegno del vino italiano ed i mercati target, con degustazioni dedicate all’Amarone, al Ripasso ed al Valpolicella, con le voci degli esperti in collegamento mondiale. Perché sarà tutto via web. Tra convegni virtuali e digital tasting, ecco la “Valpolicella Annual Conference”, primo evento digitale del Consorzio Vini Valpolicella (26-27 febbraio) che dà il via agli appuntamenti del vino italiano nel 2021 ancora segnato dalla pandemia. |
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La lotta al cancro, una delle grandi piaghe dei nostri tempi, è senza dubbio una priorità. Come è altrettanto indubbio che limitare comportamenti che aumentano il rischio di ammalarsi sia un dovere etico di tutti. Ma questo va fatto senza eccedere in azioni che vanno non solo a fare danni a filiere economiche ed occupazionali importanti, ma che vanno anche a minare consumi che, se moderati e nelle giuste quantità, se non hanno effetti benefici sulla salute (come pure parte della ricerca sostiene), quanto meno non sono dannosi, oltre che essere parte di una cultura e di una tradizione secolare. Eppure, la Commissione Europea sta per approvare un documento che, pur nobile nel proposito, comporta tanti rischi per settori come quello del vino e degli alcolici in generale: si tratta dell’“Europe’s Beating Cancer Plan”, che dovrebbe essere approvato domani, in vista della Giornata Mondiale contro il cancro dell’Oms. E che, nella bozza visionata da WineNews, tra programmi di ricerca da potenziare e altre iniziative, chiama in causa il consumo, e non l’abuso, di vino e bevande alcoliche, proponendo misure come la revisione della legge europea sulle tasse sulle bevande alcoliche, la riduzione della pubblicità on line, e lo stop allo “stimolo al consumo di alcol attraverso i programmi di promozione dei prodotti agricoli Ue”, come per esempio l’Ocm Vino, e ancora modifiche nelle etichette con una sorta di “advertising” nelle bottiglie come avviene sulle sigarette, e non solo. Un documento dalla portata devastante, dunque, per la filiera del vino, già messa in difficoltà dalla pandemia, e che per altro da anni investe in programmi di educazione al consumo moderato e consapevole di vino, stile proprio della cultura mediterranea, considerato uno dei più efficaci strumenti di lotta all’abuso di alcol, che è un problema tangibile soprattutto nel Nord Europa. Nei prossimi giorni, da quanto apprende WineNews, dovrebbe arrivare una presa di posizione ufficiale con tanto di dossier da parte della Ceev, il Comité Européen des Entreprises Vins. Intanto, la Coldiretti ha scritto una lettera in materia, sottolineando i pericoli di un simile provvedimento, al commissario europeo per gli Affari Economici Paolo Gentiloni. |
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Il vigneto Nebbiolo San Lorenzo di Gaja e il vigneto Barbera Barturot di Ca’ Viola in Piemonte, il vigneto Refosco Buttrio di Vigne di Zamò (di Oscar Farinetti), il vigneto Tocai Bert dell’azienda agricola Sturm e il vigneto Sauvignon Lungo Strada di Russiz Superiore in Friuli Venezia Giulia, il vigneto Merlot Forra Alta di Tenuta Nozzole, nel Chianti Classico e il vigneto Sangiovese Oliveto di Tenuta La Fuga, a Montalcino, entrambe della Ambrogio e Giovanni Folonari, in Toscana, ed il vigneto Pardoniga Mandrolisai dell’azienda Bentu Luna, in Sardegna: ecco i primi vigneti giudicati sopra i 90 punti (su 100) dall’Indice Bigot, il sistema messo a punto dall’agronomo Giovanni Bigot per valutare il potenziale qualitativo di un vigneto, guardando fattori come produzione, superficie fogliare, sanità delle uve, stress idrico, vigore, biodiversità, età del vigneto e non solo. |
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Nel 2020 marchiato a fuoco dalla pandemia, gli italiani non hanno rinunciato a bere. La denominazione più ricercata nell’anno è stata il Franciacorta, grande territorio della spumantistica Metodo Classico del Belpaese, davanti ad altre prestigiose denominazioni del vino italiano che sono, nell’ordine, Valpolicella Ripasso, Trentodoc, Lugana, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Alto Adige, Prosecco Doc, Barolo, Brunello di Montalcino, Primitivo di Manduria, Bolgheri, Valpolicella, Alto Adige Gewurztraminer e Chianti Classico. Mentre a fine anno, tra novembre e dicembre 2020, anche grazie alla regalistica, ad andare per la maggiore sono stati il Cartizze, summa del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, il Franciacorta Brut Satén, tipologia tra le più distintive del Franciacorta, ed ancora il Trentodoc versione Brut, il Prosecco Docg e l’Alta Langa Pas Dosè, con una “Top 5 di Natale” tutta all’insegna delle bollicine. A dirlo l’Osservatorio di Signorvino, la più grande enocatena italiana, che, pur in un anno durissimo per il business, ha raggiunto i 20 punti vendita in tutta Italia, con le ultime aperture di Parma, Roma e Milano Zona Navigli, aumentando del 12% le assunzioni sul 2019 (di cui il 45% donne). E che già guarda ad una nuova apertura a Fidenza, in Emilia Romagna, nel marzo 2021. |
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I grandi territori del vino continuano ad investire nello strumento del “Pegno Rotativo”, che consente alle cantine di trasformare il vino in giacenza in liquidità economica. Come ha fatto il Consorzio dei Vini Bolgheri (a tutela delle denominazioni Bolgheri e Bolgheri Sassicaia) guidato da Albiera Antinori, che ha sottoscritto un accordo con Crédit Agricole, che consentirà alle cantine del territorio di attivare il pegno. L’accordo prevede la possibilità di concedere un credito in base ai valori di mercato del vino Dop e Igp in giacenza, previa certificazione di sussistenza. |
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In controtendenza sull’economia nazionale, che fa segnare un crollo del 10,8% nelle spedizioni all’estero, le uniche esportazioni in aumento nel 2020, funestato dal Covid, sono quelle dei prodotti agroalimentari (+1,4%): lo rivela un’analisi Coldiretti, sui dati Istat, che mostrano la caduta del Prodotto Interno Lordo (-8,8%) dovuta all’andamento negativo della domanda, sia della componente nazionale che estera. L’eccezione è rappresentata da cibo e bevande, che malgrado la pandemia fanno segnare il record storico per il made in Italy sulle tavole di tutto il mondo. La crescita della domanda di cibi e bevande all’estero è trainata dalla Germania (+5,5%), primo partner dell’Italia, seguita dagli Usa (+5,2%), nonostante i dazi che hanno colpito i prodotti più significativi (dati Istat relativi al commercio estero nei primi 11 mesi 2020). |
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A WineNews Claudio Biondi, presidente del Consorzio unico che, dal 2021, tutela tutte le denominazione e la diversità del Lambrusco. Promozione all'estero, valorizzazione della diversità, sinergia tra grande produzione a prezzi “pop” per la distribuzione e piccole cantine che puntano sempre più su alta qualità e ristorazione i pilastri su cui costruire il futuro di un vino e di un territorio che hanno fatto la storia. |
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