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WineNews
N. 3.809 - ore 17:00 - Martedì 10 Ottobre 2023 - Tiratura: 31.191 enonauti,
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La News
Antinori importerà i suoi vini in Usa
Antinori, famiglia per eccellenza del vino italiano, importerà direttamente i suoi vini in Usa, con una nuova “company” creata ad hoc, che rappresenta il futuro e si chiama come la storia delle più longeva cantina italiana, “Vinattieri 1385”, anno certificato di nascita dell’azienda, che, nei secoli, è diventata Marchesi Antinori, oggi alla 26esima generazione con alla guida Albiera, Allegra e Alessia, con il padre e presidente onorario, Piero Antinori, e l’ad Renzo Cotarella. Che, a WineNews, ha detto come “l’acquisizione di Stag’s Leap Wine Cellar in Napa Valley, a giugno 2023, ha aperto anche questa porta”.
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Primo Piano
Il valore di famiglia, tempo, ed il rapporto impresa-banche: l’affare Antinori-Stag’s Leap
Quella di Stag’s Leap Wine Cellars, icona del vino di Napa Valley, con 100 ettari di vigneto ed un fatturato tra 70 e 80 milioni di dollari all’anno, da parte della storica famiglia del vino italiano Marchesi Antinori, è stata un’acquisizione monstre (si parla di un’operazione complessiva da oltre 1 miliardo di dollari, ndr), che ha fatto ovviamente notizia. Specie perché si è trattato della prima realtà italiana a mettere radici in uno dei territori più importanti del vino mondiale, per prestigio e valori dei terreni (con quotazioni di 1 milione di dollari ad acro) e delle bottiglie, visitatissima da un turismo particolarmente ricco, e che apre una prospettiva nuova per un’azienda familiare da 26 generazioni, quella dell’importazione diretta sul mercato Usa, il più importante al mondo per i consumi di vino, con una società che racconta storia e futuro già dal nome: “Vinattieri 1385”, anno di nascita certificato di Antinori. Notizia, emersa dal talk show messo in scena dalla Marchesi Antinori e da Intesa San Paolo, la banca più grande d’Italia e partner principale dell’operazione, che ha coinvolto anche Cassa Depositi e Prestiti ed altri player, come ricordato da Stefano Barrese, Responsabile Banca dei Territori Intesa Sanpaolo (in approfondimento), e che ha visto l’Italia mettere radici in Napa Valley, dove il Belpaese mancava, “e con un’ulteriore peculiarità, è stata una cantina italiana familiare a comprare da un fondo, e non viceversa”, come ha ricordato, con orgoglio, il Marchese Piero Antinori, oggi presidente onorario della Marchesi Antinori, guidata dalle figlie Albiera, Allegra e Alessia, e dall’ad Renzo Cotarella. “Un’acquisizione che ci dà grande prospettiva, certamente pesante, per una realtà da 70-80 milioni di dollari di fatturato, 100 ettari di vigneto ed una redditività elevatissima, 20 volte la media delle cantine italiane, in un territorio dove il valore aggiunto è altissimo, basti pensare che il prezzo medio dei vini di Stag’s Leap è di oltre 40 dollari a bottiglia e che, consentendoci di creare una società diretta di importazione, ci rende finalmente padroni del nostro destino, in un mercato importantissimo come quello americano, dove è difficile che un importatore prima, e un distributore poi, diano priorità a tutti i prodotti che un’azienda come la nostra ha”, ha commentato Cotarella.
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Arriva il “Sommelier Astemio”
È il primo ed unico corso per diventare “Sommelier Astemio”, dedicato ai ragazzi e ragazze con lievi disabilità: così il vino diventa strumento di inclusione sociale, permettendo l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani con bisogni educativi speciali. L’iniziativa è dell’Ais-Associazione Italiana Sommelier, presentata, ieri, nella Giornata Nazionale della Sostenibilità e della Solidarietà. Il progetto è nato a cura di Ais Bari e del suo delegato Raffaele Massa, che ha creato una modalità di formazione tagliata sulle esigenze dei ragazzi: l’idea è diventata un libro di testo ed un format, applicabile in altre Regioni d’Italia. Attraverso il corso, questi studenti speciali, non potendo assumere sostanze alcoliche, imparano a servire il vino, ad abbinarlo al cibo ed a descriverlo con il solo uso della vista e dell’olfatto.
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Focus
Il “sogno realizzato” di Ca’ del Bosco
Non capita di sentirlo spesso in un mondo del vino che non si ferma mai, ma, dopo 52 vendemmie, Ca’ del Bosco, con la stessa passione che ha trasformato una casa in un bosco in una delle più moderne cantine, pioniera del Franciacorta e oggi tra le aziende leader, ieri (con la partecipazione del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ndr), ha mostrato il suo “volto” definitivo, un tempo solo sognato e, negli anni, realizzato nel progetto dei suoi soci, le famiglie Zanella e Marzotto. Un viaggio iniziato nel 1968, quando fu piantato il primo vigneto, e che oggi segna un traguardo storico: con un patrimonio viticolo di oltre 280 ettari su 11 Comuni dei 19 della Franciacorta, Ca’ del Bosco ha quasi raggiunto l’obiettivo di superficie vitata in conduzione prestabilita, a viticoltura bio. Un lavoro che ha riguardato anche la cantina, con un nuovo percorso immersivo: dall’accoglienza al Tunnel dei caveaux delle Riserve di Franciacorta e quelli nella Cupola delle Cuvée Annamaria Clementi, dalla galleria delle pupitres al Tunnel di affinamento dei Millesimati Vintage Collection, dalla “Cupola dei Sensi” all’installazione “Prestige Immersion”. Il tutto celebrato con l’Annamaria Clementi R.S. 1980, affinato oltre 40 anni in bottiglia, frutto dell’ingegno di Maurizio Zanella e dello chef de cave André Dubois.
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Cronaca
L’Italia del vino per “Slow Wine 2024”
238 “Chiocciole” assegnate alle cantine che meglio interpretano i valori della Chiocciola, 799 “Top wine”, il meglio dal punto di vista organolettico, selezionati tra 25.100 vini assaggiati, da 2.006 cantine visitate e recensite, di cui 198 premiate con la Bottiglia, e i cui vini esprimono un’eccellente qualità: ecco i numeri di “Slow Wine” 2024, la guida di Slow Food, curata da Giancarlo Gariglio, che esorta “l’appassionato a capire che tutta l’Italia del vino va valorizzata e conosciuta, oltre alle solite blasonate denominazioni”. 
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Wine & Food
Ue, per dimezzare l’uso dei pesticidi tempo fino al 2035. E adesso il voto sul glifosato
Con 26 voti a favore, 3 astenuti e 9 contrari, la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, all’interno della strategia “Farm to Fork”, ha spostato il dimezzamento dell’uso dei pesticidi, previsto per il 2030, al 2035, e abbassato al 35% i target di riduzione obbligatori a livello nazionale. Una decisione che soddisfa gli agricoltori, che avranno così più tempo per abbattere l’uso dei pesticidi nei campi, e che anticipa di poche ore un altro voto atteso e delicato, quello sul rinnovo dell’autorizzazione europea del glifosato, l’erbicida più usato a livello mondiale, per altri dieci anni, su cui Bruxelles si esprimerà il 12 ottobre. “Quando il confronto si concentra sul merito delle questioni, si possono raggiungere accordi pragmatici e in grado di trovare un equilibrio tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica”, ha commentato Paolo De Castro.
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Il Trentodoc, uno dei casi più virtuosi della crescita delle bollicine Metodo Classico italiane
Espressione più alta delle bollicine di montagna, il Trentodoc è oggi uno dei casi più virtuosi della crescita del Metodo Classico italiano e del successo delle bollicine made in Italy, vino contemporaneo e uno dei medium della nostra società, che guarda ad un futuro ancora più frizzante, come raccontano, a WineNews, le voci di tutti i suoi più importanti protagonisti, nel viaggio che abbiamo fatto in Trentino, uno dei territori d’eccellenza della spumantistica e della viticoltura eroica italiana, per analizzare questo fenomeno.
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