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N. 4.300 - ore 17:00 - Martedì 9 Settembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Raccontarsi in contesti di grande prestigio e visibilità, al di fuori di quelli del mondo del vino, è una strada che forse nessun territorio enologico ha percorso, in questi anni, come la Franciacorta, che ha saputo in pochi anni affermarsi ad alti livelli per posizionamento e qualità riconosciuta. Tra le iniziative più significative, la partnership tra il Consorzio guidato da Emanuele Rabotti ed i celeberrimi “Emmy Awards”, il più prestigioso riconoscimento internazionale dedicato all’eccellenza televisiva, che nel 2025 (14 settembre) vive la sua edizione n. 77, e per il quinto anno consecutivo vedrà proprio il Franciacorta come “Official Sparkling Wine”. | |
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| | Per chi ha investito negli ultimi anni in fine wines a fini speculativi, le cose non stanno andando troppo bene, come abbiamo scritto spesso, e i guadagni facili di qualche anno fa sono solo un lontano ricordo. Ma per chi vede i grandi vini come oggetto di passione e li compra per farli invecchiare e bere al momento giusto, di contro, con i prezzi un po’ in calo sulle vette del recente passato, il bicchiere è mezzo pieno. Ed a “classificare” i vini più quotati sul mercato, è il Liv-Ex, la principale piattaforma del mercato secondario, che specifica anche come, sull’edizione 2023, in questa nuova classificazione 2025 i livelli di prezzo che definiscono le “fasce” (i “tier”, da 1 a 5) sono stati rivisti a ribasso del 23%, seguendo l’andamento del Liv-Ex 1000, il più ampio degli indici della piattaforma, tra giugno 2023 e giugno 2025. Nel complesso, spiega Liv-Ex, se la Francia domina la lista con 207 etichette, di cui 48 nel “1 tier” e 85 nel “2 tier”, con la Borgogna sugli scudi per crescita, ma Bordeaux ancora come regione predominante con 106 vini sui 332 nella classificazione complessiva, l’Italia cresce con 86 vini, rispetto ai 65 del 2023, di cui ben 45 dalla Toscana, e 36 dal Piemonte (3 vini per il Veneto, e 1 a testa per Umbria e Abruzzo). Una classificazione, spiega Liv-Ex, costruita tenendo conto del prezzo medio di scambio per i vini che tra il 1 luglio 2024 ed il 30 giugno 2025 sono stati scambiati almeno 12 o più volte, e almeno per 5 annate della stessa etichetta. Nel primo livello si trovano 66 vini, da 5 Paesi, scambiati ad oltre 2.839 sterline per cassa da 12 bottiglie. E se il podio è tutto dominato dal mito di Borgogna con Domaine de La Romanée-Conti, con, nell’ordine, Romanée-Conti, La Tache e Richebourg, per l’Italia il primo dei migliori (9 le etichette in prima fascia) è il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, seguito dal Masseto (gruppo Frescobaldi), dal 100% Sangiovese Igt Toscana di Soldera Case Basse, dal Brunello di Montalcino Riserva di Biondi-Santi, e ancora dal Barbaresco Sorì San Lorenzo di Gaja, dal Barolo Falletto Vigna Le Rocche di Bruno Giacosa, dal Barolo Monvigliero di Comm. G. B. Burlotto, dal Lodovico di Tenuta di Biserno e dal Matarocchio di Guado al Tasso di Antinori. Ma tantissimi i grandi nomi del vino italiano in classifica (completa, in approfondimento). | |
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| | Vino, birra e spirits “no-low” alcol sono ancora una nicchia, in Italia, che vale lo 0,7% delle vendite a volume della categoria. Ma una nicchia che crescerà ancora (+20% da qui al 2029), come già successo nel recente passato: se le vendite a volume di vino, birra e alcolici sono diminuite del 2,7% tra il 2022 ed il 2025, quelle delle loro alternative analcoliche sono cresciute nel complesso del +14,8%. Il vino come lo conosciamo, in particolare, è arretrato del -3%. È uno degli aspetti che emergono dal “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”. In particolare, sui prodotti low-alcol, si dice interessato a consumarli o ad assaggiarli il 43% degli italiani per quanto riguarda i vini, mentre si guarda con meno entusiasmo alle versioni completamente no-alcol, a cui apre comunque il 24% degli italiani. | |
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| | | Nei primi 6 mesi 2025, se la spesa per la ristorazione fuori casa cala del -2,2% e 1 italiano su 3 rinuncerà a mangiare fuori anche in futuro, si registra, per contro, una ripresa nei carrelli della spesa, con le vendite in gdo a +3,8% a valore e +2% a volume su base annua. A dirlo, è il “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” curato dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop, tra i leader della gdo italiana - con un giro d’affari 2024 di 16,6 miliardi di euro (+1,2% sul 2023), di cui oltre 14,9 miliardi sviluppati solo dalla parte retail (+1%), e derivante dal wine & food per una quota intorno al 90% del totale - presentato oggi a Milano. E per il quale, il cibo ritorna ad essere domestico e cucinato, mixando tradizione e innovazione, e, soprattutto, con il salutismo che avanza anche tra gli italiani, tanto che più compaiono additivi nelle etichette - lette da 7 su 10 - più diminuiscono le vendite, si torna a mangiare frutta e verdura, accelera il biologico e 8,4 milioni dicono che nei prossimi mesi aumenteranno questi acquisti. Resta alto il risparmio, con il 40% che comprerà più prodotti in offerta e il 18% a marchio del distributore, che, nel caso di Coop, incidono per oltre il 40% delle vendite, per un fatturato 2024 di 3,5 miliardi di euro. | |
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| | | All’ampelografo svizzero José Vouillamoz, autore del volume “Wine Grapes”, il “Premio Masi Internazionale Civiltà del Vino”; ad Alberto Bombassei, fondatore Parco Scientifico Kilometro Rosso, alla scrittrice Federica Manzon e all’artista Fabrizio Plessi il “Premio Masi Civiltà Veneta”; ed a Gilles Kepel, politologo francese, il “Premio Masi Internazionale Grosso D’Oro Veneziano”: ecco i vincitori del “Premio Masi” 2025 della Fondazione Masi, di scena il 24 ottobre con la firma sulla botte di Amarone nelle cantine Masi e a Monteleone21 in Valpolicella. | |
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| | Una crescita del 22%, e quindi dai 9,3 miliardi di euro del 2019 agli 11,5 del 2024, trainata dall’export, salito del 67% fino ai 5,1 miliardi di euro rispetto ai 3,1 del 2019. Sono i dati della Parma Food Valley, un territorio di eccellenza, rappresentato da sei tra le più importanti filiere dell’agroalimentare italiano: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, pasta (Barilla), latte (Parmalat), pomodoro (Mutti e Rodolfi Mansueto) e alici (Delicius, Rizzoli e Zarotti). Un “gioiello”, la Parma Food Valley, celebrato, stasera, con la “Cena dei Mille” di Parma n. 6 in Piazza Garibaldi, con la tavolata di 400 metri che ospiterà i 1.000 commensali presenti. L’evento avrà come chef guest Giancarlo Perbellini, patron e proprietario di Casa Perbellini 12 Apostoli a Verona fresco di terza Stella Michelin, con, nei calici, i Vini Doc dei Colli di Parma (in approfondimento). | |
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| | | A WineNews, Monsignor Bruno Fasani, presidente della Fondazione Biblioteca Capitolare di Verona e direttore “Telepace”: “il vino è citato molte volte nella Bibbia. Un popolo che vive bene, che sta bene e che produce del bene viene paragonato ad una vigna che dà buon vino. Ma il vino, associato ai banchetti, è anche gioia e relazione. Un simbolismo, oggi, molto forte, in una società che cerca risposte nella tecnica e nell’economia, e nella quale il vino ci ricorda che dovremmo recuperare le relazioni. Una grande metafora, quindi, della vocazione umana che è lo stare insieme”. | |
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