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WineNews
N. 2.634 - ore 17:00 - Martedì 9 Aprile 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
La Sicilia punta sui vitigni “reliquia”
Si chiamano Inzolia Nera, Lucignola, Orisi, Usirioto e Vitrarolo e Recunu, e sono i sei vitigni “reliquia” recuperati, che arricchiranno l’identità vitienologica di quel “continente” vinicolo che è la Sicilia. Frutto del quindicinale progetto per la “Valorizzazione dei Vitigni Autoctoni Siciliani”, condotto dalla Regione Siciliana (con la regia, tra gli altri, di Attilio Scienza, e già sperimentate da realtà come Planeta, Tasca d’Almerita e Donnafugata, tra le altre), con l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite nel novembre scorso, attendono ora di essere autorizzati nelle Igt e nelle Doc per debuttare in bottiglia ed etichetta.
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Primo Piano
Enoturismo, fatta la legge, in Italia è tempo di far crescere il settore
Il 2019 è l’Anno del Turismo Lento, un tema che combacia alla perfezione con il concetto fondamentale dell’enoturismo, la conoscenza del territorio attraverso le cantine vinicole e le storie dei produttori. Una tendenza, ma anche un settore economico sempre più rilevante per il comparto enoico, al centro della conferenza “Enoturismo: dal decreto all’esperienza in cantina”, a Vinitaly, con il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, il dg di Veronafiere Giovanni Mantovani ed il presidente del Movimento Turismo Vino Nicola d’Auria, che ha messo al centro l’impatto ed il ruolo che, da ora in avanti, avrà il nuovo quadro normativo fissato dalla legge sull’enoturismo voluta, la scorsa Legislatura, dal Senatore Dario Stefàno. “Adesso che la legge è entrata in vigore - ha commentato a WineNews il Ministro Centinaio - dobbiamo cercare di attuarla il più velocemente possibile, spiegarla, condividerla con i protagonisti del mondo del vino e soprattutto con i tour operator. Il bello di questa legge sull’enoturismo è che non è “top-down” ma “down-top”: è una legge che è stata chiesta dal settore, che è stata chiesta dai territori, non è una legge imposta ma condivisa. Rientra comunque in un contesto più ampio, perché il nostro obiettivo è quello di decongestionare il turismo dalle grandi città e spostarlo nella provincia e nelle campagne, dove l’Italia custodisce alcuni dei suoi tesori più preziosi, a partire proprio dal vino e dall’agroalimentare in generale”. Diventa importante, allora, anche da un punto di vista simbolico, l’appuntamento con il 2020, quando la prestigiosa International Wine Tourism Conference, conferenza nata in Spagna nel 2009, metterà al centro l’Italia enoica, ed in particolare il Friuli Venezia Giulia, Regione di grandi vini, ma anche di grande enogastronomia e di storia, come tutte le terre di frontiera. Dal 24 al 26 marzo, con la regia di Promoturismo Friuli Venezia Giulia, ospiterà oltre 300 giornalisti, opinion leader ed esperti di turismo ed enogastronomia tra conferenze per analizzare ed anticipare trend presenti e futuri, ma anche seminari, degustazioni ed educational alla scoperta del territorio e del ruolo del turismo enoico del Belpaese nel mondo anche nel confronto con i suoi competitor.
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Coldiretti, il vino non è affare per vecchi
Solo nell’ultimo anno i vignaioli italiani appartenenti alla Generazione Zeta, gli under 25, sono arrivati a quota 1.200, con una crescita dall’anno precedente del 38%: lo dice lo studio “La rivoluzione giovane nel vino” di Coldiretti, presentato oggi a Vinitaly, le cui proiezioni, sulla base dei dati Agea, sottolineano come si tratti di un incremento in controtendenza rispetto al dato generale, che vede un calo dei vignaioli del 6%. L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano, sottolinea la la Coldiretti, è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice.
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Focus
Il vino in allarme: gli Usa minacciano nuovi dazi
La guerra dei dazi tra Usa e resto del mondo sembrava sopita, e invece no: Donald Trump è pronto a una nuova ondata di dazi contro l’Europa (per 11 miliardi di euro) in risposta agli aiuti della Ue ad Airbus, la rivale di Boeing. E, da quanto riporta l’Ansa, le nuove misure potrebbero colpire anche vino e formaggi. Nella black list ufficiale divulgata dall’Amministrazione statunitense, sottolinea Coldiretti, sono citati espressamente gli spumanti e il Marsala tra i vini, ed il pecorino tra i formaggi, ma anche gli agrumi, l’uva, le marmellate, l’acqua e i superalcolici e non solo. Notizia che arriva nel bel pieno di Vinitaly, e non sono mancate, ovviamente, le reazioni. “Mettere i dazi non serve a niente, perché dazio chiama dazio. Se Trump mette i dazi sull’Italia, noi li metteremo sugli Stati Uniti e di nuovo Trump li metterà su vari prodotti. Così ci saranno problemi per tutti coloro che importano ed esportano”, ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. “Serve l’azione diplomatica dell’Ue nell’auspicio che, in questa come in altre occasioni, il problema commerciale possa rientrare. Gli Stati Uniti sono di gran lunga il primo Paese buyer del vino made in Italy per un valore che, nel 2018, ha sfiorato 1,7 miliardi di euro”, hanno aggiunto i vertici di Veronafiere.
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Cronaca
Al Giro 2019 la “Sangiovese Wine Stage”
Giro d’Italia e vino si incontrano, ancora una volta. E la “Wine Stage” 2019 sarà dedicata al Sangiovese di Romagna, e sarà la n. 9 del Giro, in scena il 19 maggio, la cronometro individuale tra Rimini e San Marino. Ad anticiparlo a WineNews, da Vinitaly, il direttore generale della corsa rosa, Mauro Vegni, a Vinitaly. Tappa dedicata ad un grande vino “pop”, la “Sangiovese Wine Stage” e ad una terra che ha dato i natali a tanti campioni del ciclismo, dall’indimenticato Marco Pantani all’attuale Ct della Nazionale Italiana Davide Cassani, per citarne solo alcuni.
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Wine & Food
Eataly arriva a Parigi: avrà la cantina di vini italiani più grande della città
Eataly sbarca in Francia: apre, il 12 aprile, Eataly Paris Marais, che al suo interno avrà la cantina di vini italiani più grande di Parigi. La sede parigina è a Marais, rinomato distretto della città, a pochi passi dal grande BHV Marais (Bazar Hotel de Ville), tra i più antichi grandi magazzini di Parigi, e dalla Fondazione Lafayette Anticipations, luogo dedicato alla creatività di artisti, stilisti, e performer. Il brend di Oscar Farinetti, approda dai cugini d’Oltralpe, e lo fa in grande: 4.000 metri quadri totali, con 7 punti di ristorazione, tra cui l’Osteria del Vino e il Bar Torino, oltre al grande mercato italiano, la macelleria, la panetteria con forno a legna, la pasta fresca fatta a mano e la più grande cantina dedicata al Belpaese con 1.200 etichette.
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WineNews.tv
A Vinitaly il Premier Conte, Beppe Grillo, Papa Francesco, e, dall’aldilà, Margherita Hack ...
Scherzando sul vino con Andro Merkù, l’imitatore più temuto dai politici italiani, protagonista con i suoi sketch de “La Zanzara” su Radio24. Tra un “abbarbicato” presidente del Consiglio, il focoso comico genovese, “sua Santità” in cerca di vino, come la rediviva scienziata fiorentina scesa dalle stelle per un buon calice. Con la chiusura “burbera” di Giuseppe Cruciani.
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