Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.675 - ore 17:00 - Venerdì 31 Marzo 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Frequentare bar e ristoranti rimane una priorità per il 31% degli italiani, più importante di altre come l’acquisto di abbigliamento (28%) e le vacanze (21%). Età e collocazione geografica incidono sulla frequenza dei consumi fuori casa, ma si risponde all’aumento dei prezzi bilanciando qualità e quantità di visite nei locali: sono alcuni dei dati che emergono dall’analisi, condotta da CGA by NielsenIQ (società di consulenza nel settore On Premise), sui consumi degli italiani nel settore del fuori casa, tenendo in considerazione l’attuale contesto socio-economico, segnato dall’inflazione e da un consistente incremento del costo della vita. |
|
|
|
|
Nonostante il quarto mese di calo consecutivo del Liv-ex, che, a febbraio2023, ha segnato il -0,8%, torna in territorio positivo l’Italy 100 - che raccoglie le ultime dieci annate in commercio di Barolo Bartolo Mascarello, Barbaresco Gaja, Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno, Masseto e Ornellaia di Frescobaldi, Sassicaia Tenuta San Guido, Solaia e Tignanello di Antinori, Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva Bruno Giacosa e Flaccianello della Pieve Fontodi - con una crescita del +1,1%. Ma quali sono, da inizio anno, le etichette che hanno dato i risultati migliori ? Come emerge dall’analisi di WineNews sulle quotazioni aggiornate del Liv-ex, la performance migliore è quella del Barbaresco 2015 di Gaja (+29,2%), con un market price attuale di 1.875 sterline a cassa. Al secondo posto, il Flaccianello della Pieve 2011 di Fontodi (+28,2%), sul mercato secondario a 1.220 sterline a cassa, seguito, sul terzo gradino del podio, dall’annata 2012 ancora del Flaccianello della Pieve (+18,1%), quotato 800 sterline a cassa. Ai piedi del podio, il mitico Barolo Monfortino Riserva 2001 di Giacomo Conterno, che si conferma, con una crescita del 14,1% da inizio 2023, tra i grandi vini da investimento: per una cassa ci vogliono 18.238 sterline. Crescono anche il Barbaresco 2011 di Gaja (+13,2%), a 1.800 sterline a cassa, il Barolo Riserva 2001 le Rocche del Falletto di Bruno Giacosa (+11,8%), a 7.500 sterline, ed il più recente Barolo Riserva 2017 le Rocche del Falletto di Bruno Giacosa (+11%), quotato 4.847 sterline. Segna una crescita del +8% il Barolo Monfortino Riserva 2006 di Giacomo Conterno, a 11.499 sterline, un decimale in più del Barolo Riserva 2008 le Rocche del Falletto di Bruno Giacosa (+7,9%), con il Barolo Monfortino Riserva 2013 di Giacomo Conterno, le cui quotazioni sono cresciute del +7,7%, arrivando a 9.600 sterline a cassa, a chiudere la top ten. Allargando l’orizzonte agli ultimi 12 mesi, invece, le cose cambiano radicalmente. Al primo posto, sul lungo periodo, troviamo infatti il Solaia 2014 di Antinori (+24,1%), con una quotazione di 2.550 sterline a cassa. In seconda posizione troviamo l’altro Super Tuscan di Antinori, il Tignanello 2017, cresciuto nell’ultimo anno del +23,4%, a 1.360 sterline a cassa. Poi l’Ornellaia 2010, la griffe di Bolgheri dei Frescobaldi (+22,5%), a 2.720 sterline a cassa. |
|
|
|
|
Migliorare la qualità del vino e ottimizzare i processi di vinificazione attraverso l’uso degli ultrasuoni: è il sistema tecnologico Ultrawine Perseo, realizzato dal Gruppo Agrovin, in collaborazione con diverse università spagnole, e brevettato a livello internazionale, che consente, sostengono i produttori, di estrarre il massimo potenziale dall’uva utilizzando, appunto, ultrasuoni ad alta potenza e a bassa frequenza. Il risultato, nel processo di vinificazione, in termini organolettici, è un mosto di alta qualità, dal colore e dall’aroma intensi, e quindi un miglioramento del vino dal punto di vista sensoriale, rispettando il carattere varietale dell’uva e consentendo di ottenere vini più aromatici, strutturati e corposi. L’uso degli ultrasuoni è una tecnica pionieristica nel mondo del vino, approvata dall’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv). |
|
|
|
|
|
Il mercato degli investimenti in vino cresce, e fa parlare di sé. Ma resta una nicchia, un asset alternativo a quelli più classici e strutturati. Che riguarda pochissime etichette (100/150), a livello mondiale, ed in particolare di brand al top per storia, prestigio e qualità riconosciuta a livello mondiale, di grandi territori, di vendemmie perfette, di tiratura limitata, con capacità acclarata di durare nel tempo, di valore economico importante ex cellar, e, quindi, per tutti questi motivi, in grado di rivalutarsi nel tempo. Ed è un mercato che richiede, comunque, una grande ed approfondita expertise. È la visione di WineNews, di un fenomeno, che raccontiamo da anni ed anni, e di cui ora, con un Vinitaly alle porte (Verona, dal 2 al 5 aprile, con “Opera Wine”, anteprima della fiera mondiale, firmata dalla rivista cult americana Wine Spectator), si è occupato anche “Il Sole 24 Ore”, con uno speciale, in edicola in questi giorni, “Vino & Finanza - Dalle aste per le bottiglie cimelio agli investimenti nelle cantine”, curato da Alberto Orioli, vicedirettore del giornale, e dai giornalisti Giorgio dell’Orefice, Barbara Sgarzi ed Emiliano Sgambato, con approfondimenti ed interviste ad esperti, case d’asta e a gestori di fondi di investimento in vino. Ed il contributo del direttore di WineNews, Alessandro Regoli, che vi proponiamo in approfondimento. |
|
|
|
|
|
Dalle eccellenze enologiche biologiche e biodinamiche d’Italia e del mondo protagoniste di “Summa”, la storica e prestigiosa rassegna della Tenuta Alois Lageder tra i vigneti dell’Alto Adige, ai vini secondo natura italiani e non solo nei calici di “ViniVeri” a Cerea con il Consorzio ViniVeri, passando per “Van Italy” a Villa Bongiovanni a San Bonifacio con i Vignaioli Artigiani Naturali: da oggi al 3 aprile, come sempre nei giorni di “Vinitaly 2023”, nell’“altro Vinitaly”, i “vini naturali” si raccontano a pochi passi da Verona. |
|
|
|
|
Certi vini è più facile berli che pronunciarli: ce ne sono almeno 20, tra i più conosciuti del mondo, per i quali anche i più esperti wine lover nutrono dubbi sulla corretta pronuncia. Ad accorrere in loro aiuto sono gli esperti madrelingua di Preply, piattaforma online per l’apprendimento delle lingue, che ha analizzato i dati di ricerca di Google per rivelare i vini più comunemente pronunciati male, e spiegare una volta per tutte come farlo nella maniera giusta. Non basta conoscere le origini del vino: Preply ha esaminato il background linguistico di ogni vino per rivelare la pronuncia corretta. Secondo la ricerca, il Pinot Nero è il vino più comunemente pronunciato male al mondo: il modo corretto è “pee-noh nwar”. Altri due vini francesi seguono da vicino al secondo e al terzo posto: Sauvignon Blanc e Cabernet Sauvignon, rispettivamente “soh-vin-yohn blan” e “kab-er-nay soh-vin-yohn”. |
|
|
|
|
|
La facciata di Mr Brainwash, artista n. 1 al mondo del genere, il suo saluto a WineNews, nel racconto di un progetto originale, legato (anche) al vino. Un elogio artistico del made in Italy nelle sue varie espressioni, con tante camere ispirate al vino firmate dagli street artist più importanti d’Italia e del mondo, raccontato dall’imprenditore Gianmaria Villa e dalla curatrice e critica d’arte Chiara Canali (in collaborazione con la Galleria Deodato Arte di Milano). |
|
|
|
|