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WineNews
N. 3.955 - ore 17:00 - Martedì 7 Maggio 2024 - Tiratura: 31.235 enonauti,
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La News
Ca’ del Bosco premia “Handandland”
Tra le ormai molte cantine che sostengono e promuovono progetti e legami con le arti, Ca’ del Bosco, stella del Franciacorta guidata da Maurizio Zanella, è una delle pioniere assolute, a livello italiano e mondiale. Una di quelle che “ha fatto scuola”, già dagli anni Settanta del Novecento. E oggi ha decretato la vincitrice della prima edizione del “Premio Scultura Ca’ del Bosco”, nato nel 2023 e riservato alle grandi sculture da esterni realizzate da artisti italiani under 40. Ovvero l’artista Irene Coppola con l’opera “Handandland”, una traccia poetica in neon soffiato sui gradoni esterni dell’area di produzione della cantina.
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Primo Piano
Nel 2023 il costo del denaro per le imprese vinicole è raddoppiato. Erodendo la marginalità
Calo dei consumi e costo delle materie prime, dell’energia e dei trasporti sono stati i problemi più evidenti che le imprese del vino italiano si sono trovate a fronteggiare nel 2023. Ma una delle difficoltà meno visibili e più pesanti, in un settore che lavora in generale a margini bassi e ha spesso bisogno del credito per investire, è stata quella del costo del denaro, spinto in alto dall’inflazione stessa e dai diversi aumenti dei tassi di interesse decisi dalla Bce. Con il peso degli oneri finanziari che, nel 2023, praticamente, è raddoppiato sul 2022, e che sembra destinato a crescere ancora in maniera importante nel 2024. A dirlo un’analisi, per WineNews, di Luca Castagnetti del “Centro Studi Management DiVino”. In breve, gli oneri finanziari, nel 2023, sono cresciuti del +82,8%, per 125,7 milioni di euro, con un’incidenza sui ricavi passata da 0,92% a 1,68%. E, nel 2024, si potrebbe registrare un ulteriore aumento del +33%, per un valore superiore ai 305 milioni di euro, ed un peso sui ricavi del 2,24%. “Abbiamo analizzato tutte le imprese italiane del vino che hanno già depositato, in questi mesi, i loro bilanci 2023 (soprattutto cooperative, ndr): si tratta di 181 cantine su una popolazione complessiva di 900 cantine che fanno bilancio e hanno ricavi superiori ad 1 milione di euro. Il campione è significativo - spiega Castagnetti - in quanto rappresenta ricavi per 3,35 miliardi di euro su un totale di 13,6 miliardi dell’intero segmento”. A livello generale, nel 2023, le aziende hanno registrato un amento dei ricavi del 3% (e, quindi, una perdita di volumi in quanto l’incremento medio dei prezzi è stato superiore al 3%) e hanno mantenuto la loro marginalità che oscilla tra il 4,5% e il 5,1% di ebitda. A livello finanziario i debiti bancari aumentano di poco (+3,83%), ma gli oneri finanziari crescono dell’82,86%, portando l’incidenza dei costi finanziari sui ricavi dal 0,64% del 2022 al 1,14% del 2023. “Non è poco - sottolinea Castagnetti - se consideriamo la marginalità complessiva del campione oscilla tra un 4% e un 5%. Le rimanenze aumentano del 12,89% dal 2022 e del 22,54% dal 2021, ben oltre l’impatto inflazionistico. Restano, invece, nella media dell’oscillazione inflazionista i valori dei crediti verso clienti e dei debiti verso fornitori” (continua in approfondimento).
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Cibus e le imprese dell’agroalimentare
L’agroalimentare del Belpaese vola (64 miliardi di export 2023) e resiste alle crisi grazie anche agli imprenditori, come sottolineato, oggi, in apertura di Cibus, a Fiere di Parma, evento di riferimento del made in Italy agroalimentare. Un ritorno da record, ha detto Franco Mosconi, presidente Fiera di Parma, con Paolo Mascarino, presidente Federalimentare, che ha sottolineato come “a Cibus celebriamo il saper fare dei nostri imprenditori agricoli alimentari”. Matteo Zoppas, presidente Ice Agenzia, ha rilevato che “in un made in Italy che ha visto un export stabile, il food è cresciuto grazie agli imprenditori”. “Il modello italiano può diventare un esempio”, ha detto il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, mentre per il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, “i veri protagonisti del settore sono gli imprenditori”.
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Focus
L’industria alimentare made in Italy vale 193 miliardi di euro
L’industria alimentare è oggi il primo dei settori manifatturieri italiani per valore del fatturato - pari a 193 miliardi di euro (+31,3% nel periodo 2013-2023), cioè il 15,6% del totale del fatturato dei settori industriali - e il secondo sia per numero di imprese - 60.400 in totale, aumentate del +1,5% nel 2013-2023 - sia di addetti, quasi 464.000, +12% nello stesso periodo. In Italia la spesa delle famiglie per prodotti alimentari e bevande vale 195 miliardi di euro e risulta pari al 15,2% del totale spesa delle famiglie per consumi, quota più alta di Paesi omologhi come Francia, Spagna, Germania e Paesi Bassi. Questi i numeri scaturiti all’assemblea pubblica di Federalimentare, “L’industria alimentare italiana: opportunità e sfide nell’Europa del futuro”, che si è svolta oggi in occasione di Cibus 2024 a Parma. Nel corso dell’evento è stata anche presentata la ricerca Federalimentare-Censis, “L’industria alimentare tra Unione Europea e nuove configurazioni globali”, dalla quale emerge che per il 93% degli italiani l’industria alimentare è sinonimo di sviluppo sociale ed economico, per il 94% il made in Italy è uno dei principali ambasciatori dell’italianità nel mondo e un traino per l’economia grazie all’export (53 miliardi di valore nel 2023). Per l’89% un aiuto potrà arrivare dalle future scelte che verranno prese in Ue.
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Cronaca
Chiavi Michelin, gli hotel top
Arrivano le Chiavi Michelin, l’eccellenza dell’hôtellerie italiana secondo la guida più illustre del mondo: da Il San Pietro di Positano a Casa Maria Luigia a Modena, sono 146 gli indirizzi top del Belpaese, molti dei quali già visitati (e amati) da WineNews. Tra questi 8 hanno ricevuto le Tre Chiavi, 31 le Due Chiavi e 107 Una Chiave. Assegnate dal team di ispettori della guida sulla base di soggiorni o visite anonime (indipendentemente dalle classificazioni già esistenti), le Chiavi sono un nuovo punto di riferimento internazionale per i viaggiatori.
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Wine & Food
Fotovoltaico, pratiche sleali, moratoria dei debiti: i punti chiave del nuovo Dl Agricoltura
La regolamentazione del fotovoltaico, il contrasto alle pratiche sleali, la moratoria dei debiti per le aziende agricole, il sostegno ai viticoltori colpiti da peronospora e flavescenza dorata, e non solo. Sono molti i punti toccati dal nuovo Dl Agricoltura, arrivato a conclusione dopo qualche polemica interna al Governo, soprattutto sul tema dei pannelli solari nei campi, e poi accolto con consenso sostanzialmente unanime dalle rappresentanze delle imprese agricole, da Coldiretti a Confagricoltura, dalle Cooperative a Copagri (in approfondimento, con i dettagli del decreto). “Nessun conflitto, ma serenità, invece, nel trovare insieme nuove regole sulle aree idonee al fotovoltaico a terra”, ha detto il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, illustrando il decreto insieme a quello dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
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Bosca
WineNews.tv
Pac, transizione ecologica e non solo: il futuro dell’agricoltura Ue, letto da Paolo De Castro
“La prima sfida del nuovo Parlamento Ue, che Governa l’Europa insieme a Commissione e Consiglio, sarà di mantenere inalterato il budget della Pac, e non sarà semplice. Ci sono tante visioni diverse nell’Ue a 27 sull’agricoltura, ma si deve tornare a considerare l’agricoltore un protagonista e un alleato per la transizione ecologica, non un nemico. Su vino e salute è fondamentale combattere l’abuso, e sostenere il consumo consapevole, ma non tutti la pensano così. Io? Dopo 30 anni di politica torno ad insegnare all’Università di Bologna”.
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