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WineNews
N. 4.230 - ore 17:00 - Venerdì 30 Maggio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
I dazi Usa restano in vigore, per ora
I dazi Usa restano in vigore, almeno per ora: la Corte d’Appello degli Stati Uniti ha sospeso dopo poche ore la sentenza della Corte del Commercio Internazionale che aveva dichiarato illegittime le tariffe imposte dal Presidente Usa, Donald Trump, sostenendo che abbia agito andando oltre i poteri previsti dall’International Emergency Economic Powers Act (Ieepa), senza passare per l’approvazione del Congresso. Come spiega la Us Wine Trade Alliance (Uswta), “le tariffe rimangono in vigore almeno fino al 9 giugno, in attesa di ulteriori revisioni”, e che la giustizia americana completi il procedimento sulla vicenda (in approfondimento).
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
“Divino Spirito” by Iter Vitis: il vino come ponte tra culture, fedi e saperi
Esplorare la dimensione simbolica del vino tra archeologia, antropologia, teologia, architettura e filosofia: lo ha fatto, riunendo studiosi e religiosi, “Divino Spirito: itinerari storici, religiosi e antropologici”, convegno di Iter Vitis-Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, con l’Università di Roma Tor Vergata, nei giorni scorsi a Roma. Il vino è, da sempre, un filo rosso che attraversa secoli e culture, che unisce e racconta di spiritualità, memoria e relazioni. Dal Neolitico alla cultura mediterranea, ha assunto molteplici valenze: nell’antico Egitto, la vite e il vino erano considerati strumenti di pacificazione e rinascita; nelle religioni monoteiste, il vino è associato ai doni divini, alla gioia e alla comunione; oggi, si conferma ancora un patrimonio culturale e uno strumento di dialogo interculturale e interreligioso, unendo sacro e profano nel rito millenario e nel gesto quotidiano. “Il vino e il pane sono gli elementi naturali scelti da Gesù perché potessero diventare il suo corpo e il suo sangue, quindi la sua presenza. La rivalutazione del vino da parte del Cristianesimo ha superato tutte le accezioni negative che c’erano anche nell’antichità. Ma gli eccessi, come in tutte le cose, sono da evitare” ha spiegato, a WineNews, Monsignor Vittorio Gepponi. “Il vino è l’unico alimento che non risponde al bisogno, ma al desiderio. Per questo è stato da sempre veicolo privilegiato di costruzione simbolica, elemento al tempo stesso sacro e profano, quotidiano e metafisico”, ha spiegato il professor Ernesto Di Renzo. Ma anche un simbolo di fede o disobbedienza, ha detto Davide Rosso, direttore Fondazione Centro Culturale Valdese, “nella disputa religiosa e politica tra Riforma e Controriforma. Per i calvinisti, il calice condiviso dai fedeli diventava simbolo di accesso diretto a Dio, ma anche motivo di persecuzione e di esilio”. La coppa ebraica del Kiddush, è stata esplorata dall’architetto David Palterer, come espressione di sacralizzazione del tempo e della tavola, mentre Sua Beatitudine Filippo Ortenzi e Padre Aron Horciu hanno evidenziato il valore comunitario del calice per gli ortodossi. E se il vino come patrimonio culturale ispira il progetto Roma Mater Vinorum del Comune di Roma, per la presidente Iter Vitis Emanuela Panke, “può ispirare anche nuovi modelli di cooperazione e diplomazia culturale”.
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Dealcolati, si parte davvero
La produzione di vini dealcolati o parzialmente dealcolati in Italia, tra sostenitori e detrattori, può finalmente diventare realtà: ad ore sarà pubblicato il decreto firmato dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che supera uno degli scogli più grandi riscontrati fino ad oggi, ovvero la necessità di avere locali separati per la produzione. Ora, infatti, come spiega la modifica al decreto n. 672816 del 20 dicembre 2024, basterà una comunicazione preventiva all’Icqrf. A patto che il processo di dealcolazione avvenga “in stabilimenti o in locali dotati di registro dematerializzato”, e di “licenza di deposito fiscale nel settore dell’alcool etilico e/o dei prodotti alcolici intermedi e/o nel settore del vino”, che garantiscano che “la soluzione idroalcolica ottenuta dal processo di dealcolazione circoli in circuito separato, chiuso e monitorato”.
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Focus
Il vino ideale? Per i giovani ha 11,5 gradi alcolici
Il grado alcolico scala posizioni tra i requisiti più gettonati nella scelta e nell’acquisto di una bottiglia di vino. A dirlo è un’indagine commissionata dal Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (Civb) all’Iwsr, e condotta in 7 mercati strategici (Germania, Belgio, Cina, Stati Uniti, Francia, Giappone e Regno Unito), che si concentra anche sulle aspettative dei consumatori in termini di contenuto alcolico dei vini. Per i consumatori il grado alcolico è un criterio di scelta fondamentale nell’acquisto di una bottiglia e prediligono gradazioni alcoliche moderate, nello specifico 12,5 gradi in Francia e 11,5 sui mercati dell’export (e nella fascia tra i 18 e i 34 anni) tanto per i vini rossi, che per rosati e bianchi. La gradazione alcolica, in particolare, è un criterio di scelta importante o molto importante per il 56% dei consumatori di vini fermi negli Stati Uniti (+4% sul 2022), il 54% in Gran Bretagna (+10%), il 49% in Francia (+2%), il 47% in Giappone (-2%), il 42% in Germania (+5%), il 38% in Belgio (+1%) e il 26% in Cina (-1%). Il picco di accettabilità massima (soglia in cui il 75% dei consumatori acquisterebbe il vino) si attesta intorno agli 11,5 gradi, indipendentemente dal colore, con variazioni a seconda dei Paesi. E i giovani sono i più sensibili alla gradazione.
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Cronaca
Le “vacanze romane” dell’Amarone
Mentre il grande rosso del Consorzio Vini Valpolicella si concede le sue “vacanze romane” con “Amarone in Capitale”, accompagnato dal Parmigiano Reggiano, a Roma (4 giugno), seguendo l’agenda WineNews nel ponte del 2 giugno si possono fare gite fuori porta per il “PicNic dei Vignaioli del Trentino” a Taczal, “Scollinando” in Oltrepò Pavese con il Club del Buttafuoco Storico, per la mostra “Valtellina. Il Senso del Vino” a Teglio, a “Barolo è Serralunga” a Serralunga d’Alba, al “BrodettoFest” a Fano, “Radici del Sud” a Gioia del Colle e per “Girotonno” a Carloforte.
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Wine & Food
“Cavalieri del Lavoro” del vino: Mattarella nomina Vittorio Moretti e Piero Mastroberardino
Se il vino è un’eccellenza del made in Italy, non sorprende che si allunghi, di anno di anno, l’elenco dei suoi grandi alfieri che vengono premiati con il titolo di Cavaliere del Lavoro. Che, con il decreto firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da oggi annovera anche Vittorio Moretti, uno degli imprenditori italiani di maggior successo, alla guida del Gruppo Terra Moretti, che comprende le cantine Bellavista e Contadi Castaldi, tra i riferimenti della Franciacorta, Sella & Mosca, un pezzo di storia del vino di Sardegna, ma anche Teruzzi, nella terra della Vernaccia di San Gimignano, e Petra, in Val di Cornia, a Suvereto, disegnata dall’archistar Mario Botta. E Piero Mastroberardino, alla guida della storica cantina di famiglia e tra i fari del vino della Campania. Nomi che si aggiungono, dunque, ad una lunga lista che si è arricchita di anno in anno (in approfondimento).
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La Sicilia, “continente” del vino unito al cibo, alla bellezza e alla storia, che attira il mondo
Il presente ed il futuro di una regione ormai nel firmamento del grande vino mondiale (da “Sicilia en Primeur” 2025 by Assovini Sicilia). Nelle parole di Mariangela Cambria (Assovini), Antonio Rallo (Doc Sicilia), dei vertici di cantine come Tasca d’Almerita, Baglio di Pianetto, Girolamo Russo, Cusumano, Dei Principi di Spadafora, Barone di Villagrande, Planeta, Pietradolce, Donnafugata e Fazio Wines, ma anche di ristoratori, che rappresentano quel mix “cibo-vino-territori” su cui l’isola ha puntato da pioniera.
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