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WineNews
N. 3.940 - ore 17:00 - Domenica 14 Aprile 2024 - Speciale Vinitaly - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Usa, mercato n. 1, ma i consumi rallentano
Con 1,76 miliardi di euro di export 2023, nonostante un calo del -5,3% sul 2022, “il mercato americano rimane molto importante per il vino italiano. I ristoranti ed i negozi di vendita al dettaglio propongono vaste selezioni di etichette anche oltre le classiche regioni. E le giovani generazioni sono molto interessate ai vini meno conosciuti. Rileviamo, però, un piccolo rallentamento nei consumi, su cui tutti dobbiamo riflettere. Non si tratta solo di avvicinare i giovani al vino, ma anche di puntare sulla connessione tra cibo e vino, che rappresenta il giusto approccio”. Lo dice, a WineNews, Alison Napjus, Senior Editor & Tasting Director “Wine Spectator”, da Vinitaly 2024.
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Primo Piano
Le istituzioni e il Sistema Paese insieme a Vinitaly e alle imprese del vino, per crescere ancora
La cronaca irrompe a Vinitaly 2024, con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che da presidente di turno del G7 ha dovuto convocare una riunione straordinaria dei leader e annullare la sua visita in fiera, attesa per domani, dopo l’attacco di questa notte ad Israele da parte dell’Iran. Ma la presenza istituzionale del Governo a fianco di Vinitaly e del vino italiano è forte, perché è il prodotto di punta del made in Italy agroalimentare, fiore all'occhiello di un export complessivo dell’Italia che vale il 40% del Pil. E che va promosso non solo da imprese e fiere, ma dal Sistema Paese tutto, valorizzando la sua identità territoriale e la sua unicità, legandolo ad arte, cultura ed innovazioni, tipici del saper fare italiano amato nel mondo. Messaggio corale firmato in apertura di Vinitaly 2024, da oggi al 17 aprile a Verona, dai Ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, degli Affari Esteri, Antonio Tajani, e Vicepremier, della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e del Made in Italy, Adolfo Urso, oltre che dal Presidente della Camera, Lorenzo Fontana e dal presidente Ice, Matteo Zoppas, e dai vertici di Veronafiere, il presidente Federico Bricolo e l’ad Maurizio Danese. E se proprio Bricolo ha sottolineato come “la presenza istituzionale straordinaria, soprattutto in un momento come questo dimostra il grande interesse per Vinitaly e per il supporto al mondo del vino”, Tajani, sottolineando la preoccupazione per la crescente tensione internazionale, ha evidenziato come “il 40% del fatturato dell’Italia arriva dall’export, il vino rappresenta un’eccellenza che dobbiamo promuovere”. Anche guardando al futuro, con un’agricoltura sempre più legata alla tecnologia, ha ricordato Urso, e alla cultura legata al vino, perchè “l’Italia è una superpotenza culturale”, ha detto Sangiuliano. E se Lollobrigida, tra le altre cose, ha ricordato come “Vinitaly è il gioiello di un sistema fieristico che lavora nel mondo” e “la vigna esalta e protegge i territori”, tutto questo deve fare sinergia per centre l’obiettivo ambizioso dei 10 miliardi di euro di export in pochi anni, rilanciato dal presidente dell’Ice, Matteo Zoppas. Anche attraverso il lavoro di Vinitaly perché, come ha ricordato l’ad Veronafiere, Maurizio Danese, “se vince Vinitaly vince anche il vino, e vinciamo tutti”. 
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L’unico vino prodotto dal Fai
Arte, territorio e agricoltura bio sono i pilastri della prima tenuta agricola dove nasce l’unico vino prodotto dal Fai, tra le curiosità raccontate da WineNews da Vinitaly 2024: Villa Caviciana, fondata nel 1989 dai coniugi tedeschi Metzeler, Friedrich Wilhelm, avvocato di Düsseldorf, e Monika, collezionista d’arte, partiti per una vacanza nella Tuscia, sul Lago di Bolsena, e tornati in Germania innamorati del territorio, e donata, in seguito, dalla Fondazione Fritz e Mocca Metzeler al Fondo Ambiente Italiano. Oggi, a portare avanti la produzione nel Bene Fai, sono Giuseppe Scala e Osvaldo de Falco, che conducono l’azienda di oltre 140 ettari, dove nascono anche miele, formaggi, carni e olio, come esempio virtuoso di agricoltura sostenibile. A Verona, hanno presentate le loro cinque etichette, dalle varietà autoctone Aleatico, Procanico e Roscetto.
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Focus
Senza vino l'Italia perderebbe l'1,1% del Pil
Cosa succederebbe se, improvvisamente, la filiera del vino italiano scomparisse? Le conseguenze sarebbero, prima di tutto, economiche: oltre 300.000 persone dovrebbero trovarsi un altro lavoro e il Paese rinuncerebbe ad un asset in grado di generare (tra impatto diretto, indiretto e indotto) una produzione annua di 45,2 miliardi di euro ed un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro. Uno shock per l’economia del Belpaese, pari all’1,1% del Pil (lo sport, secondo l’Istituto Credito sportivo, vale l’1,3%). In questo scenario faremmo a meno di un moltiplicatore economico in grado di generare un contributo di 2,4 euro di produzione (e 0,9 di valore aggiunto) per ogni euro di spesa dell’industria del vino, che, per ogni 62.000 euro di valore, garantisce un posto di lavoro. Insomma, togliere il vino al Belpaese equivarrebbe, in termini di Pil, a cancellare quasi tutto lo sport italiano, compreso il calcio. Lo afferma Veronafiere, che con l’Osservatorio Uiv-Vinitaly ha presentato oggi, alla vigilia della prima “Giornata nazionale del Made in Italy” e in avvio della manifestazione, i risultati del progetto: “Se tu togli il vino all’Italia. Un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto”. La ricerca comprende un’analisi d’impatto economico su tre dei territori più iconici e rappresentativi della nostra enologia: Barolo, Montalcino e Etna.
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Cronaca
Il vino, simbolo di rinascita
Il vino simbolo di rinascita, anche in tempo di guerra. Storia quanto mai attuale, quella della bottiglia di Tignanello 2018 di Antinori, esposta dal Ministero dell’Agricoltura a Vinitaly 2024, riemersa dalle macerie della prima enoteca bombardata a Kiev e donata dal Ministro dell’Agricoltura ucraino Mykola Solskyi, come riconoscimento per l’aiuto italiano nel conflitto con la Russia al Ministro Francesco Lollobrigida. Per Albiera Antinori, questo Tignanello “è davvero un simbolo di bella speranza, perché la rinascita può ripartire anche dall’agricoltura”.
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Wine & Food
Confagricoltura: crescente attenzione mondiale al made in Italy, ma incertezze sul futuro
Dal 2014 al 2023 l’export agroalimentare dell’Italia è aumentato del 48%: la percentuale più alta tra i Paesi del G7, secondo i dati della World Trade Organization (Wto). É la dimostrazione di una crescente attenzione a livello mondiale nei confronti del made in Italy, ma non bisogna sottovalutare alcune situazioni di criticità. Dal rallentamento economico della Germania all’incerto andamento dell’economia cinese, fino alle tensioni nello scenario geopolitico. E l’esito delle elezioni presidenziali negli Usa potrebbe innescare la ripresa di politiche protezionistiche. Lo afferma Confagricoltura, secondo cui sul futuro permangono delle incertezze. Difficoltà anche per il vino: per l’Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv), nel 2023 le esportazioni sui 5 principali mercati di sbocco - che valgono il 56% del totale - sono diminuite del 4,4% in volume e di oltre il 7% in valore.
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Castello del Terriccio
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Bosca
WineNews.tv
Ecco, con WineNews, la grande arte in mostra a Vinitaly, per raccontare la cultura del vino
Un messaggio di bellezza universale per ribadire come il vino faccia parte da sempre della nostra civiltà e cultura: ecco “Vino. Tra mito e cultura”, la mostra svelata, oggi, in anteprima, a Vinitaly 2024 a Verona (che partirà domani), dal Ministero dell’Agricoltura e curata dalla Fondazione Lungarotti, con 34 opere in arrivo dal Muvit, il Museo del Vino di Torgiano, e da altri musei, come raccontano, a WineNews, Maria Teresa Severini (Lungarotti), Carla Spigarelli (Biblioteca del Ministero), il presidente Oiv Luigi Moio e il Ministro Francesco Lollobrigida.
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