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N. 4.143 - ore 17:00 - Lunedì 3 Febbraio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Se si beve, meglio non guidare. Lo ribadiamo ancora una volta. Ma se si bevono uno o due calici “standard” (da 125 ml), mangiando, al netto di situazioni peculiari e tenendo conto che le reazioni del fisico variano da persona a persona, in linea di massima, si resta anche dentro i limiti previsti dal Codice della Strada per guidare in sicurezza e non incorrere in sanzioni (sotto 0,5 di tasso alcolemico). Lo abbiamo scritto spesso, nei giorni scorsi, su WineNews, e ora a confermarlo c’è anche “Quattroruote”, la pubblicazione più seguita e autorevole sulle automobili e sui motori, che per il suo numero di febbraio ha svolto un test ad hoc (in approfondimento). | |
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| | Da vino da meditazione a vino gastronomico, capace di evidenziare le molteplici sfaccettature delle vallate della Valpolicella e della sapienza dei produttori in vigna, come nella messa a riposo delle uve, vera e propria arte da adattare alle mutate condizioni climatiche. Un passaggio che segna una rivoluzione soprattutto concettuale, che smarca l’Amarone (che non sembra soffrire più di tanto la crisi, in un contesto nettamente più negativo, e continuando a muovere oltre la metà dei 600 milioni di euro di giro d’affari legato al vino in Valpolicella) dal dualismo tra territorio e metodo, in una fusione che rappresenta la sua peculiarità, irripetibile per condizioni pedoclimatiche dei vigneti, per varietà tipiche e ideali per l’appassimento - tecnica strettamente territoriale, e in cerca del riconoscimento Unesco - e per il saper fare tramandato tra le generazioni, adeguato con ricerca e tecnologia al cambiamento climatico. Questo il futuro, che è già in parte presente, per l’Amarone della Valpolicella (le analisi in approfondimento), celebrato dal Consorzio ad “Amarone Opera Prima”, che si è chiuso ieri a Verona, al Palazzo della Gran Guardia, all’ombra dell’Arena. Un’edizione particolare questa - dedicata al debutto del millesimo 2020 - che inaugura l’anno del centenario del primo Consorzio “ante litteram”, costituito nel 1925, alla Provincia di Verona, antesignano del Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella dell’“era moderna”, nato in seguito all’istituzione della denominazione di origine controllata nel 1968. Oggi è il primo Consorzio “rossista” veneto con più di 2.400 aziende, 360 imbottigliatori e un vigneto sugli 8.600 ettari, per un valore attorno ai 6 miliardi di euro (considerando il patrimonio di vigneti e cantine), valore raggiunto negli ultimi 25 anni, in cui il solo valore fondiario dei terreni vitati è cresciuto del 133%, a fronte di un’estensione dei vigneti aumentata del 65%. L’edizione 2025 di “Amarone Opera Prima”, oltre al centenario, segna il record di partecipazione all’evento delle aziende (78), con soddisfazione del Consorzio, in prima linea anche contro l’“Amarone sounding”, con successi che hanno tutelato il brand e portato ben 800.000 euro nelle casse consortili, e quindi del territorio, quali risarcimento per 12 azioni legali vinte. | |
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| | L’aveva promesso in campagna elettorale e non ha perso tempo: Donald Trump ha annunciato che nei prossimi giorni entreranno in vigore i primi dazi verso Canada, Messico (25%) e Cina (10%), primi Paesi-bersaglio della guerra commerciale del neo presidente Usa, che ha minacciato l’Unione Europea di essere la prossima. E se i primi effetti di questo annuncio sono stati un crollo delle Borse mondiali e delle criptovalute, l’Ue sta già preparando le sue contromosse, mentre si iniziano a valutare gli effetti di eventuali dazi sul made in Italy. Gli Usa sono il terzo mercato di destinazione dei prodotti italiani, dopo Germania e Francia. Il valore dell’export italiano negli Usa nel 2024 è stato di 66,4 miliardi di euro. Per Matteo Zoppas (Agenzia Ice) a causa dei dazi “il made in Italy può subire un colpo: attenzione a moda, vino e meccanica”. | |
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| | | L’annata viticola del 2020, in Valpolicella è stata un susseguirsi di eventi imprevedibili che hanno dato un risultato in vigna molto variabile, mettendo alla prova, ma infine premiando, i produttori. Come emerge dagli assaggi di WineNews (in approfondimento) ad “Amarone Opera Prima”, dove ha fatto il suo debutto l’annata 2020, che ha mostrato nel calice l’evoluzione stilistica generale del territorio, che va sempre più verso finezza ed eleganza, ma anche le tante interpretazioni aziendali di un’annata complessa che si riflette in etichette di Amarone della Valpolicella altrettanto variegate, con un’ottima dotazione acidica e di tipicità e un corredo aromatico ben bilanciato, ha spiegato il Consorzio Tutela Vini Valpolicella, guidato da Christian Marchesini. Che ha celebrato la storia e la longevità dell’Amarone, con una degustazione di bottiglie storiche, a partire dalla prima del 1950, firmata da Bolla, nella masterclass guidata dal Master of Wine e vicepresidente del Consorzio, Andrea Lonardi, ma anche la sua capacità di essere fine wine protagonista delle carte dei vini dei grandi ristoranti del mondo, come raccontato da Jc Viens. Mentre alla storica Bottega del Vino, anche le 13 Famiglie Storiche hanno presentato le loro ultime etichette di Amarone della Valpolicella in commercio. | |
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| | | Tra Chianti Classico e il cuore della Val di Chiana, tra i distretti agricoli storici della Toscana: è su questa direttrice che si sviluppa il percorso che vede la famiglia Poggiali, alla guida di Fèlsina dagli anni Sessanta del Novecento, affiancare la famiglia Calabresi (che resta in azienda) nella gestione vitivinicola di Tenimenti d’Alessandro, una delle cantine che ha lanciato il “territorio del Syrah” toscano, dopo averne rilevato la maggioranza delle quote. Fondata nel 1967, Tenimenti d’Alessandro si estende su circa 30 ettari vitati.
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| | Dentro anche parole come speck, il tipico salume altoatesino a marchio Igp (27 i produttori autorizzati per un prodotto la cui prima testimonianza scritta sulla produzione risale al 1200), e cono gelato, un simbolo “dolce” del made in Italy nel mondo. Sono tra le novità del “paniere” Istat, lo strumento - che conta oltre 1.900 prodotti di varie categorie - utilizzato per le rilevazioni dei prezzi al consumo, dell’inflazione e non solo. E che, in qualche modo, fotografa anche i cambiamenti nella società italiana. Analizzando le divisioni di spesa (12 quelle monitorate), il wine & food direttamente o indirettamente ha il suo peso specifico: la prima divisione di spesa, pari al 17,1%, riguarda la voce “prodotti alimentari e bevande analcoliche”, a cui si aggiunge il 3% riferito alle “bevande alcoliche e tabacchi” e il 12% dei “servizi ricettivi e di ristorazione”. | |
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| | | A WineNews le riflessioni di Stefania Saccardi, vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Toscana e Francesco Mazzei, presidente di Avito. Con una produzione 2024 a 2,6 milioni di ettolitri ed un export per i vini fermi Dop che nei primi dieci mesi del 2024 ha fatto registrare un +4,8% in volume ed un +10% a valore, la regione sotto i riflettori con BuyWine (5-6 febbraio, Lucca), PrimAnteprima (14 febbraio, Firenze), e poi con gli eventi delle denominazioni, Nobile di Montepulciano, Chianti Classico, Chianti & Morellino, “L’Altra Toscana” ed il Valdarno di Sopra. | |
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