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N. 2.954 - ore 17:00 - Giovedì 30 Luglio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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L’estate nel calice è sinonimo di vino bianco. E l’Italia, tra autoctoni e varietà internazionali capaci di esaltare le specificità dei territori, è capace di offrirne di eccellenti. A metterli in fila è una delle voci più seguite della critica internazionale, James Suckling. Che al n. 1 assoluto della sua “Top 100 Italian White Wines for the Summer” mette uno dei più celebri e ricercati bianchi del Belpaese, il Cervaro della Sala 2017 del Castello della Sala (già al n. 4 della sua “Top 100” 2019 dei vini del mondo, ndr), la storica tenuta di Antinori in Umbria, dove già negli anni Ottanta del Novecento, si è iniziato a pensare ad un vino bianco italiano dal grande invecchiamento. |
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I consumi di vino in Italia scontano gli effetti della pandemia da Covid-19 con la chiusura dell’Horeca. Al primo semestre, il bilancio che se ne trae è quello di uno “spostamento” consistente verso gli acquisti in Gdo, cresciuti del 9% sullo stesso periodo 2019, ed online, cresciuti addirittura del 102%. Ovviamente, alla luce dei diversi (e distanti) volumi movimentati da questi due canali nel panorama nazionale dei consumi di vino, si tratta di crescite il cui “peso” relativo va giustamente contestualizzato: basti infatti pensare che, pur a fronte di questo raddoppio, il rapporto a valori nelle vendite di vino tra e-commerce e Gdo è ancora di 1 a 16. Al di là di queste differenze, è indubbio lo sviluppo del canale on-line nelle vendite di vino, una dinamica che ha interessato maggiormente gli operatori del largo consumo rispetto ai “pure player”. Secondo una stima Nomisma Wine Monitor – Nielsen (che hanno avviato una nuova partnership per il monitoraggio di questo canale), nel primo semestre 2020 le vendite on line di vino dei retailer del largo consumo sono aumentate del 147% contro una crescita degli specializzati che si è “fermata” a un +95%, sebbene questi ultimi siano stati responsabili dell’83% delle vendite e-commerce di vino in Italia (sempre a valori). Sul fronte, invece, distribuzione (compresi discount), è interessante segnalare come le vendite di vino siano cresciute anche dopo il lockdown. In particolare, sempre secondo dati Nielsen, le vendite intercorrenti le otto settimane tra il 9 marzo e il 3 maggio 2020 sono aumentate del 6,7% a valori e del 9,7% a volumi, evidenziando un calo del prezzo medio di quasi il 3%. Nelle otto settimane successive (fino al 28 giugno), le vendite sono cresciute del 16,2% a valori e del 12,9% a volumi, mostrando all’opposto un aumento nei prezzi medi del 3%. Ovviamente questo trend si è manifestato in maniera differente per le diverse categorie. Se in lockdown sono cresciuti i vini fermi e hanno sofferto gli spumanti, nelle otto settimane successive, il trend delle vendite è risultato positivo per entrambe le categorie, ma con gli spumanti in grande “spolvero”: mentre le vendite di vini fermi e frizzanti sono cresciute di un altro 13,9%, quelle di spumanti e Champagne hanno messo a segno un +27,5%, con in testa gli Charmat Secchi (a partire dal Prosecco, ndr) a guidare il recupero (+32,4%). |
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L’agricoltura italiana divisa, in vista delle vendemmia, sulla manodopera straniera. Oggettivamente importantissima tra i filari (ed i campi) d’Italia, difficile più che mai da reperire in questo 2020 segnato dal Covid. E così, se nei giorni scorsi Confagricoltura ha sollecitato l’adozione della cosiddetta “quarantena attiva” per i lavoratori provenienti da Romania e Bulgaria, c’è chi rilancia sugli italiani. “Incentivare l’utilizzo di manodopera italiana per far fronte agli eventuali problemi di carenza di lavoratori, alla luce delle ultime notizie che giungono da oltre frontiera, in particolare da Romania e Bulgaria, riguardo a un aumento significativo di casi positivi al Covid-19”, dice la Cia-Agricoltori Italiani. “Almeno 25.000 posti di lavoro occasionali per gli italiani potrebbero essere disponibili con una radicale semplificazione del voucher agricolo”, rilancia la Coldiretti … |
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Se nel primo semestre del 2020 segnato dalla pandemia il mercato degli investimenti è andato in crisi, con tutti i principali indici di borsa che registrano segni negativi importanti, anche a doppia cifra (il Ftse Mib di Borsa Italiana, per esempio, negli ultimi 6 mesi, ha archiviato una perdita del -19,81%), chi ha scommesso sul vino di qualità, e su certe etichette, in particolare, ha di che consolarsi. Secondo le analisi del Liv-Ex, tra i 10 vini del mondo che si sono rivalutati di più, se al n. 1 in assoluto c’è il La Tache 2007 del Domaine della Romanée Conti, con una crescita del +15% ed una quotazione elevatissima, da 38.004 sterline alla cassa al 30 giugno 2020, non mancano soddisfazioni dai più importanti alfieri enoici dei fine wine del Belpaese. Sul podio, in posizione n. 2, c’è il Sassicaia della Tenuta San Guido con l’annata 2009, cresciuta del +14%, a 1.770 sterline alla cassa, ed unica etichetta presente con 2 annate nella “Top 10”, con l’annata 2010 cresciuta del 12%, 1.790 sterline, in posizione n. 6. Ma c’è anche il Tignanello 2010 della Marchesi Antinori, in posizione n. 5, con una crescita del prezzo del +12% nei primi 6 mesi del 2020, mentre al n. 9 c’è “sua maestà” il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, annata 2000, che quota 8.964 sterline, ed una crescita del +8%. |
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In crescita sui mercati (+33% all’export nei primi 3 mesi del 2020 sul 2019) e nell’apprezzamento della critica enoica, la Sicilia, il più grande vigneto bio d’Italia, guarda al futuro. Con la regia di Assovini, realtà che è stata fondamentale per lo sviluppo del vino siciliano, che mette insieme 91 cantine e rappresenta 9 bottiglie su 10 del vino prodotto in Sicilia. Alla cui presidenza, dopo Alessio Planeta, alla guida di una delle più importanti cantine di Sicilia, arriva Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di un’altra realtà di spicco della Sicilia, come Rapitalà.
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Studi di diritto civile, di diritto europeo e costituzionale, ma anche di alimentazione, viticoltura e Comparative Food Law: nasce il primo corso di Laurea in Diritto Agroalimentare d’Italia all’Università degli Studi di Torino (con sede a Cuneo e diretto dal professor Alessandro Ciatti) con l’obiettivo di formare giuristi per le imprese agroalimentari, per le amministrazioni preposte alle attività di controllo, esperti legali per le imprese ed enti pubblici. Quelli agroalimentare e vitivinicolo, infatti sono due settori strategici per l’economia italiana, e anche per la sua reputazione, e in continuo mutamento, tra regolamentazioni a livello comunitario e un mercato in evoluzione: figure preparate a livello giuridico, con competenze specifiche del settore, sono fondamentali, ma ancora poco frequenti da trovare in Italia. |
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Le posizioni critiche di Federdoc su alcuni provvedimenti per l’emergenza Covid, nelle parole, a WineNews, del presidente Riccardo Ricci Curbastro. “Ringraziamo la Ministra Bellanova per le precisazioni sull’imbottigliamento fuori zona per Dop e Igp, ma la norma del Dl Semplificazioni è inutile, era già tutto previsto nelle normative vigenti. Bene lo strumento dei pegni con il vino a garanzia, ma il registro telematico non basta alle banche”. |
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