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N. 4.173 - ore 17:00 - Sabato 15 Marzo 2025 - Speciale ProWein - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | In difficoltà, come la sua economia complessiva, che rispetto al passato non fa più corsa a sé nel contesto europeo, la Germania resta un mercato strategico e fondamentale per il mondo del vino, Italia in testa, ma non solo. Quello tedesco è un mercato che muove ogni anno tra i 16 ed i 18 milioni di ettolitri di vino (15,9 quelli venduti nei 12 mesi tra il 1 agosto 2023 e il 31 luglio 2024, in calo del -4%, dati NielsenIQ per il German Wine Institute - Dwi, con un consumo pro capite sui 22,2 litri all’anno), con oltre il 40% dei consumi a favore del vino tedesco, ed il restante di vini importati, con l’Italia a fare la parte del leone, con il 18% del mercato. | |
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| | La Germania, nel 2024, secondo i dati Istat, analizzati da WineNews, ha portato nelle casse delle cantine italiane 1,18 miliardi di euro (+3,7% sul 2023), con un valore secondo solo a quello degli Usa (1,9 miliardi di euro). Quello tedesco è anche nettamente il mercato più importante in volume, con 515,8 milioni di litri nel 2024 (quasi uno su quattro di quelli esportati nel complesso dall’Italia), nonostante un calo del -2,9% sul 2023 (a seguire gli Usa, con 362,3 milioni di litri, e il Regno Unito, con 251,1). Mercato che, in valore complessivo, muove sui 17 miliardi di euro, come spiegato, nei mesi scorsi a Cagliari nel Congresso Assoenologi, da Maximilian Scheld, managing director Weinland Ariane Abaya, uno dei più importanti distributori in terra tedesca, e che vede una differenza enorme tra canali distributivi: in uno scenario dominato da discount (37% della quota di mercato) e supermercati (27%), l’85% è fatto da vini sotto i 5 euro a bottiglia allo scaffale, con un prezzo medio in gdo che è intorno ai 2,6 euro, al ristorante di 26,4 euro, secondo Scheld. Ma il suo valore va oltre i propri confini, perché la Germania è anche una vetrina importante per il made in Italy nei mercati più o meno vicini e che insieme, valgono più di 1,3 miliardi di euro di esportazioni nel 2024 sul 2023, come i Paesi Bassi, a 257,1 milioni di euro (+10,1%), la Russia, a 230,6 milioni di euro, con un balzo del +45,6%, il Belgio, che si ferma a 227,5 milioni di euro (-1,6%), ma anche la Svezia, a 189,6 milioni di euro (+3%), l’Austria, a 163,5 milioni di euro (+14,3%), la Danimarca, a 150,8 milioni di euro (+4,94%) e la Norvegia, a 92,2 milioni di euro, solo per citare i più importanti per il vino italiano. In un contesto di Unione Europea che, tra le altre cose, da solo, nel 2024 ha pesato per 3,2 miliardi di euro (che arrivano a 4,3 miliardi di euro aggiungendo le vicine Russia e Uk) sugli 8,1 totali sulle esportazioni del vino italiano. In un’area commerciale che diventa sempre più importante anche alla luce della guerra dei dazi tra Usa e Ue, sempre più accesa, almeno nelle dichiarazioni delle ultime ore che hanno visto il Presidente americano Donald Trump promettere “dazi del 200% su tutti i vini, Champagne e prodotti alcolici provenienti dalla Francia e da altri Paesi rappresentati dall’Unione Europa” ... | |
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| | Un mercato fondamentale da presidiare e da curare bene, quello della Germania, come dicono i numeri. Lo sanno bene, i produttori italiani. Tanto che saranno oltre 800 gli espositori del Belpaese (seppur in calo, numericamente, sugli anni passati) a ProWein 2025, di scena a Düsseldorf, dal 16 al 18 marzo. Che si conferma, tra gli eventi più importanti per il business del vino tricolore (e non solo), fiera importantissima per il mercato tedesco, ma che guarda anche a quelli del Nord ed Est Europa, ed al mondo. Con tanti mercati da coltivare in un momento di grande incertezza e cambiamento che tiene in apprensione una filiera, quella del vino, che in Unione Europea, secondo i dati Ceev (Comité Européen des Entreprises Vins), vale 130 miliardi di euro di Prodotto Interno Lordo (Pil). | |
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| | | Il 2025 dei fine wines continua ad andare in ribasso e, anche a febbraio, non si discosta da come si era chiuso il 2024, e quindi con il segno meno, tratto comune, ormai da mesi, a tutti gli indici principali del Liv-Ex (che da questo mese hanno visto qualche cambiamento), la piattaforma di riferimento del mercato secondario dei grandi vini da collezione. E che, questa volta, a differenza di gennaio, coinvolge anche l’Italy 100, dedicato ai vini italiani, annullando il piccolo segnale positivo registrato a inizio anno, (-1,3% mese su mese, e -7% nei 12 mesi) secondo i dati analizzati da WineNews. E se nella prima rilevazione annuale di gennaio 2025, il Liv-Ex 100, indice di riferimento, riportava -0,4% (-9,2% a livello annuale), a febbraio è sceso a -0,8% mese su mese, portando il suo ribasso nell’arco di un anno a -8,9%. Non fa meglio il Liv-Ex 1000, il più grande, in termini numerici degli indici, che con un -1,1% a febbraio 2025, fissa la perdita nei 12 mesi a -10,4%. Continua il calo anche dei sotto indici francesi (Bordeaux 500, Champagne 50, Burgundy 150 e Rhône 100), con le piccole eccezioni del Bordeaux Legends 40 (+0,9%), del Liv-ex Fine Wine Investables (+0,2%), e del Sauternes 50 (+0,8%). Per tutti gli altri, cali intorno al -1% mese su mese (ma del -2,3% per il Rhône), che superano, sovente, la doppia cifra nell’arco dei 12 mesi. | |
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| | | Un nuovo evento firmato dalla rivista guidata dal wine critic Antonio Galloni, a New York, dedicato esclusivamente al Belpaese e che ha svelato una prima prestigiosa “lista” di cantine che, da tutti i territori più importanti, partecipano all’edizione n. 1, voluta per celebrare l’eccellenza del made in Italy in Usa, primo mercato per l’export enoico tricolore: è “Vinous Icons: Italy” 2025 (14-17 maggio), nell’avveniristico Museo di arte immersiva Hall des Lumières, con focus su Solaia e Sassicaia, Barolo e Chianti Classico. | |
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| | Le scorte nella “Cantina Italia” scendono ancora, ma restano alte, con ben più di una vendemmia media da mettere sul mercato: sono 55,4 i milioni di ettolitri di vino in giacenza registrati al 28 febbraio 2025 dall’ultimo report “Cantina Italia” dell’Icqrf, segnando un -1,3% sul 29 febbraio 2024, a cui vanno aggiunti 304.612 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (+71,4% sull’anno scorso), e 4,5 milioni di ettolitri di mosti (-7,1% sull’anno scorso). Le giacenze di vini a Indicazione geografica sono sempre molto concentrate: il 54,8% del vino detenuto è a Dop, il 26,5% a Igp. Con 20 denominazioni e Indicazioni geografiche su 526 che contribuiscono al 58% del totale delle giacenze, il Prosecco Doc con 5,3 milioni di ettolitri, vale da solo l’11,8% del totale a Igp, seguito dall’Igp Puglia, con 2,066 milioni di ettolitri (in approfondimento). | |
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| | | “Nel 2024 abbiamo confermato i volumi 2023. Il 2025 è iniziato con prudenza, ma ci auspichiamo che rientrino dopo la primavera, perché gli indicatori del turismo di qualità sono alti”. A WineNews, Luca Cuzziol, presidente Cuzziol Grandivini e Excellence Sidi, i 21 distributori italiani di fine wine (Sagna, Meregalli, Pellegrini, Balan, Sarzi Amadè, Vino & Design, Teatro del Vino, Proposta Vini, Bolis, Les Caves de Pyrene, Premium Wine Selection, Ghilardi Selezioni, Visconti 43, Première, Agb Selezione, Philarmonica, Spirits & Colori, ViteVini, Apoteca, Ceretto Terroirs). | |
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