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N. 4.224 - ore 17:00 - Giovedì 22 Maggio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Immagina di sorseggiare un grande vino a 40.000 piedi d’altitudine, mentre il mondo scorre lento sotto le nuvole. Non è solo un sogno da viaggiatore raffinato: è la realtà celebrata dal premio “Business Traveller’s Cellars in the Sky Awards” 2024 del magazine di viaggio “Business Traveller”, giunto alla sua edizione n. 39, che vede le carte dei vini offerte dalle diverse compagnie giudicate da esperti e Master of Wine. Che, in questo round, dopo l'assaggio dei vini proposti da 32 diverse realtà, hanno visto primeggiare, su tutte, la Quantas, compagnia di bandiera dell'Australia, e la qatariota Quatar Airways (in approfondimento). | |
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| | Le difficoltà del vino di Francia si ripercuotono sul valore dei vigneti, in calo in tutti i territori, Bordeaux in testa, ad eccezione invece di Borgogna e Champagne, e di conseguenza si riduce anche il valore delle transazioni, che resta comunque importante, e sopra il miliardo di euro in valore. È il quadro di sintesi dell’ultimo report dell’agenzia specializzata Safer. Rispetto al 2023, per esempio, a Pauillac, uno dei territori più prestigiosi di Bordeaux, oggi un ettaro vale 2,5 milioni di euro, tantissimo, ma il 17% in meno, e anche a Margaux i prezzi sono in calo del -7%, a 1,4 milioni di euro, a fronte di una media, per il territorio, scesa a 101.100 euro ad ettaro, con un tonfo del -18,4%, e non potrebbe essere altrimenti, vista la crisi peculiare dei vini di Bordeaux ed i massicci piani di espianto in atto. Diversa, per esempio, la musica in Champagne, territorio che sebbene venga da due annate complesse sul mercato, vede il valore dei vigneti in media a 1,1 milioni di euro ad ettaro, in crescita del +1,7%. Con qualche differenza: nell’Aube, per esempio, la media è di 950.000 euro ad ettaro (+2% sul 2023), nella Côte des Blancs si superano 1,6 milioni di euro ad ettaro (-3% sul 2023). In generale, guardando ai territori più importanti del vino francese, nella zona che comprende Borgogna, Beaujolais, Savoia e Jura, il prezzo medio di un ettaro di vigna sale del +11%, a 295.900 euro, mentre resta sostanzialmente stabile in Alsazia (117.000 euro, -0,7%) e nella Valle del Rodano e Provenza (-0,5%, a 58.700 euro ad ettaro), e scende nettamente nel Languedoc-Roussillon (-5,1%, a 14.300 euro), nel Sud-Ouest (-9,1%, a 13.400 euro), e nella Valle della Loira (-2,2%, a 51.000 euro). Il risultato, spiega Safer, è che il valore di un ettaro di vigna a denominazione, in Francia, è sceso in un anno del -1,1%, a 176.400 di media, con un calo, però, che sarebbe del -3,9% se dal paniere si tolgono i vigneti di Champagne (che valgono da soli il 51% del patrimonio fondiario a vigneto di tutta la Francia, sottolinea Safer), per un valore medio che scende a 93.800. In generale, spiega ancora il report di Safer, il numero di transazioni è sceso del -1,4% (a 8.650) ed ha riguardato una superficie di 16.000 ettari di vigna (+0,1%), con un valore di 1,1 miliardi di euro complessivi (-4,8% sul 2023). | |
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| | Dieci azioni per rendere più verdi, sane e resilienti le nostre città. Ad indicarle, nel convegno “Il verde nella città che cambia”, Confagricoltura, Assoverde, Képos e Crea, per presentare il “Libro Bianco del Verde”, edizione n. 4, che contiene 73 contributi a cura di 128 autori da diversi ambiti disciplinari. Buone pratiche, esempi e azioni che, però, “bisogna tradurre in normative adeguate”, ha spiegato Rosi Sgaravatti, presidente Assoverde, per far sì che “le infrastrutture verdi siano correttamente pianificate, progettate e gestite in maniera che abbiano e diano un futuro”. Tanti gli spunti discussi, articolati attorno a sei settori (politica e governance, pianificazione, progettazione, gestione, salute e benessere, cultura e comunicazione), per convertire quanto scritto nel libro in iniziative, interventi e comportamenti concreti. | |
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| | | L’eleganza e l’austerità di Barolo e Barbaresco, la complessità delle bollicine dell’Alta Langa, la dolcezza di quelle dell’Asti, il piacere quotidiano legato a vini come Barbera, Dolcetto o Gattinara, l’interesse suscitato da vini peculiari come il Timorasso o il Gavi, e non solo: il Piemonte del vino, con le sue colline che guardano a Nord verso le Alpi e a Sud verso il Mar Tirreno della Riviera Ligure, con la sua storia che ha visto nascere tra i vigneti l’Italia unita, con Cavour, Einaudi e non solo, e con i suoi vini che si abbinano ad una gastronomia straordinaria di cui il Tartufo Bianco di Alba è il diamante, ma che conta tanti gioielli tra dolci, formaggi, salumi e centinaia di ricette tipiche, è una meta imperdibile per ogni enoturista che si rispetti. Un valore riconosciuto anche dal premio “Region of The Year” 2025 dai “Wine Travel Awards”, il concorso che raccoglie nomination nelle diverse categorie da tutto il mondo, votate dal pubblico e poi da una giuria di esperti internazionali, che ha visto la premiazione di scena alla “London Wine Fair”, nei giorni scorsi a Londra. Tra le menzioni speciali della giuria, l'Azienda Agricola San Salvatore 1988, riferimento del vino campano e del Cilento fondata da Peppe Pagano, e Tenute Salvaterra, una delle realtà più in vista della Valpolicella. | |
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| | | Le vigne urbane, un tempo caratteristiche del paesaggio italiano, sono oggi un’opportunità per ripensare il rapporto tra città e territorio, tra natura, persone e comunità. Per questo, il legame tra vigne urbane, rigenerazione delle città e ruolo dei giovani in questo processo, sarà il tema principale della “Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio” 2025, il 23 maggio a Roma, promossa dall’Associazione Italiana Sommelier e patrocinata dai Ministeri dell’Istruzione e del Merito, della Cultura e dell’Agricoltura. | |
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| | La vita straordinaria di Juliette Colbert, che lasciò la Francia per il Piemonte, per sposare Carlo Tancredi Falletti di Barolo, per il quale ebbe un colpo di fulmine, passando alla storia come la Marchesa Giulia di Barolo. A raccontarla, è “Sangue delle Langhe. La saga dei Barolo”, il romanzo firmato dalla pluri premiata scrittrice Marina Marazza, ambientato nella Torino dell’Ottocento, tra la Restaurazione e l’Unità d’Italia, dove Giulia diventa la prima a sollevare in Italia il problema delle carceri femminili, dividendosi con le Langhe, e le amate tenute di famiglia dove si produce un vino che, grazie al suo impulso ed ai nuovi metodi importati dalla Francia, diventerà il “vino dei re e il re dei vini” italiani: “sua maestà” il Barolo, la cui storia è ancora oggi custodita nelle cantine dei Marchesi di Barolo dalla famiglia Abbona. | |
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| | | In un futuro che sembra più incerto tra economia, salutismo e cambiamento climatico, “il vino deve porsi una domanda: qual è l’obiettivo? Abbiamo un mercato giovane che vuole prodotti diversi e c’è il problema dell’alcol, ma l’educazione resta fondamentale, e ci siamo dimenticati di educare i nuovi consumatori che non bevono più vino ogni giorno, a tavola. Anche la comunicazione è andata oltre: dobbiamo tornare a raccontarlo come prodotto agricolo e complemento del cibo, e non come una moda”. A WineNews, Attilio Scienza, tra i massimi esperti di vino italiano. | |
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