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WineNews
N. La Prima di WineNews - 2.840 - ore 17:00 - Martedì 18 Febbraio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Il futuro del “mondo” Prosecco
Stop a nuovi impianti di Glera per il Prosecco, che sia Doc o Docg, zero chimica, e valorizzazione delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene patrimonio Unesco: passa da qui il futuro di uno dei distretti vinicoli più importanti d’Italia, passato in 10 anni da 200 a 600 milioni di bottiglie vendute. Da quando, di fatto, la Doc è diventata la Docg, e l’Igt la Doc, come ricordato dal governatore del Veneto, ed all’epoca Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia: “il boom del Prosecco ora va accompagnato con qualche sforzo in più. I viticoltori primo presidio del territorio”, ha detto nel convegno “Quali prospettive per il sistema Prosecco e Pinot Grigio”.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Le enoteche d’Italia e la loro trasformazione. E ora arriva la Guida del Gambero Rosso
Sempre più luoghi di conoscenza del vino, oltre che di acquisto e di consumo, sempre più spesso anche on line, le enoteche in Italia vivono un continuo mutamento di pelle, per stare al passo con i tempi, e ritagliarsi il loro spazio, in un contesto dove la Gdo vende il 62% del vino che si consuma nel Belpaese, e con la ristorazione che rappresenta un’altra buona fetta del commercio enoico. Con le enoteche sempre più messe alla prova dalla concorrenza di Gdo ed e-commerce sui prezzi, come sottolineato da Paolo Trimani, guida di una delle enoteche più antiche d’Italia, proprietà di una famiglia che vende vino da 200 anni, e testimone della trasformazione delle enoteche. Trasformazione che le ha portate a diventare, da negozi di “Olii e vini”, come erano negli anni Settanta del Novecento, luoghi di racconto del lavoro dei produttori e dei territori. In Italia ce ne sono 7.209, il 4% in più rispetto a 5 anni fa, come già riportato da WineNews. Con un fenomeno in crescita su tutto il territorio nazionale, secondo la Camera di Commercio di Monza Brianza Lodi e la Coldiretti. Ed ora, le enoteche, al convegno sul “Vino 4.0 - Distribuzione, Comunicazione, Promozione, Strategie e Protagonisti a Confronto” del Gambero Rosso, ieri a Roma, hanno anche la loro prima guida dedicata, “Enoteche d’Italia”, firmata dal più importante gruppo editoriale del wine & food italiano. Uno strumento che serve anche a riflettere sulla distribuzione del vino tout court, che deve porsi, come obiettivo primario, quello di valorizzare il nettare di Bacco, oggi, soprattutto attraverso il web. “Come dico sempre, bisogna alzare i prezzi del vino italiano - ha detto a WineNews il presidente del Gambero Rosso, Paolo Cuccia - e chi meglio dell’ e-commerce, con la rappresentazione e la comunicazione dei prodotti ma anche dei bellissimi luoghi del vino, può aiutare in questo senso?”. Ma intanto, le enoteche, “fisiche”, tradizionali, innovative o digitali, cambiano. E allora, è tempo della prima volta delle enoteche in una Guida, con le migliori premiate dal Gambero Rosso con il simbolo dei “Tre Cavatappi”, 54 in questa edizione n. 1, con oltre 320 segnalazioni.
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Cavit, top brand italiano in Usa
Chiediamo innanzitutto scusa ai nostri lettori: capita, anche a WineNews, di sbagliare, a volte persino in maniera macroscopica, male “interpretando” la tabella della American Association of Wine Economists sui 15 brand del vino più venduti sul mercato Usa. Di seguito, riproponiamo l’articolo di ieri con i dati, questa volta, giusti. Cavit è ancora il brand enoico tricolore più venduto sul mercato Usa, con 3,4 milioni di casse di vino (pari a 41,8 milioni di bottiglie), importate dalla Palm Bay International, che fanno della cantina cooperativa trentina e dei suoi 5.250 viticoltori (per 6.350 ettari vitati) il quattordicesimo marchio più presente sugli scaffali di Oltreoceano (dati 2018), ed uno dei soli due marchi non americani nella top 15 dei più venduti. In testa, invece, c’è Franzia Winetaps, brand di The Wine Group, con 23 milioni di casse (276 milioni di bottiglie).
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Focus
Chianti Classico: bene il mercato, e si punta all’Unesco
Il Gallo Nero canta a squarciagola nei mercati del mondo, mentre il territorio del Chianti Classico guarda al riconoscimento come sito Unesco, che sarebbe il decimo per la Toscana. “Le vendite di imbottigliato crescono ancora - ha detto da “Chianti Classico Collection” il presidente del Consorzio Giovanni Manetti - e soprattutto, tra novembre 2019 e gennaio 2020, abbiamo registrato un trend di crescita del 10% che ci fa ben sperare. E soprattutto crescono i nostri prodotti a maggior valore aggiunto, Gran Selezione e Riserva, che valgono il 42% in volume ed il 55% in fatturato”. In totale, il valore economico del territorio del Chianti Classico è stimabile in 800 milioni di euro, di cui 400.000 dal vino imbottigliato. Con il 78% delle vendite che è all’export, con gli Usa che si confermano il primo mercato, con il 34% delle vendite totali di Chianti Classico, davanti all’Italia, secondo mercato con il 22%, ed al Canada con il 10%. Un territorio in gran salute, dunque, che rispolvera un obiettivo già dichiarato in passato, dall’associazione del Distretto Rurale del Chianti, e rilanciato oggi dal presidente del Consiglio Regionale della Toscana, e candidato alla presidenza della Regione, Eugenio Giani: “faremo di tutto perché il territorio del Chianti Classico diventi il prima possibile il decimo sito Unesco della Toscana”.
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Cronaca
Coronavirus, fiere a rischio in Asia
L’emergenza Coronavirus in Cina, tra un conto sempre più salato in termini di malati, vittime e danni economici, sta, gioco forza, smantellando il calendario delle fiere enoiche in terra asiatica, che conta una defezione dietro l’altra: dopo l’International Wine & Spirits Show di Chengdu, il più importante evento della capitale del Sichuan dedicato ai fine wines importati, ed il Vinexpo di Hong Kong, salta anche il ProWine Asia 2020 di Singapore, inizialmente previsto, nel Food & Beverage Asia, dal 31 marzo al 3 aprile.
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Wine & Food
Alleanza made in Italy in Usa: i vini di Masi distribuiti da Santa Margherita
Il made in Italy del vino fa squadra in Usa, in un alleanza commerciale di primissimo piano. Perché sarà Santa Margherita Usa, società americana di proprietà di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, uno dei poli più importanti del vino italiano, della famiglia Marzotto (e leader su vini come il Pinot Grigio, tra gli altri, negli States), ad importare e  distribuire, da aprile, e in esclusiva negli Stati Uniti, i vini di un altro nome top del vino italiano, quello di Masi Agricola, tra i nomi più importanti dell’Amarone della Valpolicella e non solo (e tra le poche cantine italiane quotate in borsa, sul listino Aim Italia), della famiglia Boscaini. Una sinergia di grande livello, e un esempio concreto di “messa a sistema” del made in Italy, nel mercato del vino più importante per l’Italia.
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Tra la Firenze del Rinascimento e la Siena del Medioevo, il Chianti Classico

Un viaggio nel territorio del vino più bello del mondo. Verso un futuro fatto di sempre maggiore qualità, di territorialità dei vini, e di un racconto che dica forte e chiaro che il Chianti Classico è oggi uno dei vini più importanti del mondo. A dirlo i leader del Consorzio del Gallo Nero, e di cantine come Antinori, Dievole, Fontodi, Castello di Ama, Barone Ricasoli, Nozzole (Folonari), Isole e Olena, Badia a Coltibuono, Villa le Corti-Principe Corsini, Fonterutoli (Mazzei), Bindi Sergardi, Bibbiano, Rocca delle Macìe e Lamole di Lamole (Santa Margherita).

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