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WineNews
N. 3.754 - ore 17:00 - Lunedì 24 Luglio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Frescobaldi investe in Oregon
Frescobaldi, famiglia storica della viticoltura di Toscana, nel vino sin dal 1300, e oggi galassia radicata nei principali territori della Regione, dopo l’acquisto della griffe del Collio Attems (nel 2001), ha deciso di investire su un territorio ben più esotico e geograficamente distante, come la Willamette Valley, nel cuore dell’Oregon, terra di grandi Pinot Nero ed ottimi Chardonnay, dove ha trovato l’accordo per l’acquisizione di Domaine Roy & fils, uno dei produttori più prestigiosi dell’Oregon, che onta su poco più di 16 ettari vitati, tra Pinot Nero (14 ettari) e Chardonnay (2 ettari), coltivati in regime biologico e divisi in due vigneti: Iron Filbert e Quartz Acorn.
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Primo Piano
Peronospora, si alza l’allarme. L’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv)
Si alza in maniera esponenziale l’allarme peronospora tra i vigneti italiani. Tema di cui si parla da tempo, come fatto da WineNews, tra i primi in Italia, con agronomi e ricercatori come Leonardo Valenti, Attilio Scienza, ed Adriano Zago, e come testimonia anche il giro di pareri, tra le sue cantine, raccolto nei giorni scorsi da Federvini (con nomi come Tasca d’Almerita, La Scolca, Leone de Castris e Gotto d’Oro). Ed oggi a tornare sul tema è anche l’Osservatorio vendemmiale di Assoenologi, Ismea, e Unione italiana vini (Uiv), che ha attivato una ricognizione nelle campagne del Belpaese (e che il 12 settembre, a Roma, presenterà le sue stime vendemmiali, ndr). Il fenomeno patogeno, spiega l’Osservatorio, sta interessando in particolare le aree della dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise, con perdite fino al 40%, ma anche molti areali di Marche, Basilicata e Puglia per cui si prevedono con cali previsti nell’ordine del 25-30%. Difficile anche la situazione in Umbria, Lazio e Sicilia e, in parte, in Toscana. In generale, grande sofferenza per il vigneto biologico - che rappresenta quasi il 20% dei filari italiani - che risulta in diverse aree in gran parte compromesso. Poco attaccate le altre aree. Secondo il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, “anche in una stagione così complicata, avremo sì una quantità di prodotto ridotta, ma il lavoro degli enologi, scientifico, professionale e passionale garantirà vini di alta qualità”. Ma forse è il momento di riflettere strutturalmente sul sistema produttivo italiano. “La peronospora non può essere il rimedio al problema delle giacenze, per il semplice fatto che una malattia non può risolvere una debolezza del sistema. Se quest’anno, e sottolineo se,  dovessimo avere una produzione inferiore ai soliti 50 milioni di ettolitri - afferma, dal canto suo, Lamberto Frescobaldi, presidente Unione italiana vini (la riflessione completa in approfondimento) - sarà per effetto di un parassita che colpisce in modo lineare, sia le vigne buone che quelle meno buone. Il problema della sovrapproduzione è, invece, un aspetto che le politiche di settore dovrebbero affrontare con maggiore determinazione, per un Paese leader che dovrebbe concentrare la propria azione su obiettivi di crescita non volumica ma di posizionamento verso l’alto”.
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Fine wine, se anche il calo è “positivo”
Dopo anni di continua e tumultuosa crescita, il mercato dei fine wines - nicchia di investimento che nonostante i suoi successi recenti resta, dal punto di vista finanziario, poco più che un asset complementare per diversificare un po’ il portafoglio rispetto a pilasti come l’arte o l’immobiliare - nel 2023 accusa i primi e continuativi segnali di difficoltà, come abbiamo raccontato nelle nostre consuete analisi degli indici del Liv-Ex. Ma in un mondo del vino in cui tutto sommato “va sempre tutto bene”, guardando al proverbiale “bicchiere mezzo pieno”, c’è anche ci si spinge a leggere in positivo anche questa flessione, come Oeno Group, società leader nel settore degli investimenti in fine wines. Secondo il cui fondatore, Michael Doerr, solo nelle bolle speculative si va sempre al rialzo (fino al crack). E anzi, proprio questo potrebbe essere un buon momento per investire ...
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Focus
Se gli sposi dicono sì anche alle uve del vino del cuore
Tutto inizia con il “Rito della Nascita” nel “Giardino dell’amore”, una vigna recintata da antichi muretti a secco dove i futuri sposi piantano un tralcio di vite per seguirne la crescita negli anni, come quando, nel 1881, anno di fondazione della Masseria, la contessa Sabini di Altamura portò in dote barbatelle di Primitivo di Manduria per le nozze con Tommaso Schiavoni a Cuturi: una volta piantate, ebbero una sorprendente crescita tanto da divenire in poco tempo uno dei vini più ricchi e corposi di Puglia. Nel giorno delle nozze, con il “Rito di Dioniso”, gli sposi uniscono le masse di vino scelte, creando un vino che rappresenterà per sempre il loro amore, in “formato Magnum”. È l’ultima tendenza nei “wine wedding”, le nozze nei vigneti italiani, e l’idea di Masseria Cuturi, nel Salento, della famiglia Cracco Rossi-Chauvenet (proprietaria anche di Massimago, in Valpolicella), che testimonia come le cantine offrano anche a chi vuole sposarsi nei territori del vino italiano - dalla Toscana alla Franciacorta, dalla Langhe alla Campania, dal Friuli al Veneto, dall’Umbria all’Abruzzo fino in Sicilia (in approfondimento) - ogni tipo di servizio, dalla location al banchetto, dal wedding planner all’allestimento, dalle bomboniere alle foto, facendo dell’Italia, nel boom di richieste di wine wedding, la destinazione più richiesta.
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Cronaca
Ocm Vino promozione, ecco il bando
Il decreto per la presentazione di progetti di promozione nei Paesi Terzi finanziati con in fondi dell’Ocm Vino è finalmente operativo. Come annunciato qualche giorno fa dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, seppur con grande ritardo, e come riportato da WineNews, nella serata di venerdì 21 luglio, è stato pubblicato sul sito del Ministero il bando vero e proprio. La scadenza per la presentazione è fissata per il 13 settembre 2023 (alle ore 15). A disposizione per i progetti nazionali, per la campagna 2023/2024, ci sono 21,2 milioni di euro. 
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Wine & Food
In Spagna la vendemmia è già iniziata in Andalusia, ed entrerà nel vivo già tra 15 giorni
Così vicini, eppure così diversi in vista della vendemmia 2023 che, nelle attese, segna un solco profondo tra Italia e Spagna. Nel Belpaese le piogge incessanti cadute nel momento più delicato, durante la fioritura, hanno favorito il ritorno della peronospora, diventata in molte Regioni, specie dell’Adriatico, impossibile da frenare, tanto che già si prevedono raccolti destinati a cali importanti. Il metro di paragone è l’annata 2022, che in Italia, proprio come in Spagna, fu quantitativamente modesta, a causa della siccità che la scorsa estate colpì tutto il Continente, e che in questa sembra riguardare solo il vigneto spagnolo. Che, così, aspetta la raccolta con aspettative ben diverse da quelle dei viticoltori italiani: la sanità delle uve non dovrebbe essere in pericolo, mentre sulle tempistiche si va verso un ulteriore anticipo, ovviamente, a cadenza diversa da un territorio all’altro.
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“Il vino si salva sempre perchè c’è una grande capacità imprenditoriale legata alla terra”
A WineNews le riflessioni del celebre economista Carlo Cottarelli: “la qualità paga sempre. Piccole e grandi imprese sono entrambe importanti, non c’è contrasto. È vero che il vino è un prodotto voluttuario, ma questo non rappresenta un fattore di criticità, neanche nel quadro economico complesso che stiamo vivendo”.
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