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WineNews
N. 2.810 - ore 17:00 - Martedì 7 Gennaio 2020 - Tiratura: 31.103 enonauti,
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La News
Un think tank per la vite a piede franco
Un think tank mondiale per la ricerca sulla vite a piede franco, con l’obiettivo di dimostrare la maggiore adattabilità ai cambiamenti climatici ed evidenziare le caratteristiche peculiari nel produrre vini raffinati e con una migliore predisposizione all’invecchiamento. È con questa idea che Loïc Pasquet, vigneron con Liber Pater, il vino più costoso al mondo, e Andrea Polidoro, ideatore di Long Live Brunello, hanno invitato venti produttori da tutto il mondo - da Domaine Leflaive a Château Dauzac, da Tenuta San Francesco a Erasmo -, scienziati e divulgatori come Marc-André Selosse, Olivier Yobrégat e Jacky Rigaux, ai “Rencontres des Francs”, a Bordeaux il 16 e 17 gennaio.
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Primo Piano
Liv-ex Power 100, Sassicaia in top ten e “doppietta” Antinori
Il Sassicaia corona un anno di crescita continua sul mercato dei fine wine irrompendo ai vertici della “Liv-ex Power 100” 2019, alla posizione n. 7 (era alla n. 29 un anno fa, ndr), specie grazie al primo posto tra i brand più scambiati, con una quota di mercato del 2,75%, della classifica stilata ogni anno dal Liv-ex insieme al magazine britannico “The Drinks Business”, che mette in fila i marchi top del vino mondiale guardando la performance di prezzo anno su anno, il volume ed i valori scambiati sul Liv-Ex, il numero di vini e annate commerciate, i punteggi della critica ed il prezzo medio. Si conferma la famiglia Antinori, unica italiana capace di mettere in classifica due marchi-icona, entrambi in grande recupero rispetto ad un anno fa, come Solaia, al n. 57 (dalla n. 92), e Tignanello, al n.71 (dalla n. 76). In “mezzo”, due dei nomi più prestigiosi di Langa, quelli di Bruno Giacosa, alla posizione n. 31 (dalla n. 56 del 2018), e di Gaja, alla n. 34 (in calo dalla n. 26 del 2018), mentre il vino più costoso del Balpaese, il Masseto, quotato 5.198 sterline a cassa, sale alla posizione n. 72 (dalla n. 89 di un anno fa). Perde qualche posizione invece l’Ornellaia, alla n. 91 (dalla n. 53), con Soldera (Case Basse) unica new entry tricolore ed unico produttore di Montalcino (seppure, da qualche anno, non più di Brunello, ndr) in classifica, alla n. 96. Al top c’è, invece, Armand Rousseau, in testa ad un podio tutto di Borgogna, con Romanée-Conti al secondo posto e Leroy, primo un anno fa, in terza posizione, a testimoniare, ancora più di un anno fa, il dominio della terra dei migliori Pinot Nero del mondo, presente nella “Liv-ex Power 100” 2019 con 34 griffe, anche se la sostenibilità di prezzi medi così alti permane come fattore di rischio in una tendenza di lungo termine. Altra novità è la totale assenza dei Premiers Crus di Médoc dalle prime cinque posizioni, con Château Latour solo decimo, segnale, l’ennesimo, di un calo dei vini di Bordeaux sul mercato secondario dei fine wine che porta anche ad un riequilibrio interno, con la crescita di griffe come Canon, Rauzan Segla, Calon Segur, Beychevelle e Carmes Haut Brion. Infine, tra le novità da sottolineare, la grande performance degli Champagne, con ben tre griffe nella top ten: Krug (n. 4), Louis Roederer (n. 5) e Moet & Chandon (n. 9).
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SMS
Il vino “democratico” di Winc
Per quanto negli ultimi anni sia cambiato molto, il mondo del vino è ancora considerato di nicchia. Con l’intento di rendere il vino più accessibile, e più democratico verrebbe da dire, Oltreoceano nasce Winc, cantina sociale nel senso più estremo del termine: tutta la struttura dell’azienda, nata come piattaforma di distribuzione di vino, e diventata poi produttrice essa stessa, si basa sul cliente, e sul suo feedback in tempo reale. Winc rende i suoi oltre 500.000 clienti nel mondo partecipi di tutto il viaggio dell’uva, dalla vigna alla bottiglia, e non solo: chi si iscrive alla piattaforma, oltre a ricevere un numero di bottiglie di vino mensili in base al tipo di abbonamento sottoscritto, partecipa alle decisioni da prendere in una normale cantina, diventando di fatto vignaiolo prima che consumatore.
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Focus
Vino Ue e dazi Usa, sale il livello di allerta
Il 13 gennaio si chiuderà la consultazione pubblica che influenzerà la decisione del Dipartimento del Commercio Usa sull’applicare o meno una nuova ondata di dazi, fino al 100%, sui vini europei. Una minaccia che si è manifestata ormai da quasi un mese, da quando Federvini tra le organizzazioni di categoria, e WineNews tra i media, hanno dato notizia dell’iniziativa dell’amministrazione Trump, e che, come ci hanno testimoniato tanti messaggi e telefonate di nomi importanti del vino italiano, desta una preoccupazione forte e tangibile, almeno tra le imprese del Belpaese (mobilitate attraverso le loro rappresentanze, come Unione Italiani Vini, tra azioni di lobby ed una campagna social), mentre le istituzioni, per ora, sembrano limitarsi a guardare. Non un presa di posizione netta ed ufficiale, se non qualche dichiarazione estrapolata da altri contesti, né iniziative che possano influenzare una decisione cruciale per il settore. Alcuni produttori hanno lanciato una petizione su Change.org per smuovere le cose, ed in pochi giorni sono arrivate 3.000 firme. Intanto anche il “The New York Times” ha definito l’eventuale arrivo dei dazi come una catastrofe, anche per gli “americani che lavorano nel settore del beverage e della ristorazione”. Secondo alcune stime, gli operatori Usa potrebbero rimetterci 2 miliardi di dollari …
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Cronaca
Addio a Duboeuf, il “papa del Beujolais”
Il vino di Francia saluta uno dei suoi grandi protagonisti: si è spento Georges Duboeuf, creatore di una delle cantine e dei commercianti di vino più grandi di Francia, Les Vins Georges Duboeuf, e soprattutto universalmente conosciuto come il “papa del Beujolais”, territorio francese che ha costruito buona parte della sua fama grazie al “Beaujolais Nouveau”, il cui successo, diventato planetario, soprattutto in Giappone, è dovuto sostanzialmente alle intuizioni di Duboeuf, un “visionario”, come lo ha definito Dominique Piron, alla guida di InterBeaujolais..
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Wine & Food
Chili di troppo dopo le feste? A WineNews i consigli del nutrizionista Giorgio Calabrese
Per chi a tavola, nelle feste, si è lasciato andare ai piaceri del palato, il bilancio è presto fatto: dai 2 ai 4 chili in più, che si ha fretta di smaltire puntando, spesso, su diete che promettono miracoli. Quando, invece, la regola è sempre quella: equilibrio, mangiare un po’ di tutto, privilegiando frutta e verdura. “E possibilmente mangiare poco e spesso, così da abbassare i livelli di insulina, ormone che ci riporta ad avere fame”: a spiegarlo, a WineNews, è il professor Giorgio Calabrese, tra i più famosi esperti di Scienza dell’Alimentazione. Nessun alimento da evitare dunque: “magari, dopo aver esagerato con grassi e zuccheri, dobbiamo massimizzare l’assunzione di fibra attraverso frutta, verdura, cereali e legumi. Il vino? Si va avanti con un motto che uso da anni: si beve l’acqua, si gusta il vino, che è un alimento liquido”.
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WineNews.tv
Il 2019 record per i fine wine italiani, il 2020 che sarà: parla James Miles, direttore del Liv-Ex
“Dietro ai grandi di Piemonte e Toscana, tra i collezionisti, si fanno largo etichette di Amarone, e di vini di Sicilia e Puglia”. Gli indici dedicati ai vini italiani sono quelli che hanno fatto meglio, ma la differenza di prezzo con i grandi vini francesi resta. Così come restano tante incognite per il futuro. “I dazi minacciano il mercato Usa, che per i fine wine è fondamentale, così come non è positiva la frenata dell’economia cinese, e vediamo cosa sarà per la Brexit. Ma la cultura del vino cresce, e questo aiuterà il mercato”.
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