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N. 3.122 - ore 17:00 - Giovedì 25 Marzo 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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1600 anni di storia condensati in una data: 25 marzo 421, giorno - simbolico - della fondazione della città di Venezia, così come testimonia la fonte manoscritta del “Chronicon Altinate” e, in tempi più recenti, il Marin Sanudo. Oggi, così, iniziano nel mondo i festeggiamenti per i 1600 anni ab urbe condita, con eventi ufficiali e manifestazioni, mostre, percorsi museali e seminari. Venezia, capitale mondiale della cultura e simbolo della Serenissima, sarà celebrata nella sua dimensione di città “di terra e di acqua” per un anno intero, fino al 25 marzo 2022, con il Prosecco Doc, che ai 1600 anni della città ha dedicato due edizioni speciali, come bollicina partner. |
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Da marzo 2020, il settore dell’ospitalità (on trade) è stato chiuso o ha lavorato con enormi restrizioni. In tempi normali, l’on trade pesava per il 30% dei volumi e per il 50% dei valori del vino consumato in Unione Europea, lasciando quindi così una parte importante europea senza sbocchi. L’impatto di limiti e chiusure, però, non è omogeneo e varia da Paese a Paese e da azienda ad azienda, con le più piccole che hanno sofferto maggiormente. Il canale off trade (supermercati e alimentari) ha continuato ad operare normalmente. Senza grosse sorprese, la crisi Covid-19 ha fatto balzare le vendite dell’e-commerce del +30% nel 2020, con picchi del +180% durante il lockdown in Europa. Comunque sia, rappresenta ancora l’1,5% delle vendite complessive. Ecco la cornice, tratteggiata dal Ceev - Comité Européen des Entreprises Vins, al report “Covid-19 Crisis and the Eu Wine Sector: Ceev Impact Analysis & 2nd Wine Package”. La crisi Covid-19 ha causato un calo delle vendite globali senza precedenti, con un crollo dell’export internazionale, nel periodo del lockdown (marzo-giugno 2020), del 17%. Nell’anno della pandemia le importazioni dei principali mercati hanno visto una perdita di 1,4 miliardi di dollari e 2,7 milioni di ettolitri. Per sostenere il settore, la Commissione Europea ha adottato misure straordinarie come distillazione di crisi, aiuti per lo stoccaggio di emergenza, flessibilità nella vendemmia verde, pagamenti anticipati ai Paesi membri, contributi europei al 70%, maggiore flessibilità nei programmi di supporto sui mercati. Il pacchetto di aiuti su cui si è concentrata la Commissione Ue purtroppo non consente di preparare adeguatamente il settore vino ad una ripresa rapida già nel 2021, perché non è focalizzato sulla preparazione del futuro. E allora, il settore vino dell’Unione Europea ha bisogno della creazione di una combinazione di diverse misure per sostenere la resilienza economica delle aziende e per riprendere il viaggio verso i mercati, ossia un “secondo pacchetto vino” per fronteggiare gli effetti del Covid-19 e sostenere la ripresa nei prossimi 2-3 anni. Che metta al centro investimenti e promozione, a partire da un prolungamento del contributo Ue al 70% fino al 2023. (Tutte le proposte della Ceev nell’approfondimento). |
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Tra la proposta Ue, rinviata non superata, di mettere avvisi allarmistici nelle etichette del vino come sui pacchetti di sigarette, e l’etichetta a semaforo per gli alimenti, sono tante le battaglie che l’Italia, e non solo, conduce in Europa. Temi affrontati in più tavole rotonde, in questi giorni, dalle organizzazioni agricole italiane. “Quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte come quelle sui pacchetti di sigarette”, dice la Coldiretti, secondo un sondaggio condotto sul proprio sito. “Quella contro il Nutriscore (che, semplificando, categorizza come più o meno sano un alimento a seconda del contenuto di grassi, zuccheri e sali, e non delle quantità di consumo) non è solo una battaglia sui sistemi di etichettatura, ma sul futuro dell’agricoltura”, ribadisce Confagricoltura.
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Più invecchiato il vino che è stato per due anni nello spazio rispetto a quello rimasto sulla terra, niente meno che lo Chateau Petrus 2000, più precoci nel germogliamento le barbatelle di vite che sono state per un anno sulla Stazione Spaziale Internazionale e poi messe a dimora in Francia, rispetto alle coetanee che non hanno mai lasciato il pianeta: sono le prime evidenze degli effetti dello spazio su vite e vino studiati nella missione Wise, in collaborazione con l’Istituto delle Scienze del Vino e della Vigna (Isvv) di Bordeaux. Che grazie alla tecnologia della Space Cargo Unlimited, ha visto nei mesi scorsi 12 bottiglie del prestigioso Chateau di Bordeaux e le barbatelle prodotte dal vivaio francese Mercier Group, stazionare in orbita per diversi mesi, con il doppio obiettivo di studiare gli effetti sul vino, ma anche sulla vite, guardando, in ottica futura, al tema della sostenibilità e della resistenza alle malattie. Sul vino, in particolare, ha detto Jane Anso di Decanter, dopo la ristrettissima degustazione andata in scena a Bordeaux, “ho trovato il Petrus dello spazio invecchiato di qualche anno in più rispetto a quello normale”, con il primo molto più floreale e dai tannini morbidi, rispetto al secondo. Ma sono solo i primi risultati di uno studio molto più lungo, che potrebbe aprire nuove porte all’agricoltura e al vino del futuro. |
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Dopo aver conquistato i palati milanesi e la costa ligure, Langosteria aprirà un nuovo ristorante a Parigi, in partnership con Cheval Blanc Paris, nuovo hotel del gruppo alberghiero di proprietà del colosso del lusso Lvmh, che controlla alcuni dei più noti brand della moda e del vino al mondo, da Louis Vuitton a Christian Dior, da Dom Pérignon a Château d’Yquem. Affacciato sulla Senna, il ristorante, format e anima italiana, è al settimo piano, e si apre su una splendida terrazza con vista sullo skyline parigino. |
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In principio fu il Nobile di Montepulciano, che inserì “Toscana” in etichetta, in maniera obbligatoria, per distinguersi dal Montepulciano d’Abruzzo, ma anche per unire al fascio di una delle perle del Rinascimento toscano il brand della Regione, di grande successo nel mondo. Ora, la stessa strada è percorsa dal Morellino di Scansano, i cui produttori, da ora, fa sapere il Consorzio, non dovranno, ma potranno aggiungere la dicitura “Toscana” in etichetta. Ennesimo esempio di quella che abbiamo battezzato come “regionalizzazione” delle denominazioni, strada battuta sempre più spesso, seppur con sfumature diverse, in tanti territori del vino italiano: dalla Doc Sicilia all’Alto Adige, dalla Doc Friuli Venezia Giulia alla Doc Piemonte, ai vini di Montefalco Doc e Montefalco Sagrantino Docg, che di recente hanno ottenuto il via libera ad inserire “Umbria” in etichetta. |
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A WineNews Silvio Dani, presidente del Consorzio dei Colli Berici e Vicenza: “dobbiamo puntare sun un legame sempre più stretto con il nostro territorio, e su tipologie caratterizzanti con il Colli Berici Rosso e il Colli Berici Bianco. E sull’enoturismo. Il legame con le Ville del Palladio, ma anche essere in un crocevia tra Verona, Vicenza ed il Lago di Garda sono importanti da sfruttare. Abbiamo tanto da dire e da dare, ma dobbiamo farci conoscere di più”. |
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