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N. 3.421 - ore 17:00 - Martedì 17 Maggio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Con un balzo del 21,5% è record storico per le esportazioni alimentari made in Italy nel 2022, nonostante guerra e rincari. Emerge dall’analisi Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi al primo trimestre 2022. “Le esportazioni alimentari nazionali sono in aumento sul record annuale di 52 miliardi fatto registrare nel 2021”, sottolinea Coldiretti. Germania primo mercato (+12,4%), davanti a Usa (+21,5%) e Francia (+19,5%). “Un vero boom si è verificato nel Regno Unito con un +32,5% nonostante la Brexit ma pesa il crollo del -25,1% in Cina ma anche quello in Russia, che tra guerra e sanzioni, a marzo, fa -41,2% sul mese precedente”. |
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I dati doganali sul primo trimestre 2022, analizzati dall’Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv) e Vinitaly, raccontano la frenata, dopo gli ottimi risultati del 2021, delle spedizioni di vino italiano. Stando ai dati Istat sull’export enoico, nei primi due mesi 2022, analizzati da WineNews, il quadro è invece a tinte molto meno fosche, e dipinge una crescita del +21,1% sul primo biennio 2021, a quota 1,013 miliardi di euro di vino spedito in tutto il mondo. Procediamo con ordine, partendo come di consueto dai mercati più vicini, quelli della Vecchia Europa. In Francia le spedizioni crescono del 45,8%, a 31,2 milioni di euro, sostenuta anche la crescita di Austria (+29%, a 17,8 milioni di euro) e Svizzera (+16% a 60 milioni di euro). Risalendo l’Europa, l’unica nota dolente arriva dalla Germania, il secondo mercato più importante per il vino italiano, che segna una lieve contrazione sul 2021: -0,76%, a 151,6 milioni di euro. Il Belgio cresce del +65%, a 33,4 milioni di euro, mentre i Paesi Bassi segnano il 8,3%, a quota 30 milioni di euro. In Nord Europa, l’andamento è piuttosto omogeneo, dalla Danimarca (+13,4%, a 23,6 milioni di euro) alla Svezia (+12,8%, a 29,1 milioni di euro) e alla Norvegia (+13,7%, a 13,9 milioni di euro). Straordinari i numeri del Regno Unito, che nei primi due mesi del 2022 ha importato 109,5 milioni di euro di vino italiano (+76,9%). Ultimo dato made in Europe, quello della Russia, a 20 milioni di euro di import, in crescita del +32%: il vino è stato risparmiato dai sei pacchetti di sanzioni varati sin qui dalla Ue contro Mosca, ma nei prossimi mesi è difficile immaginare uno scenario di ulteriore crescita, con l’economia russa destinata a pagare i costi della assurda guerra in Ucraina. Ottimi i numeri che arrivano dagli Stati Uniti +17,5%, a 235 milioni di euro, e ancora meglio fa il Canada, che ha importato 61,9 milioni di vino italiano (+29%). In Asia continua la parabola discendente della Cina, che perde un ulteriore 18,2%, a quota 14,8 milioni di euro. Frena la Corea del Sud, che perde il 5,3%, e si ferma a 10,7 milioni di euro. Infine, il Giappone, che fa invece segnare un confortante +19,2%, a 26,7 milioni di euro, ed Hong Kong, porta d’accesso privilegiata a molti fine wine italiani sul mercato asiatico, in crescita del 37,5% a 3,85 milioni di euro. |
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“Se vogliamo rigenerare i borghi dobbiamo superare la contrapposizione tra innovazione e tradizione, che ci relega in una dimensione nostalgica. Innovazione vera c’è quando una tradizione è ben riuscita. Il soggetto più rivoluzionario che può attuare una reale innovazione duratura sono le comunità, perché si basano su quella sicurezza affettiva che è necessaria per affrontare il lungo periodo di transizione agroecologica che ci aspetta”. Così il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, nei giorni scorsi nell’“Anteprima di Terra Madre” a Roma. Borghi che, ha detto la presidente della Chiocciola Barbara Nappini, “senza agricoltura rischiano di diventare scenografie vuote, bellissime a vedersi ma senza identità, mentre sono tanti gli esempi di Paesi che rivivono quando le produzioni agricole ritornano a essere centrali”. |
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Il vino italiano è fatto, anche, dalla storia di tante famiglie. Storie che qualche volta sono, letteralmente, fiabe. Come quelle contenute nel “Pentamerone”, ovvero “Lo cunto de li cunte. Trattenemiento de peccerille”, raccolta di 50 fiabe divise in 5 giornate, di Giovan Battista Basile, edite tra il 1634 ed il 1636 a Napoli (e che Benedetto Croce definì “il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari”). A cui ora rendono omaggio i discendenti dello scrittore, guidati dal suo omonimo Giovan Battista Basile, alla guida di Basile Cantina Biologica), a Cinigiano, tra le perle del Montecucco (di cui Basile è anche presidente del Consorzio, ndr), con una limited edition di Ad Agio 2007 dedicata a Petrosinella per onorare l’opera del suo omonimo avo, cui si deve la codifica della fiaba come genere letterario. Il progetto (raccontato nel dettaglio in approfondimento) si chiama proprio “Petrosinella. Una storia di famiglia”, e lega l’opera somma del suo omonimo avo, “inventore” della fiaba, al suo essere vigneron in quel del Montecucco. Partendo così dalla commessa di un dipinto ispirato a uno dei racconti del Basile scrittore, Giovan Battista lo traspone sull’etichetta che accompagnerà un suo vino a tiratura limitata. |
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Banfi, Masciarelli, Antonella Corda (Sardinian Red Trophy ed Italian Red Trophy), Col Vetoraz (Prosecco Trophy), Capezzana (Italian Sweet Trophy), Codice Citra per Tesco (Montepulciano d’Abruzzo Trophy e IWC Great Value Red under £ 8), Silvio Carta, San Brizio, Vignavolando, Villa Franciacorta, Vigna Traverso, Tosti 1820 per Tesco e Villaia: ecco le 13 “Gold Medal” ed i “Trophy” dell’Italia del vino agli “International Wine Challenge 2022”, la competizione internazionale più influente al mondo. |
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I buoni pasto, in Italia, nel 2019 hanno mosso 3,2 miliardi di euro, strumento che è un benefit vantaggioso tanto per le aziende (sono deducibili al 100%, ndr) che per i lavoratori (3 milioni quelli che ne beneficiano). Ma ora ristorazione e gdo si dicono pronti a non accettarli più. Per ciascun buono da 8 euro, il commercio ne incassa poco più di 6. Tolti gli oneri di gestione e finanziari, c’è un un deprezzamento del 30%: ogni 10.000 euro di buoni incassati, gli esercizi ne perdono 3.000. A lanciare l’ultimo grido di allarme, prima di azioni drastiche, sono le principali associazioni dei settori interessati - Ancd Conad, Ancc Coop, Fiepet Confesercenti, Federdistribuzione, Fida e Fipe Confcommercio, che chiedono una riforma al Governo. Ma i consumatori (Codacons e Assoutenti) si dicono pronti a class action e boicottaggi contro chi, malauguratamente, non li accetterà più. |
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A WineNews, da Dusseldorf, le riflessioni di Beniamino Garofalo (Santa Margherita) e Marilisa Allegrini (guida di Allegrini e presidente Iswa Italian Signature Wine Academy,che riunisce cantine come Arnaldo Caprai, Bellavista, Feudi di San Gregorio, Fontanafredda, Frescobaldi, Masciarelli, Planeta e Villa Sandi, oltre alla stessa Allegrini). Tra trend nel calice, e riflessioni sul riposizionamento del calendario delle grandi fiere del vino.
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