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N. 4.114 - ore 17:00 - Mercoledì 18 Dicembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Che la Francia del vino sia in grande difficoltà, è ormai un dato di fatto. E lo raccontano in maniera chiara anche i dati che arrivano dalla relazione economica della Commissione dei Conti dell’Agricoltura di Francia. Dai quali emerge che, a fronte di una vendemmia 2023 in netto aumento sul 2022 (+18,5% per i vini Dop e Igp, +3,3% per quelli generici), i risultati economici sono stati penalizzati dal calo dei prezzi di tutte le categorie. Ed in media, ogni azienda ha registrato una perdita, per l’Ebitda, del -24,8% sul 2022, attestandosi a 84.139 euro. E il 2024 vede segni meno significativi su prezzi medi, produzione ed export (in approfondimento).
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| | Riallineare la produzione di vino alla domanda, rafforzare la resilienza del settore alle sfide del mercato e del clima e adattarsi alle tendenze per cogliere le nuove opportunità di mercato. Su questi tre assi principali si muovono le raccomandazioni contenute nel documento prodotto dal Gruppo di Alto Livello sul Vino della Commissione Agricoltura Ue, uscito dopo l’incontro del 16 dicembre a Bruxelles, con le rappresentanze della filiera e la significativa presenza del Commissario all’Agricoltura Ue, Christophe Hansen, in una delle sue prime uscite ufficiali nel nuovo ruolo e che ha detto: "è importante che lavoriamo insieme per sostenere la prosperità del settore vinicolo europeo. Questo gruppo riconosce il valore significativo del vino come prodotto agricolo tradizionale profondamente legato alla nostra cultura e identità". In primo luogo, le raccomandazioni, spiega la Commissione, “riconoscono la forza e l’elevato potenziale degli strumenti politici esistenti (come l’Ocm Vino e non solo), sottolineando la necessità di ottimizzarne l’uso, ma concludono che tali strumenti possono essere adeguati e rafforzati (e magari resi più flessibili, ndr) per affrontare le sfide per il futuro al fine di garantire il continuo successo del settore”. Come, per esempio, tenere conto della promozione di uno stile di consumo moderato di vino nelle iniziative di comunicazione. “Il Gruppo sottolinea la necessità di gestire il potenziale produttivo vitivinicolo per affrontare l’eccesso strutturale di offerta - si legge ancora - seguendo un approccio coerente e strategico a livello nazionale, con misure mirate a migliorare la competitività, la sostenibilità e la resilienza. Tali strumenti comprendono regimi mirati di estirpazione per determinate regioni o determinati vini, una modulazione temporanea del potenziale produttivo attraverso un sistema di gestione più flessibile per le autorizzazioni di impianto e reimpianto della vite, o meccanismi per facilitare l’adeguamento delle rese delle uve”. Un nuovo percorso che inizia (e che piace alle imprese europee, come testimoniano, in approfondimento, i commenti di Ceev, di cui fanno parte Federvini ed Unione Italiana Vini, e Cevi), dunque, e che sarà decisivo per il futuro del vino in Ue, “leader mondiale nella produzione di vino (60%), nel consumo (48%) e nel valore esportato (60%)”. | |
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| | Un “regalo di Natale” sostanzioso, oltre 4,6 milioni di euro, per celebrare 10 anni dalla quotazione in Borsa (sull’indice Euronext Growth Milan di Borsa Italiana): a tanto ammonta il dividendo straordinario di 0,5 euro per azione che il Cda di Italian Wine Brands, una delle più importanti realtà del vino italiano per fatturato (429 milioni di euro di ricavi nel 2023, 50 marchi di proprietà in tutta Italia, ed una quota export dell’80%), ha deliberato di proporre di distribuire all’Assemblea ordinaria degli azionisti (convocata per il 27 gennaio), a valere sulle riserve disponibili formate da utili portati a nuovo. Alessandro Mutinelli, presidente e ad del Gruppo, sottolinea: “il 29 gennaio Iwb festeggerà i 10 anni dalla sua quotazione. È una data importante per tutti noi, un momento anche per un bilancio di questo entusiasmante percorso di crescita e di creazione di valore”. | |
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| | | Come in molti dei suoi capolavori, anche in “Addio alle armi”, ambientato a Gorizia, nel fronte italiano della Grande Guerra, Ernest Hemingway cita il vino, come simbolo di fraternità. Una visione che ben rispecchia l’anima del Collio: tra i territori più in salute del vino italiano, oggi grazie anche all’appeal dei vini bianchi, e in particolare dal lungo invecchiamento, tra i migliori al mondo, che coprono il 90% dei 1.300 ettari di vigneti del territorio, che ha una storia lunga ed articolata. E raccontata anche dai 60 anni del Consorzio Collio, nato nel 1964, e che ha portato, nel 1968 al riconoscimento della Doc Collio, tra le prime in Italia. Oggi, la riprova del successo, sta, come sempre nei numeri: 270 aziende, di cui 180 socie e 120 imbottigliatori (tra storiche cantine che qui continuano ad investire e nuovi produttori arrivati da fuori) producono 7 milioni di bottiglie, i cui principali mercati sono Usa, Germania e Italia. E nel fatto che "il Collio ha dimostrato di sapersi evolvere pur rimanendo fedele alla sua identità", come sottolinea David Buzzinelli, presidente del Consorzio, chiudendo un anno di celebrazioni per i 60 anni dalla fondazione, celebrati anche nel volume “Collio 60 Anni di Storia fra Vino e Territorio”, di Andrea Zanfi e Stefano Cosma con le immagini di Marco Tortato.
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| | | Se è vero che i consumi delle bevande alcoliche, vino compreso, sembrano in calo a causa anche di uno stile salutistico sempre più pronunciato, allo stesso modo l’educazione al bere moderato deve ancora fare progressi. Come si legge nel report "Fumo, alcol, eccesso di peso e sedentarietà", pubblicato dall’Istat, nel 2023 il 15% della popolazione di 11 anni e più (oltre 8 milioni di persone) ha avuto almeno un comportamento di consumo di bevande alcoliche a rischio, compreso il cosiddetto “binge drinking” (in approfondimento). | |
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| | Il Consorzio del Parmigiano Reggiano, uno dei prodotti simbolo del made in Italy, seconda denominazione del Belpaese per valore alla produzione, secondo Qualivita, guarda al futuro. Approvando un bilancio preventivo 2025 da 51,54 milioni di euro di ricavi. Sul totale, 20,08 milioni di euro andranno a coprire i costi di funzionamento del Consorzio, mentre le risorse destinate alle attività saranno 31,13 milioni, al netto di accantonamenti, ammortamenti e tasse. Gli investimenti per azioni di marketing e comunicazione saranno pari a 28,4 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della domanda in Italia e, in particolare, all’estero. “Costruiamo le basi del futuro” ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. | |
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| | | A WineNews Maria Grazia Cucinotta, attrice e produttrice cinematografica italiana ai fornelli de “L’ingrediente perfetto”, la domenica, su La7. Fondatrice di “Vite Senza Paura Onlus”, associazione a fianco delle donne contro violenze e abusi, ed alla quale è stato devoluto il ricavato del progetto “Le Grandi Chef incontrano Confagricoltura Donna”. “Cucinare in Tv è un modo di ribadire l’importanza del cibo. La trasmissione mi ha insegnato molto e vorrei che lo facesse anche per i giovani, anche per far capire loro, per esempio, la bontà dei nostri vini, che vanno gustati, senza eccessi”.
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