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N. 4.055 - ore 17:00 - Mercoledì 25 Settembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Nello scenario delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, nascerà un vino buono, solidale, etico e giusto grazie al progetto Borgo Laudato Si’, portato avanti dal Centro di Alta Formazione Laudato Si’, istituito da Papa Francesco nel 2023. È stato, infatti, presentato il lavoro di ricerca, studio e messa a dimora della Vigna del Borgo Laudato Si’ e delle caratteristiche del vino che sarà prodotto nei terreni delle Ville Pontificie. L’intenzione, ha detto Papa Francesco, “è puntare all’eccellenza”, rallegrandosi che “tanto per la coltivazione quanto per la produzione agricola - e in particolare della vigna - è previsto un ingente impiego di manodopera” (in approfondimento). | |
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| | Che il mercato del vino mondiale non sia in grande salute, in questa fase storica, è un fatto acclarato. E l’Unione Europea, che è di gran lunga il principale produttore mondiale, ne risente in termini di export, che, dai dati a giugno 2024, su base annua, segna un calo complessivo del -12,3% nelle spedizioni nei Paesi extra Ue, per 5,7 milioni di ettolitri nel periodo considerato, a causa soprattutto delle diminuzioni a doppia cifra di Francia, Spagna e Germania, ma anche, in misura minore, di Italia (che, però, è in recupero da inizio 2024) e Portogallo. Di contro, però, sono aumentate, e non di poco, le importazioni all’interno dell’Unione, pari a 8,7 milioni di ettolitri, con un aumento del 7,2%, grazie soprattutto a Paesi Bassi, Belgio e alla stessa Italia. A dirlo i dati dell’Eurostat, che testimoniano un quadro di generale sofferenza manifestato da tutti i principali player del settore. A giugno 2024, in particolare, le esportazioni di vino dall’Italia fuori dall’Unione Europea sono diminuite dell’8,5% su base annua, a 1,77 milioni di ettolitri, ma decisamente peggio fanno la Spagna (1,7 milioni di ettolitri, -13,3%) e la Francia, (1,15 milioni di ettolitri, -12,7%). In negativo anche le spedizioni extra Ue dalla Germania (-15,1%, per 0,24 milioni di ettolitri), e del Portogallo (-4,8%, per 0,29 milioni di ettolitri). Di contro, come detto, a giugno l’Ue ha importato vino per 8,7 milioni di ettolitri, +7,2% su base annua, il volume più alto degli ultimi due anni. A fare la parte del leone, sono i Paesi Bassi, tra i più importanti hub di smistamento di vino sfuso d’Europa, attraverso il porto di Amsterdam, dove, non a caso, si tiene ogni anno la “World Bulk Wine Exhibition”, e che hanno importato 5 milioni di ettolitri di vino, con una crescita del 16,9%, mentre le importazioni in Italia (anche dopo la scarsissima vendemmia 2023, ndr), sono più che raddoppiate, a +116,9%, seppur per una quantità modesta, pari a 0,2 milioni di ettolitri. Aumento sostenuto, ma dai volumi contenuti, anche quello del Belgio (0,4 milioni di ettolitri, +53,3%), mentre sono in calo le importazioni in Germania (1,08 milioni di ettolitri, -7,1%), in Francia (-13,1%, per 0,51 milioni di ettolitri), Portogallo (-45,9% a 0,17 milioni di ettolitri), e gli altri Paesi Ue, nel complesso, a 1,3 milioni di ettolitri, con un calo del -6%. | |
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| | Accendere i riflettori sulla necessità di una nuova relazione con la natura, attraverso il cibo, l’elemento più potente che ci riconduce alla terra, scegliendo come claim “We Are Nature”, per individuare una nuova prospettiva che metta gli esseri umani dentro la natura, come parte del tutto: ecco il tema di Terra Madre Salone del Gusto 2024, evento principe di Slow Food, e il più importante a livello internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto, e alle politiche alimentari, che per la sua edizione n. 15 torna al Parco Dora di Torino, dal 26 al 30 settembre. “Con una situazione demografica a livello planetario che, in questi ultimi vent’anni, ha portato un incremento della popolazione mondiale di 1,5 miliardi di individui, e una crisi climatica galoppante, oggi più che mai è necessario unire le forze”, sottolinea Carlo Petrini, fondatore Slow Food. | |
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| | | Dai 1.173 dollari (al cambio 1.053 euro) del Barbaresco Crichet Paje di Roagna ai 693 dollari (622 euro) del Barolo Le Rocche di Castiglione Falletto di Bruno Giacosa. Il costo massimo dei vini italiani è ancora lontano dai prezzi dei francesi più quotati, ma qualcosa sta cambiando come avverte “Wine-Searcher”, il più grande portale mondiale che monitora i prezzi di migliaia di enoteche e rivenditori del mondo, che ha stilato la “The Most Expensive Italian Wines” 2024, la classifica aggiornata sulle bottiglie più care dello Stivale. Al primo posto c’è il Barbaresco Crichet Paje di Roagna, secondo gradino del podio per il Masseto, quotato, in media. 1.056 dollari a bottiglia (948 euro), con il terzo posto per il Barolo Brunate Riserva di Giuseppe Rinaldi per un costo medio di 982 dollari (882 euro). A seguire il Barolo Otin Fiorin Pie Franco - Michet di Cappellano (824 euro), l’Amarone della Valpolicella Classico Riserva Docg di Giuseppe Quintarelli (741 euro), e, al sesto posto, a 716 euro l’Imeneus Toscana Igt della Fattorie dei Dolfi. Poi il Roagna Barolo Pira Riserva (652 euro) e il Barolo di Giuseppe Rinaldi (644 euro). Quindi, il L Bruno de Venti Toscana Igt sempre della Fattorie dei Dolfi (e sempre al costo di 644 euro). Chiude la classifica, in decima posizione, il Barolo Le Rocche di Castiglione Falletto di Bruno Giacosa (622 euro). | |
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| | | Se il Trentodoc sta contribuendo alla crescita nel mondo della passione per le bollicine italiane, un fenomeno di consumo ma anche di costume, il Trentino è un territorio “pioniere” nel promuovere il turismo di qualità in Italia. Una “crescita naturale”, grazie anche all’“effetto bollicine”, che rappresenta la via da percorrere in tempi in cui si parla di “governare” l’overturism, ma anche di riavvicinare le persone al vino. Così è tutto l’anno, in uno dei territori di riferimento della spumantistica, e così è stato nei giorni del “Trentodoc Festival” 2024, a Trento. | |
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| | Favorire nuovi investimenti per la competitività del territorio, accelerare la dinamica di buone performance del sistema produttivo e assicurare l’immediata attivazione di strategie sostenibili e di lungo periodo muovendosi su tre ambiti prioritari: la Transizione 5.0 e l’energia, lo sviluppo estero e i nuovi mercati, e il processo digitale e la sicurezza. È con queste premesse che la Banca Intesa Sanpaolo ha deciso di stanziare 15 miliardi di euro per le aziende clienti della Direzione Agribusiness, la rete nazionale dedicata all’agroalimentare. L’iniziativa rientra ne “Il tuo futuro è la nostra impresa”, il nuovo programma del Gruppo bancario che mette a disposizione 120 miliardi di euro fino al 2026 per finanziare i progetti di Pmi e aziende di minori dimensioni: il piano prevede una serie di interventi che si inseriscono anche a sostegno della realizzazione degli obiettivi del Pnrr. | |
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| | | A WineNews, Maura Latini, presidente Coop Italia, tra i leader della Gdo italiana, con un giro d’affari di 16,4 miliardi di euro nel 2023, a +2% sul 2022 (di cui 14,8 miliardi sviluppati solo dalla parte retail, e derivante dal wine & food per una quota intorno al 90% del totale), con una “market share” pari all’11% della gdo nazionale, che ne fa il secondo player del settore, con una crescita imponente, come da strategia industriale, del prodotto a marchio del distributore, che ha raggiunto i 4,5 miliardi di euro di fatturato ed una quota del 40% sul totale in volume. | |
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