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WineNews
N. 2.715 - ore 17:00 - Martedì 20 Agosto 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti,
opinion leader e professionisti del vino
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La News
I Beckham al Castello della Sala
Niente come il vino permette di rivivere un anno legato ad eventi speciali. È il caso di una delle coppie più seguite e amate dello star system, quella formata David e Victoria Beckham: in vacanza in Italia, la lor ben nota grande passione per i vini li ha portati in Toscana, prima a Bargino, nella straordinaria cantina della famiglia Antinori, e poi al Castello della Sala, ad Orvieto, altra proprietà della famiglia. E qui, insieme all’amico Renzo Cotarella, dg della Marchesi Antinori, hanno degustato delle vecchie annate di Cervaro, uno dei bianchi più celebri: e non annate qualunque, ma quelle degli anni di nascita dei quattro figli. 
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Primo Piano
Produzione, produttore, provenienza: le “3 P” che rendono una bottiglia di vino da collezione
Produzione (in volume), produttore (e la sua reputazione) e provenienza: sono le “3 P” che fanno di una bottiglia un vino “da collezione”. Come spiega il magazine britannico “Decanter”, infatti, il numero di aziende di alto livello in un determinato territorio è limitato, così come le loro produzioni, che diventano rare via via che l’annata diventa più vecchia: in questo senso, il motivo del successo delle etichette di Borgogna è proprio nei numeri, piccolissimi, anche se paragonati ai produttori top di Bordeaux, che per volumi si avvicinano più alle grandi etichette del Belpaese, come Masseto, Sassicaia, Solaia, Ornellaia, ma anche il Brunello Biondi Santi o Soldera Case Basse a Montalcino, o i Barolo di Giuseppe Mascarello e Bruno Giacosa o i cru di Angelo Gaja. La reputazione, invece, è un concetto più sfumato, perché molti produttori hanno costruito la loro in secoli, mentre altri sono stati capaci di fare altrettanto in pochi anni. La provenienza, inoltre, è fondamentale, perché anche il miglior vino del mondo, se conservato nel sottoscala di un appartamento in città perde buona parte del suo appeal e, con ogni probabilità, della sua qualità. Ma non finisce certo qui, perché la desiderabilità di un vino passa anche per la denominazione di provenienza: basti pensare, ancora in Borgogna, alle diverse quotazioni di Musigny e Mâcon, oppure, nella più vicina Toscana, alla distanza che separa, nei prezzi e nella reputazione, Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano, lontane, geograficamente, qualche decina di chilometri. E poi l’annata, perché la corsa all’acquisto, nelle vendemmie più celebrate dalla critica internazionale, è sotto gli occhi di tutti: la 2010, proprio per il Brunello di Montalcino, ha conquistato punteggi e palati, vedendo le quotazioni schizzare alle stelle in pochi mesi. Infine, le edizioni limitate, che rendono un vino già raro ancora più prezioso: sono un esempio calzante le etichette d’autore di Chateau Mouton Rothschild, firmate da artisti come Dalì, Mirò, Chagall, Picasso ed Andy Warhol, ma anche la Vendemmia d’Artista di Ornellaia, che declina ogni annata attraverso la visione di un artista, ultima l’iraniana Shirin Neshat, che ha interpretato “La Tensione” dell’Ornellaia 2016.

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Iva, che minaccia per il vino
La crisi di Governo avvicina l’aumento Iva, che dal 2020, rischia di passare dal 22 al 25%, ed il vino, come tutti gli alcolici, potrebbe trovarsi di fronte un problema non di poco conto, che “impatterà energicamente per diversi ordini di ragioni - come spiega a WineNews Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore generale Federvini - prima di tutto sulle decisioni di acquisto del consumatore, ma si amplierà anche la differenza tra l’Iva che pagheranno produttori agricoli, cooperative e produttori imprenditoriali”. Per Paolo Castelleltti, segretario generale Uiv, “l’Iva al 25% sarebbe penalizzante. Il 70% degli acquisti è in Gdo, e non credo proprio che le grandi catene intendano alzare i prezzi, il peso dell’aumento verrebbe scaricato sulla filiera produttiva”. 
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Focus
Alberto Antonini, quando la viticoltura riscopre il passato
La viticoltura, per affrontare le sfide del presente e del futuro, deve guardare al passato, e recuperare quei saperi messi in soffitta da una scienza applicata a volte miope ed incapace di tutelare e mettere a frutto le conoscenze che le generazioni passate ci hanno lasciato in eredità, perché i vigneti più belli, longevi e di qualità sono stati sviluppati dai contadini, una categoria che non esiste più, e di cui, invece, oggi ci sarebbe più bisogno che mai. A WineNews, il pensiero di Alberto Antonini, enologo consulente, ma anche produttore, ai quattro angoli del mondo enoico, con un passato tra le griffe più importanti del vino italiano, da Antinori a Frescobaldi, e consulenze nei maggiori territori enoici, da Castello di Bossi a Cantine Settesoli e Dievole. “Nel mondo, tutti i vigneti più belli, più vecchi e che fanno maggiore qualità, sono stati sviluppati dai contadini”. Una saggezza, riprende il wine maker, “da recuperare, anche se, purtroppo, è stata devastata dall’illusione della scienza applicata, che invece si è rivelata un flop totale. Per fare delle belle vigne non basta studiare viticultura, bisogna studiare tanta botanica, fisiologia vegetale, biochimica, scienza del suolo ed entomologia, così si capisce come funziona un sistema e come crearne di longevi ed equilibrati”.
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Cronaca
Integrazione attraverso la viticoltura
Coldiretti ha premiato Desirè Baize con l’Oscar Green: nel 2008 Desirè scappa dal Burkina Faso per motivi politici, e dopo un breve periodo in Germania e in Piemonte arriva in Toscana, a Massa Carrara, dove punta tutto sul recupero delle vigne sui difficili pendii della Candia, partendo da un’azienda, la InCandiaBio. E insieme al vermentino e al rosso Candia Doc, decide di coltivare uno tra i superfood naturali più amati e anche rari del mondo, l’albero dei miracoli, la moringa, diffusa nel suo Paese d’origine.
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Wine & Food
Donne, Brunello e sondaggi: Premio Casato Prime Donne 2019 a Alessandra Paola Ghisleri
La Prima Donna 2019 del Premio “Casato Prime Donne” di Donatella Cinelli Colombini, che intende valorizzare chi ha divulgato il Brunello e il suo territorio, ma soprattutto l’apporto delle donne alla società in termini di talento, autodeterminazione, cambiamento e coraggio, sarà la sondaggista Alessandra Paola Ghisleri. Assieme a lei premiati Marco Rossetti e Francesca Topi per la puntata del programma Rai “Geo” intitolata Val d’Orcia, Riccardo Lagorio per l’articolo “I giorni della vendemmia”, pubblicato su “Dove”, ed Eleonora Cozzella per l’articolo “Le vie del vino”, pubblicato su “La Repubblica”. Di scena a Montalcino il 15 settembre, negli anni il Premio Casato Prime Donne è stato assegnato a esponenti della cultura e paladine dei diritti umani, alla capitana della nazionale di calcio femminile Sara Gama, all’astrofisica Sandra Savaglio e all’astronauta Samantha Cristoforetti.
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Messico: tra classe media e turismo, il vino italiano nella prima economia dell’America Latina
Alla periferia del mercato mondiale del vino, il Messico è una delle poche economie in salute ed in crescita dell’America Latina, con i consumi enoici che, non a caso, viaggiano allo stesso ritmo. Certo, non siamo in Usa, ma nell’undicesimo Paese al mondo per numero di abitanti, con una classe media sempre più ricca, ed un turismo che attrae 40 milioni di visitatori ogni anno. E l’Italia? Prova a farsi largo, come raccontano Marina Nedic (Iem), Giuseppe Manenti (Ice Messico), Gianni Bertolino (Nizza Docg) e Gianluca Brocca (Valdo Mexico).
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