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N. 4.033 - ore 17:00 - Lunedì 26 Agosto 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Se il vino è uno dei simboli più importanti del Cristianesimo, è anche una delle metafore della bontà divina e della fratellanza più amate da Papa Francesco, come ricordando più vole nelle sue omelie, e nel recenti incontro con il mondo del vino italiano (c’era anche WineNews), grazie a Vinitaly. Ed ancora una volta, Bergoglio, ricevendo in udienza la Congregazione degli Oblati di San Giuseppe, non ha dimenticato un riferimento enoico: “come sapete, anche la mia famiglia ha origini astigiane. Abbiamo radici comuni in quella terra di Piemonte, che ha dato i natali al vostro fondatore San Giuseppe Marello. Terra bella, quella, del buon vino!”. | |
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| | Gli Usa si confermano il primo partner enoico per l’Italia, per un valore di 792,8 milioni di euro (+5,5% sul dato allo stesso periodo 2023), e le cantine del Belpaese continuano ad investire forte in promozione negli States. E se la grande attesa è per il debutto di “Vinitaly Usa”, organizzato da Veronafiere, Ice e Camera di Commercio di Chicago, il 20-21 ottobre 2024, ad aprire la stagione autunnale dei grandi eventi sarà la rivista americana“Wine Enthusiast”, che il 10 settembre, a New York, manda in scena “Sia of Italy”, tasting con oltre 50 cantine come, tra le altre, Allegrini, Argentiera, Banfi, Berlucchi, Bosco del Merlo, Bottega, Bucci, Ca’ del Bosco, Bolla, Castelvecchi, Cantina di Montalcino, Cantina Santadi, Zaccagnini, Castello Bonomi, Castello Monaci, Cavit, Ceretto, Cesari, Còlpetrone, Cortonesi, Cusumano, Famiglia Cecchi, Famiglia Cotarella, Fattoria del Cerro, Fontana Candida, Chianti Geografico, La Poderina, Lamole di Lamole, Masi, Masottina, Mezzacorona, Nino Negri, Pasqua, Piccini, Pietradolce, Re Manfredi, Rotari, Ruffino, Ruggeri, San Polo, Santi, Sartori di Verona, Serena Wines 1881, Tasca d’Almerita, Tenuta Rapitalà, Sella & Mosca, Tua Rita, Varvaglione e Zenato. Sempre a New York, il 17-19 ottobre, poi, tornerà la classica “New York Wine Experience” 2024 by “Wine Spectator”, edizione n. 43, dove il vino italiano sarà protagonista nel tasting dei “Top 10 Wines of 2023”, con il n. 1 assoluto, il Brunello di Montalcino 2019 di Argiano, il Taurasi Radici Riserva 2016 di Mastroberardino (n. 5), e con il Chianti Classico Marchese Antinori Riserva 2020 di Antinori, ma anche nel focus dedicato all’annata 2020 di Barolo, con le cantine Pio Boffa, Elvio Cogno, Luciano Sandrone, e G.D. Vajra, oltre che con le tantissime grandi firme protagoniste del “Critics’ Choice Grand Tastings”, come Allegrini, Altesino, Argiano, Biondi-Santi, Bruno Giacosa, Ca’ del Bosco, Carpineto, Casanova di Neri, Castello Banfi, Castello di Albola, Castello di Fonterutoli - Mazzei, Ceretto, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Fattoria dei Barbi, Ferrari Trento, Fontodi, Fuligni, Gaja, Jermann, Lamole di Lamole, Le Chiuse, Marchesi Antinori, Marchesi di Barolo, Marchesi Frescobaldi, Masi, Masseto, Nino Franco, Nino Negri, Ornellaia, Pio Cesare, Planeta, Romano dal Forno, Ruffino, Tenuta San Guido e Zenato. | |
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| | Come stanno i terreni agricoli del Belpaese? Una risposta, non troppo positiva, arriva leggendo il documento “Il suolo italiano al tempo della crisi climatica - Rapporto 2023. Re Soil Foundation”. Un problema, che, ovviamente, si riflette anche per l’agricoltura (mondo del vino compreso) e la produzione di cibo. Il Rapporto sottolinea che il 95% del cibo globale viene prodotto direttamente o indirettamente dal suolo e, considerando il tasso corrente di erosione, la stima è che il 90% dei suoli sarà a rischio entro il 2050. In Italia il 28% dei terreni coltivabili è andato perso negli ultimi 25 anni, mentre un terzo dei suoli mondiali è già soggetto a degradazione. Fenomeni come urbanizzazione, erosione, acidificazione, inquinamento chimico e impoverimento dei nutrienti sono considerati tra i problemi più importanti per la produzione agricola. | |
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| | | Negli Stati Uniti, i vini del Belpaese saranno protagonisti anche dell’evento firmato da Vinous, la rivista guidata da Antonio Galloni,“Vinous Icons”, di scena, a Miami, il 23 e 24 novembre, come abbiamo già raccontato (con produttori che vanno dai piemontesi Elio Grasso e Podere Luigi Einaudi al siciliano Tenuta delle Terre Nere, dal veneto Inama alla lucana Elena Fucci ad arrivare all’esplosione della Toscana, presente all’esclusiva sala da ballo Bloom at Jungle Island, vicino al Miami Yacht Club su Watson Island, con Tenuta SettePonti, Argiano, Canalicchio di Sopra, Castello di Ama, Castello di Monsanto, Domini Castellare di Castellina, Fèlsina, Fontodi, Grattamacco, Il Marroneto, Isole e Olena …). Ma si guarda già anche al 2025, con la ormai tradizionale “Festa del Barolo”, dal 29 gennaio al 1 febbraio, a New York, e con il debutto di“Vinous Icons: Italy” n. 1, in programma il 16 e 17 maggio 2025, ancora a New York. Tante, tantissime iniziative, dunque, per coltivare quel rapporto di amore tra gli americani ed il vino italiano, che ha resistito ad ogni ciclo di crisi nelle ultime decadi, e che è più importante che mai per i produttori del Belpaese, che con le loro cantine contendono costantemente alla Francia il primato di quota di mercato tra i vini importati negli States. | |
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| | | Lo botti che rotolano tra le ripide vie e i nobili palazzi di Montepulciano, che hanno dato i natali al poeta Poliziano, precettore del “genio” della Firenze del Quattrocento, Lorenzo Il Magnifico, spinte con fatica dagli spingitori, omaggio ad un Vino Nobile di Montepulciano e ai suoi produttori, che creano un’economia di territorio che è stimata intorno ad 1 miliardo di euro. Un legame popolare tra il vino e la sua comunità, celebrato, ancora una volta, dal “Bravio delle Botti”, la storica sfida (che ha celebrato i cinquanta anni, con la vittoria di Voltaia, tra brindisi e canti). | |
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| | Vi è mai capitato di sentire dire o pensare che frutta e verdura ormai non sanno più di niente? Probabilmente sì. Ma è solo un luogo comune? La risposta è no e ci sono studi appositi a sostegno. Come riporta la rivista “Focus”, un sondaggio dell’Osservatorio Ismea-Agroter ci dice che quasi un terzo degli italiani non sia soddisfatto del sapore dei prodotti ortofrutticoli. E dietro a questa considerazione c’è più di una ragione scientifica legata ai sistemi di produzione intensiva. I fertilizzanti impiegati nei campi, la coltivazione in serra, la catena del freddo e anche i lunghi viaggi per il trasporto hanno innescato quello che viene definito “l’effetto diluizione”: ovvero, più un frutto o una verdura saranno grandi e belli esteticamente, meno intenso sarà il loro sapore e ridotta sarà la presenza di sostanze nutritive. | |
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| | | Lo stato dell’arte, ad oggi, secondo Carlo Miravalle, presidente di Med.&A., Associazione Agenti d’Affari in Mediazione e di Commercio affiliata ad Unione Italiana Vini. “Ad oggi prevediamo che la vendemmia 2024 non sarà magra come la 2023, ma comunque non abbondante. Con le prime vinificazioni di varietà precoci non si vedono grandi cambiamenti sui prezzi, anche perché sul mercato c’è grande incertezza, e anche gli imbottigliatori non speculano più, ma vanno su ritiri in periodi più brevi, e secondo il necessario”. | |
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