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N. 3.546 - ore 17:00 - Venerdì 11 Novembre 2022 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Perché ha deciso di produrre vino a Solomeo, cosa hanno in comune vino e moda, e come possono le loro imprese raggiungere l’equilibrio tra profitto e dono, verso le persone, le comunità, i territori, l’ambiente. Ma anche l’invito rivolto ai giovani di riequilibrare tecnologia e umanesimo per creare nuovi lavori, ai privati e alle istituzioni pubbliche di tornare a investire insieme come valore e fondamento della crescita, e all’Italia di “regalare bellezza”. Di questo, e non solo, WineNews ha parlato “a tu per tu” con Brunello Cucinelli, uno degli imprenditori italiani più illuminati, sostenitore del “Capitalismo Umanistico” e dell’“Umana sostenibilità”. |
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Contemplato, amato e riverito: il Brunello di Montalcino si conferma il vino campione per notorietà in Italia, conosciuto da 2 consumatori su 3, come emerge dal report annuale di “Wine Intelligence” che ha analizzato forza e riconoscibilità delle 46 principali denominazioni del vino italiano. Gigante di celebrità a fronte di una “nano-share” di superficie vitata, pari appena allo 0,3% del vigneto Italia, il principe dei rossi toscani si posiziona in testa alla classifica, superando colossi come il Chianti (n. 2), il Prosecco (n. 3), il Chianti Classico (n. 4), il Montepulciano d’Abruzzo (n. 5), la Franciacorta (n. 6), il Barolo (n. 7), la Barbera d’Asti (n. 8), l’Asti e Moscato d’Asti (n. 9) e il Lambrusco (n. 10), dimostrandosi un vero e proprio brand di un territorio che, da oggi al 21 novembre, con “Benvenuto Brunello” porterà giornalisti, buyer, Master of Wine e professionisti del vino a scoprire il Brunello di Montalcino 2018, la Riserva 2017 e il Rosso di Montalcino 2021. Ad animare quello che potremmo definire come un vero e proprio “Benvenuto Brunello Off”, degustazioni e cene in alcune delle cantine più prestigiose del territorio (rigorosamente ad invito), tra cui la verticale organizzata da Col d’Orcia (12 novembre), che, dal Rosso 2018 al Brunello di Montalcino 1968, ripercorrerà 50 anni di storia nel calice, e la presentazione, in anteprima mondiale (10 novembre), del Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2018, dedicato al fondatore di Casanova di Neri, unica azienda del Brunello ad aver raggiunto il vertice della “Top 100” di Wine Spectator, la classifica internazionale più prestigiosa, nel 2006, con il Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2001. Apprezzato ugualmente da donne e uomini, il Brunello è un vino capace di intercettare i consumatori big spender e maturi, sia sotto il profilo anagrafico (il 30% sono younger Boomers, tra i 55 e i 64 anni) che delle competenze. Tra coloro che lo conoscono, registra un tasso di conversione all’acquisto del 20% (in crescita sullo scorso anno), che si verifica principalmente al Centro (29%) e al Sud (29%). Sul fronte degli acquisti domina la classifica il Prosecco, che vede quasi un consumatore su 2 (47%) mettere mano al portafoglio (continua in approfondimento). |
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Bere poco vino potrebbe ridurre l’incidenza di ictus: un vantaggio che non si avrebbe, invece, consumando altre bevande alcoliche, come birra e spirits. Ecco le conclusioni di uno studio, condotto in 32 Paesi, e pubblicato ad ottobre su “Neurology”, una delle più importanti riviste scientifiche del mondo. Il rapporto tra vino e salute è un tema di enorme rilevanza e attualità, in particolare in un momento storico in cui, soprattutto dai Paesi anglosassoni, si va diffondendo un modello di “tolleranza zero”, in cui il vino viene equiparato agli altri alcolici, che rischia di farsi strada a livello europeo e mondiale. Tornado allo studio, tra le possibili ragioni della riduzione del rischio, i ricercatori hanno osservato che, come riportato da altri studi, il vino contiene sostanze come i polifenoli, che non sono presenti nella stessa misura in altri tipi di bevande alcoliche |
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Il “Wine of the Year” del 2022 secondo la “Top 100” di Wine Spectator, la classifica più influente nel mondo della critica enoica, è il Cabernet Sauvignon Oakville Double Diamond 2019 di Schrader Cellars, in Napa Valley, firmato da uno dei migliori winemaker del territorio, Thomas Rivers Brown. Per l’Italia tre le etichette in top ten: in seconda posizione il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Fattoria dei Barbi, storica griffe del territorio, che produce Brunello sin dal 1892, e tra le 25 cantine che, nel 1967, hanno dato vita alla Doc. Un bel segnale, per quello che “è ormai il miglior vino d’Italia”, commenta, a WineNews, Stefano Cinelli Colombini, alla guida di Fattoria dei Barbi. Alla posizione n. 5 c’è il Tignanello 2019, il super Tuscan della Marchesi Antinori, nato come un vino non convenzionale, precursore del suo tempo, dal genio di Niccolò e Piero Antinori con l’aiuto di Giacomo Tachis, protagonista di quello straordinario movimento conosciuto come “Rinascimento” del vino italiano. Infine, alla posizione n. 8 la Maremma piazza il Saffredi 2019 di Fattoria Le Pupille, vino nato dalla volontà della produttrice Elisabetta Geppetti, che, dalla metà degli anni Ottanta del Novecento, ha creato l’azienda di Piagge del Maiano, a Grosseto (la top ten completa in approfondimento). |
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Uno chef con problemi personali, un ristorante di alto livello, una brigata che tutti i giorni lavora in spazi ristretti, e soprattutto la pressione, l’ansia da prestazione, i tempi accelerati di una cucina professionale: sono gli ingredienti di “Boiling Point - Il disastro è servito”, del regista Philip Barantini, da ieri nelle sale italiane. Una pellicola pluripremiata e già diventata un cult, sulla sica di un successo internazionale che la farà diventare presto una serie televisiva, prodotta dalla BBC. |
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Se l’Italia è meta preferita al mondo per l’enoturismo, come confermano tanti studi e come racconta anche il peculiare “Wine Lover’s Index” di Bounce, il merito è senza dubbio della qualità dei vini, della varietà, della bellezza dei territori, ma anche di cantine d’autore e d’eccellenza che hanno fatto dell’accoglienza uno dei loro obiettivi primari, assieme, ovviamente, alla produzione di vino. Come Antinori nel Chianti Classico, incoronata di recente come cantina più bella del mondo dalla classifica the “World’s Best Vineyards 2022”, insieme, nella “Top 100”, ad altri templi del grande vino e della bellezza, come Ferrari Trento, Donnafugata, Ceretto, Gaja, Villa Sandi, Tenuta Cavalier Pepe, Marchesi di Barolo, Tenuta San Leonardo. Che saranno al centro, con una speciale premiazione, di “Wine Destinations Italia”, di scena il 12 e 13 novembre a Livorno. |
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Le riflessioni di produttori, manager, ma anche giornalisti e show man, sul futuro del settore, e sul delicato rapporto tra vino, alcol e salute. Nei commenti dei verti di cantine come Caparzo, Guado al Melo, Angelo Negro, Tua Rita, San Michele Appiano, Francesco Bellei, Conte Vistarino, Di Majo Norante, Montalbera, Lungarotti, Il Marroneto, Velenosi e Angelini Wines & Estates, del giornalista Leonardo Romanelli, dello show man e produttore Gerry Scotti, dell’influencer Stefano Quaglierini, e dell’enologo Luca D’Attoma. |
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