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WineNews
N. 4.127 - ore 17:00 - Venerdì 10 Gennaio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
I vini italiani al vertice di “Wine Searcher”
Il Sassicaia della Tenuta San Guido è l’etichetta italiana “most pupular”, la più ricercata al mondo; il Masseto quella che, su più annate, è il “Best” da un punto di vista qualitativo, con i punteggi della critica internazionale più alti, mentre il Barbaresco Crichet Paje di Roagna, con un prezzo medio intorno ai 1.160 a bottiglia, sempre su più annate, è quello che negli scaffali del mondo spunta i prezzi più alti: a dirlo l’ultimo aggiornamento, a 2024 concluso, delle classifiche dedicate all’Italia di “Wine Searcher”, portale che compara costantemente i prezzi di migliaia di enoteche, ristoranti e wine bar del mondo, e i giudizi della critica mondiale.
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Primo Piano
I top brand di Toscana e Piemonte dominano tra i vini italiani più cercati e quotati al mondo
Il vino italiano è un patrimonio di varietà, ricchezza e specificità, un’armonia vincente capace di unire elementi che ne fanno un prezioso “unicum” di storia, cultura e tradizione e che, non a caso, trova tanti estimatori nel mondo, con tante eccellenze. Lo dimostrano anche i risultati di “Wine Searcher”, che ha aggiornato le sue classifiche di fine 2024, riportate da WineNews (in approfondimento). E nella Top 20 dei “Most Popular” del vino italiano, alla posizione n. 1, c’è il Sassicaia, l’espressione massima del terroir di Bolgheri e gioiello di Tenuta San Guido. Sul podio altri due “fuoriclasse” del vino italiano, il Tignanello (n. 2), “Super Tuscan” e vino icona di Marchesi Antinori, e Ornellaia (n. 3), altro mito di Bolgheri e del vino mondiale, del Gruppo Frescobaldi, che torna alla n. 4 con il Masseto, leggenda enoica del Belpaese e desiderio di ogni collezionista di vino. Si resta in Toscana con il Solaia (n. 5), altra autentica eccellenza di Antinori.  Conferme e novità, poi, anche per le prime 20 posizioni della “Best Italian Wines”, che tiene in considerazione i punteggi della critica, raccogliendo le valutazioni di un’ampia platea di esperti, tra cui gli influenti e prestigiosi “The Wine Advocate” e Jancis Robinson. La lista pubblicata da Wine Searcher, nelle cui prime posizioni i punteggi vanno da 96 a 94 punti, vede al n. 1 il Masseto, ancora sul podio, davanti al Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie de Il Marroneto (n. 2), cantina guidata da Alessandro Mori che è un riferimento qualitativo assoluto per il territorio. Posizione n. 3 per il Solaia di Marchesi Antinori, una conferma, ancora una volta, tra i “top” della critica, così come per il Sassicaia di Tenuta San Guido (n. 4) e il Flaccianello della Pieve di Fontodi (n. 5). Tra I “most expensive”, invece, posizione n. 1 per il Barbaresco Crichet Paje di Roagna (1.160 euro), davanti al Barolo Otin Fiorin Pie Franco - Michet di Cappellano (845 euro) e a una verticale di Brunello di Montalcino Riserva di Biondi-Santi  (771 euro), un “tuffo” nell’eccellenza e nella storia del Brunello. Tra le curiosità, alla posizione n. 20, il Rosso del Castello di Solomeo, il vino prodotto in Umbria dell’imprenditore Brunello Cucinelli, tra i più ammirati e portabandiera del made in Italy di qualità del mondo. 
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Se il portainnesto migliora la qualità
Da anni la ricerca genetica applicata alla vite lavora per trovare soluzioni alla sempre maggiore scarsità d’acqua, ed alla resistenza delle piante alla malattie, ma avendo come linea guida quella di mantenere, e se possibile migliorare, la qualità delle uve e del vino. Obbiettivo che sembrano aver centrato i “portainnesti M”, selezionati dal team di ricerca dell’Università di Milano guidato dai professori Attilio Scienza e Lucio Brancadoro con il supporto di Winegraft, la società che riunisce 9 tra le aziende vitivinicole più importanti d’Italia - Ferrari, Zonin, Banfi, Albino Armani, Cantina Due Palme, Claudio Quarta Vignaiolo, Angelini Wines & Estates, Nettuno Castellare (Domini di Castellare) e Cantine Settesoli - e che, da dieci anni, sostiene lo sviluppo della ricerca su questi portainnesti, moltiplicati e distribuiti in esclusiva da Vivai Cooperativi Rauscedo.
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Focus
Nel record degli spumanti italiani brillano Alta Langa e Asti
Se nel 2024 da record per gli spumanti italiani, il grande protagonista, come da anni accade, è stato il mondo Prosecco, a crescere è tutto il movimento spumantistico italiano. E non fa eccezione il Piemonte, con la piccola, ma sempre più rampante denominazione dell’Alta Langa Docg, che lancia anche novità in vista del 2025, come “Alta Langa Academy”, una piattaforma didattica on line con docenti di alto livello per consentire a tutti di imparare quello che c’è da sapere sul territorio ed i suoi vini, ma anche con la storica denominazione dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg, che hanno chiuso il 2024 con numeri positivi. Parla di vendite in aumento del +10% sul 2023, infatti, il Consorzio dell’Alta Langa Docg guidato da Mariacristina Castelletta, e che cresce anche nella sua base produttiva, con 85 case spumantiere associate, 455 ettari di vigneto tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo, coltivati per due terzi a Pinot Nero ed il resto a Chardonnay, da cui sono nate 3,2 milioni di bottiglie dalla vendemmia 2023, con un mercato fatto per l’85% dall’Italia e per il 15% dall’export. Ma è positivo anche il bilancio della produzione di Asti Spumante e Moscato d’Asti, “che a fine 2024 supera il tetto di 90 milioni di bottiglie in linea con la performance dell’anno precedente”, spiega il Consorzio.
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Cronaca
Washington Dc, lo Stato Usa che beve più vino
Gli Usa, mercato n.1 del vino italiano, sono a loro volta composti da 50 Stati diversi, per regole commerciali, popolazione, clima, ricchezza, cultura del vino e del cibo, e non solo. E grandi sono le differenze anche nei consumi pro-capite di vino, come rivelate dal “2023 Wine Handbook”. Primo in classifica è Washington Dc, Stato della capitale, con 31,2 litri di vino consumati; secondo il New Hampshire con 23,3 litri, terzo il Vermont con 22,4. Tra gli “Stati produttori” il miglior piazzamento è per la California (settima).
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Roma Doc
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Wine & Food
I primi vini dell’anno nel calice sono quelli dei “piccoli grandi” vignaioli italiani: gli eventi
I primi vini dell’anno nel calice sono quelli dei “piccoli grandi” vignaioli italiani, con la Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti che presenta a Milano il docufilm “Gradi. Il vino italiano ai tempi del cambiamento climatico” prodotto con Will Media (in anteprima ai media, il 13 gennaio a Il Cinemino), con le nuove annate degli Appennino Toscano - Vignaioli di Pinot Nero ad “Eccopinò” a Scarperia e San Piero nel Mugello (per media ed operatori, il 13 gennaio allo Spazio Brizzolari), e con “ViniVeri Assisi”, con i produttori dei vini secondo natura del Consorzio ViniVeri protagonisti nella città simbolo di spiritualità e rispetto per la natura (13 gennaio, Hotel Valle di Assisi) e ne “Le Cene con i Vignaioli di ViniVeri” nelle osterie dell’Umbria (12 gennaio). Sono questi solo alcuni dei tantissimi eventi segnalati nell’agenda WineNews.
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Castello del Terriccio
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Masottina
WineNews.tv
Nei mercati del Nord del mondo dominano i vini rossi, ma crescono bianchi e spumanti
Voci e visioni di mercati che, come tutti gli altri del mondo, stanno cambiando, come Svezia, Finlandia, Norvegia e Canada, tra trend di consumo, monopoli e scenari sempre più complessi, tracciati da importatori, mercati e giornalisti. A WineNews le indicazioni di Gad Petterson di Systemobolaget (Svezia), Saija Kovalainen di “Social Wines” (Finlandia), Marius Odland di “Nordic Wine, Beer & Spirits As” (Norvegia) e Michaela Morris di “Decanter” (Canada).
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