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WineNews
N. 3.592 - ore 17:00 - Giovedì 19 Gennaio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
La corsa delle bevande “no & low alcol”
Che piaccia o no all’industria del vino, la categoria delle bevande alcoliche a basso tenore di alcol, o le loro versioni alcol free, come la birra, continuano a conquistare mercato. Secondo uno studio su 10 tra i principali mercati del mondo, firmato dall’Iwsr, sotto la spinta crescente della domanda, la categoria delle bevande low alcol ed alcol free ha raggiunto un giro d’affari di 12 miliardi di dollari, con una crescita aggregata del 5% all’anno tra il 2018 ed il 2022, ed una tasso di aumento previsto, fino al 2026, di un ulteriore +7%. Il vino in questa corsa avrà una parte da comprimario: il 70% della crescita sarà appannaggio di birra e sidro.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Il vino saprà farsi trovare pronto anche in caso di recessione, ma preoccupa il calo dei consumi
Il momento, per l’economia globale e per il mondo del vino, è delicato e complesso, e per capire come affrontare il 2023, e possibilmente uscirne indenni, è importante non avere paura di analizzare dati e tendenze, siano essi positivi o negativi, come fa, ogni anno, il report “State of the US Wine Industry” firmato - anche nell’edizione 2023 - da Rob McMillan, fondatore della Silicon Valley Bank Wine Division, che offre una lettura - per quanto legata essenzialmente alla realtà del vino Usa - utile a tutto il mondo produttivo. Il primo aspetto positivo, che meriterebbe forse maggiore attenzione, è che il segmento premium del settore vino, dopo le difficoltà del 2020, sta andando benissimo, facendo segnare, secondo i dati raccolti dalla Silicon Valley Bank, una crescita decisamente solida, pari al +9,7% sul 2021. L’aspetto più difficile da affrontare, invece, è che l’industria del vino, nel suo complesso, non è all’altezza del momento. La fascia dei vini sotto i 15 dollari a bottiglia continua a perdere quote e, di conseguenza, si va, per il secondo anno consecutivo, verso un ulteriore calo dei volumi acquistati. Ciò che preoccupa maggiormente gli imprenditori e gli addetti ai lavori, però, è il contesto economico, con la paura di una recessione che sembra dietro l’angolo, per quanto dal vertice di Davos trapeli un certo ottimismo in questo senso. Nella peggiore delle ipotesi, comunque, ci sarebbe ben poco da fare per scongiurare una dinamica recessiva. Che - e qui sta la buona notizia - troverebbe comunque il settore del vino in un momento (al netto delle oggettive difficoltà, comuni ad ogni altro settore economico) ottimale. A differenza di quanto accaduto nel 2000 e nel 2001, e in generale con ogni recessione dagli anni Ottanta ad oggi, le ultime vendemmie, quantitativamente, sono state tutt’altro che eccezionali, e questo vuol dire che le cantine californiane (così come quelle francesi, un po’ meno quelle italiane) potrebbero affrontare la crisi con scorte di cantina equilibrate alla contingenza e alle richieste di un mercato che deve fare fronte al costante calo dei consumi globali, scongiurando la possibilità di un tracollo del prezzo medio (in approfondimento i trend positivi e negativi per il 2023).
Approfondimento su WineNews.it
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Alcol & salute, la scelta del Canada
Mentre in Europa infuria il dibattito sul tema “alcol e salute”, ampiamente approfondito su WineNews in questi giorni, anche dopo il via libera dell’Irlanda agli “healt warning” nelle etichette di tutte le bevande alcoliche, vino incluso, dal Canada arriva la notizia che Healt Canada, l’agenzia governativa che si occupa della salute pubblica, ha emanato delle linee guide che raccomandano ai canadesi di limitarsi a due drink alcolici a settimana. Con il Canadian Centre on Substance Use & Addiction che commisura un drink ad una bottiglia di birra o sidro da 341 ml, con un tasso alcolico del 5%, ad un bicchiere di vino da 142 ml con il 12% di alcol, o a uno shot di liquore da 43 ml e un tasso alcolico del 40%. Una netta riduzione rispetto alle precedenti linee guida del 2011, con il consumo, e non l’abuso, sotto la lente (in approfondimento).
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Focus
Nel 2022 eWibe chiude con una crescita del 10,7%
Gli ultimi due mesi del 2022 sono stati tutt’altro che scoppiettanti per il mercato dei fine wines, capace, comunque, di mettere in archivio un altro anno di crescita: il Liv-ex 100 ha guadagnato il 6,9%, il Liv-ex 1000 il 13,1% e l’Italy 100 il 9,2%. Un trend confermato anche dal +10,7%, nei 12 mesi del 2022, registrato dall’indice eWibe Market - parte dell’Osservatorio di eWibe, live market dei vini pregiati che fotografa con cadenza mensile le principali tendenze in atto sul mercato dei vini da investimento - che include tutte le principali etichette da investimento dei Paesi più rappresentativi del settore. Un dato che consolida il trend positivo che ha interessato questa passion asset negli ultimi dieci anni, periodo in cui i vini pregiati hanno evidenziato una crescita aggregata complessiva del 94,1%. Performance sostenute, su eWibe, dalla crescita esponenziale dei volumi e dei valori delle transazioni, su cui spiccano le tre etichette che hanno incrementato maggiormente il proprio valore: Chateau Pavie 2014 (+85,7%), San Leonardo 2017 (+76,3%) e Le Pergole Torte Montevertine 2013 (+61%). Quelle che hanno riscosso maggiore successo in termini di vendite sono state invece Sassicaia 2019, Bartolo Mascarello 2016 e Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2008.
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Cronaca
Una “vendemmia e mezzo” in cantina
Il 2022 delle cantine italiane si è chiuso con più o meno “una vendemmia e mezzo” custodita tra botti, cisterne e barrique: al 31 dicembre 2022, infatti, i dati delle giacenze del report “Cantina Italia” su dati raccolti dall’Icqrf, pubblicato dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, parlano di 64,9 milioni di ettolitri di vino in cantina (+5% sul 31 dicembre 2021). Il 51,7% del vino detenuto è a Dop, il 27,5% a Igp, con 20 denominazioni sulle 526 totali italiani che contribuiscono al 50,4% del totale delle giacenze. 
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Wine & Food
Ocm vino, 323,8 milioni di euro all’Italia per la campagna 2023/2024. Sicilia la più “ricca”
Anno nuovo, Ocm vino nuova. Con 323,8 milioni di euro in dotazione di fondi europei per il settore, per la campagna 2023/2024, di cui 144,1 per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, 98 per la promozione sui mercati dei Paesi esteri (di cui 68,6 gestiti dalle Regioni e 29,4 a livello nazionale), 57,6 per gli investimenti, 19,2 per la distillazione dei sottoprodotti della vinificazione, e 4,8 per la vendemmia verde. Così si legge nel Decreto 23.313 del 18 gennaio 2023 del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, che contiene la ripartizione dei fondi per capitoli di spese e per Regioni. Guardando alle singole Regioni, la Sicilia è quella più “ricca”, con una dotazione totale di 52 milioni di euro, seguita dal Veneto con 37,8, dalla Puglia con 28,8, dalla Toscana con 28,1, dall’Emilia Romagna con 27 e dal Piemonte con 19 milioni di euro.
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Il vino come “facilitatore” di relazioni umane, motore dell’Eros, inteso come convivialità
“Il vino è uno strumento che stimola l’amicizia, il suo consumo moderato aiuta a relazionarsi, si dice “in vino veritas”, importante è non esagerare. Il vino ha la sua storia, e per le malattie cardio e celebro vascolari in determinate condizioni può avere anche un ruolo protettivo e preventivo. Dire categoricamente che non si deve mangiare questo o quello, o che non si deve bere, è un messaggio che non è corretto”.
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