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WineNews
N. 3.737 - ore 17:00 - Giovedì 29 Giugno 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Venti anni per l’“Art Park La Court”
È stato tra i primi progetti, creativi e visionari, che in Italia hanno unito il vino all’arte, in una cornice paesaggistica oggi Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco: l’“Art Park La Court”, ideato da Michele Chiarlo, celebra i suoi primi 20 anni. Si tratta del più esteso museo a cielo aperto in vigna, in cui arte, paesaggio e vino dialogano ininterrottamente, offrendo ai visitatori un’esperienza unica di land art. Il Parco, situato a La Court, “chateaux” dei Chiarlo in Monferrato, festeggia l’importante traguardo con la release dell’annata 2020 del Nizza Docg Riserva La Court, celebre etichetta che ha fatto la storia della denominazione del Nizza.
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Primo Piano
Usa, mercato del vino in calo nel 2022, e nel 2023. Ma non sopra i 15 dollari a bottiglia
Per il vino italiano, un Usa, il 2023 è partito abbastanza bene, con esportazioni che, nel primo trimestre sullo stesso periodo 2022, sono cresciute in valore del +10,7%, a 446 milioni di euro, come rilevato dai dati Istat analizzati da WineNews. Ma quello che per il Belpaese è il primo mercato straniero, e che per il mondo è il primo mercato in assoluto per consumi di vino, è in rallentamento, ed è una aspetto di cui non si può non tenere conto. Così come del fatto che, in un quadro di calo complessivo, la fascia dei vini sopra i 15 dollari a scaffale continua a crescere. “Dopo 27 anni di crescita consecutivi, nel 2022 i volumi dell’industria vinicola sono diminuiti per il secondo anno consecutivo. E a causa delle pressioni inflazionistiche, della forte concorrenza degli alcolici di alta gamma e della continua proliferazione dei “ready to drink”, si prevede che il mercato anche nel 2023 sarà in calo”. A dirlo le anticipazioni dello “The U.S. Wine Market: Shanken’s Impact Databank Review & Forecast” della casa editrice di “Wine Spectator”, in uscita a luglio. Che sottolinea come, anche se negli ultimi anni il settore è stato duramente colpito dalla pandemia, dai dazi e dai problemi legati alla catena di approvvigionamento, i vini con un prezzo di 15 dollari e più a bottiglia hanno contrastato la tendenza al ribasso e continuano a superare i marchi meno costosi. Il Prosecco La Marca di Gallo è il top brand per vendite nella fascia degli oltre 15 dollari a bottiglia, sia in termini di volume che di valore, mentre Meiomi di Constellation Brands è il vino americano premium-plus più venduto, secondo il rapporto di Impact Databank. Nel 2022 si sono registrati aumenti a due cifre per i marchi californiani da 15 dollari in su, Decoy di Duckhorn e Bread & Butter, nonché per il neozelandese Whitehaven. Ma secondo Impact Databank, altri marchi di fascia alta al di sopra della soglia delle 500.000 casse che hanno registrato aumenti a due cifre lo scorso anno sono stati i californiani Daou e Sonoma-Cutrer, il francese Gerard Bertrand e l’italiano Ruffino Prosecco, della realtà italiana del gruppo Constellation Brands. Ma tra i top brand di importazione in crescita, con volumi oltre le 500.000 casse da 9 litri, ci sono anche Mionetto, a +7,9%, e Santa Margherita, a +3,8%.
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SMS
Ocm Promozione, appello di Confagricoltura
Seppur in grande ritardo, e con una prospettiva di scadenze che facilmente si concentreranno intorno a Ferragosto, periodo critico per le cantine, tra vendemmia alle porte e ferie, come riportato da WineNews, il Ministero dell’Agricoltura ha pubblicato il decreto che porterà all’apertura del bando vero e proprio per accedere alle risorse per i programmi di promozione nei Paesi Terzi dell’Ocm Vino. “Diventa urgente la pubblicazione dell’avviso nazionale che definisce annualmente le modalità attuative del decreto, senza il quale non è possibile avviare la procedura di presentazione dei progetti”, è l’appello di Confagricoltura, che conta tra le sue fila anche tanti nomi di primo piano del vino italiano. “Auspichiamo un coinvolgimento dei rappresentanti delle imprese per un confronto diretto su aspetti operativi e procedurali”.
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Focus
L’AI anche nel mondo del vino? È sempre più diffusa
É uno dei temi più attuali e controversi a livello planetario: per i suoi detrattori, l’intelligenza artificiale sconvolgerà irrimediabilmente le nostre vite, mentre per i suoi sostenitori le cambierà in meglio. Intanto, l’AI sta entrando anche nel vino: alcune aziende nel mondo la stanno già sperimentando. La cantina australiana Treasury Wine Estates, con sede a Melbourne (una delle più grandi aziende vinicole del mondo), l’ha utilizzata per creare un sito web in cui promuovere le proprie offerte e vendite speciali: lanciato a marzo, The Wine Event è ben lungi dall’essere un sito-brochure, ma si presenta dinamico e costantemente aggiornato. Intanto, in Francia, è già nato il primo vino al mondo frutto di una collaborazione con ChatGPT: si chiama The End ed è firmato dai due viticoltori della Languedoc Roussillon, Anthony Aubert e Jean-Charles Mathieu (Aubert & Mathieu). Prodotto in 600 bottiglie, è stato creato grazie ai suggerimenti dell’interfaccia di intelligenza artificiale sulle uve, la vinificazione e l’assemblaggio, ma anche sul nome ed il prezzo a cui venderlo. Invece in Argentina l’azienda vinicola Cimarrón Wines è stata una delle prime nel mondo ad utilizzare l’intelligenza artificiale nello sviluppo dell’etichetta del proprio vino, Entre Gallos y Medianoche.
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Cronaca
Le “Schiava dell’anno” 2023
Da Manincor ai Produttori Merano, dalla Cantina Tramin ad Ansitz Waldgries (premiata anche dal pubblico), da Seeperle a Tiefenbrunner, da Fliederhof alla Cantina Bolzano: ecco le cantine incoronate nel “Trofeo Schiava dell’Alto Adige” n. 20, promosso da Ulrich Ladurner, Othmar Kiem e Günther Hölzl, nei giorni scorsi, nella cornice del prestigioso design-hotel Vigilius Mountain Resort tra le vette del Monte San Vigilio a Lana, dove una selezionata giuria di esperti (tra cui WineNews) ha eletto le migliori “Schiava dell’anno” 2023.
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Wine & Food
Gdo, cambio al vertice dei big: Maura Latini presidente di Coop Italia, Pugliese lascia Conad
La gdo del Belpaese affronta più di altri settori il tema dell’inflazione e del cambiamento dei consumi. E lo fa anche ridisegnando le governance dei suoi principali player. Come Coop Italia, colosso che nel 2023 ha raggiunto un volume di vendite di 14 miliardi di euro (+6,4% sul 2021), di cui oltre il 90% relative al comparto alimentare, con un 2023 partito a +12,8%, grazie al traino del Prodotto a Marchio Coop, e che ha visto salire alla presidenza Maura Latini, già ad, e Domenico Brisigotti nel ruolo di direttore generale. Diverso il percorso intrapreso da Conad (Consorzio Nazionale Dettaglianti), colosso da 18,2 miliardi di euro nel 2022, secondo i dati di preconsuntivo. Chiusi i rapporti con l’ex ad Francesco Pugliese, la guida del gruppo è in mano al neo presidente Mauro Lusetti (ex Coop) ed al direttore generale operativo, Francesco Avanzini.
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Nomisma: nel paniere dei prodotti certificati bio esportati dall’Italia cresce il peso del vino
“Nell’ultimo decennio, l’export dell’alimentare bio made in Italy è cresciuto di oltre il 180%, e il peso del settore nelle esportazioni agroalimentari è passato dal 4% al 6%, per un valore di 3,4 miliardi di euro. Nel paniere di prodotti certificati bio esportati dall’Italia, il vino ha un ruolo di primo piano: rappresenta il 19%, per un valore di 626 milioni di euro, a +18% nel 2022 sul 2021”. L’analisi, a WineNews, di Emanuele Di Faustino, Head of Industry & Retail Nomisma: “Germania, Paesi Scandinavi, Usa, Canada e Giappone i mercati del futuro”.
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