Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.348 - ore 17:00 - Venerdì 14 Novembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | Frena ancora l’export del vino italiano. I dati Istat, analizzati da WineNews e aggiornati ad agosto 2025, nel confronto con i primi 8 mesi 2024, emettono un verdetto negativo del -1,9% in valore (dal -0,9% di luglio), a 5 miliardi di euro, recuperando qualcosa in volume, ma restando in terreno negativo (-2,9% contro il -3,4% di luglio), a 1,37 miliardi di litri. Decisivo il dato degli Stati Uniti dove le esportazioni frenano nettamente: 92,5 milioni di euro ad agosto 2025 contro i 132,4 milioni di euro di agosto 2024, con un crollo che arriva al -30,1%. Nei primi 8 mesi dell’anno siamo a 1,21 miliardi di euro (-3,2% sullo stesso periodo 2024) ed a 228,3 milioni di litri (-2,2%). | |
|
| | Che sul mercato di qualsiasi merce, vino compreso, al netto dei trend generali, ci siano realtà che hanno risultati migliori e altre che soffrono di più, è la regola. Ma, se sarà tutta da verificare dopo la chiusura di un 2025 marchiato dai dazi Usa, in un mercato fondamentale per il vino italiano, intanto, si è confermata anche in un 2024 del vino che, in generale, pur in mezzo ad una “tempesta perfetta” fatta di difficoltà economiche in tutto il mondo, guerre, salutismo, invecchiamento demografico e calo dei consumi generale, ha visto una lieve crescita. Ma non per tutti, appunto. A metterlo nero su bianco, è l’annuale report sui bilanci delle imprese del vino, stilato da Studio Impresa - Management DiVino, in partnership con la storica rivista Uiv (Unione Italiana Vini) “Il Corriere Vinicolo”. Se è vero che l’ultimo esercizio si è chiuso con un complessivo +2% di ricavi (+0,7% al netto dell’inflazione) sui risultati 2023 e con un Ebitda al 10,5% in miglioramento del 7,4%, 415 imprese sulle 877 analizzate hanno perso redditività. E le performance sembrano variare soprattutto in base alla dimensione delle imprese. Stando allo studio - presentato, oggi, all’Università di Verona e pubblicato integralmente su “Il Corriere Vinicolo” (n. 36) - a registrare i risultati migliori (+8,4% l’aumento sui volumi dei ricavi nel triennio 2022-2024) sono le grandi imprese con più di 50 milioni di euro di ricavi che, pur rappresentando solo il 6,27% del campione, realizzano oltre la metà dei 13,4 miliardi di euro complessivamente registrati dall’indagine per il 2024. Seguono in terreno positivo le imprese con dimensioni di vendita comprese tra i 20 e i 50 milioni di euro (+4,5%), mentre diminuiscono molto (-9,9%) le aziende della fascia compresa tra 10 e 20 milioni di euro. Le imprese sotto i 10 milioni di euro, pur arginando le perdite nel triennio, rappresentano il 71% del campione, ma esprimono solo il 17% dei ricavi del comparto. Una correlazione, quella tra dimensioni e reattività alle sfide del mercato, che si registra anche in termini di redditività: le dinamiche sull’Ebitda risultano quasi proporzionali alla dimensione delle imprese, con le piccole che perdono terreno anche sul fronte dei margini (dettagli e commenti in approfondimento). | |
|
| | Bordeaux, tra i grandi territori del vino mondiale, alle prese anche con una crisi profonda, torna, però, sul tetto del mondo: il Margaux 2022 di Château Giscours, Grand Cru Classé, è il vino dell’anno, il n. 1 della “Top 100” 2025 di “Wine Spectator”, la più influente classifica del wine business, che ha così concluso, oggi, il countdown delle prime 10 posizioni, mentre la classifica completa sarà rivelata lunedì 17 novembre. Una “Top 10” che, come abbiamo raccontato in questi giorni, vede tanta California, un po’ di Francia, Cile e due cantine italiane (Produttori del Barbaresco al n. 7 e Castello di Ama al n. 9). Nell’edizione 2024 furono 20 i vini italiani in totale (di cui ben 14 dalla Toscana), con il Belpaese con la rappresentanza più numerosa, dopo i “padroni di casa” degli Usa. | |
|
| | | Si occupano di tutto il ciclo produttivo, dal vigneto - 10 ettari in media - alla cantina, dall’imbottigliamento alla commercializzazione, custodendo e promuovendo i loro territori, tra i più “fragili” e a rischio spopolamento in Italia, dove l’agricoltura è la principale fonte di reddito: sono i piccoli produttori del Belpaese, protagonisti del “Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti” della Fivi, edizione n. 14, a BolognaFiere (15-17 novembre), con al centro il vino di qualità e di territorio, e oltre 8.000 etichette di 1.000 vignaioli di tutta Italia, 3 delegazioni di vignaioli europei e 28 olivicoltori. E, domani, con la “Notte bianca della ristorazione”, la festa si estenderà ad oltre 60 locali di Bologna e provincia. Ad arricchire il programma, le masterclass su “Vino, vigne, vignaioli: una storia di famiglia” con Alma, il Centro per l’alta formazione in cucina e l’ospitalità, fondato da Gualtiero Marchesi, a Colorno. E verrà reso omaggio anche ai vincitori del Premio “Vignaiolo come noi”, assegnato quest’anno allo scrittore bolognese Enrico Brizzi, e del Premio “Leonildo Pieropan”, dedicato alla memoria di uno degli storici fondatori della Fivi, a Paolo De Marchi, artefice della straordinaria storia di Isole e Olena in Chianti Classico, e oggi vignaiolo in Alto Piemonte con il figlio Luca. | |
|
| | | Dall’Asti in campo con Jannik Sinner alle Nitto Atp Finals a Torino (fino al 16 novembre), dove ci sono anche “La Vendemmia a Torino” & “Portici Divini” (fino al 23 novembre), alla masterclass & dinner con Château d’Yquem da Simonit & Sirch a Capriva del Friuli (17 novembre); da “Vitae in deguStazione”, con i vini della “Guida Vitae” 2026 dell’Ais-Associazione Italiana Sommelier e il “Miglior Sommelier d’Italia - Premio Trentodoc” (domani), ai 30 anni dell’Igt Toscana con il Consorzio Vino Toscana, entrambi a Firenze (19 novembre), sono tanti gli eventi nell’agenda WineNews. | |
|
| | Come accade ormai da qualche anno, sarà Wine Paris, di scena dal 9 all’11 febbraio 2026 a Parigi, ad aprire l’anno delle grandi fiere europee del vino. Con l’Italia grande protagonista in terra di Francia. “L’Italia conferma il suo ruolo strategico a Wine Paris, registrando, dal 2019, un’importante crescita: la sua superficie espositiva si è moltiplicata per 4,5. Nel 2026 - spiega Vinexposium, che organizza Wine Paris - l’Italia ha registrato un altro aumento del +25% di superficie sul 2025, confermandosi il primo Paese espositore dopo la Francia. Con circa 30 partecipazioni collettive e tutte le principali regioni vinicole del Paese, l’Italia si distingue come protagonista dell’edizione 2026. Riunisce sia cantine emblematiche - come Masi, Tua Rita, Tenuta San Guido, Gaja, Allegrini e Piccini - sia nomi nuovi come Ethica Wines, Sacchetto, Fratelli Martini, Secondo Luigi e Istituto Grandi Marchi” ... | |
|
| | | Geopolitica, economia, dazi Usa, salutismo: il momento anche per il vino italiano è complesso, e si riflette sui mercati e nei consumi. Ad analizzarlo, con WineNews, sono imprenditori e manager di alcuni dei più grandi gruppi italiani, da Andrea Conzonato, ad Herita Marzotto Wine Estates, a Marcello Lunelli, vicepresidente Ferrari Fratelli Lunelli, da Lamberto Frescobaldi, presidente del Gruppo Frescobaldi, a Federico Girotto, ad Masi Agricola. Tra le indicazioni che più accomunano la loro visione c’è l’importanza della comunicazione. | |
|
|
|