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WineNews
N. 4.252 - ore 17:00 - Mercoledì 2 Luglio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Valpolicella, territorio in equilibrio
Nonostante un mercato del vino in difficoltà, soprattutto per i vini rossi, la Valpolicella, i cui vini muovono un giro di 600 milioni di euro, tiene ed è in equilibrio. Con un vigneto stabile a 8.621 ettari, di cui il 41% “green”, tra bio e produzione integrata, con un riassetto tra le diverse tipologie: meno Amarone (13,9 nel 2024, -2,2% sul 2023), meno Ripasso (oltre 18 milioni di bottiglie, -8%), più Valpolicella, vino più “fresco” e versatile del territorio (17 milioni di bottiglie, +5%). A dirlo il “Valpolicella annual report” 2025 del Consorzio Vini Valpolicella, presentato al via di “Venezia Superiore”, oggi nella città della Laguna.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Michel Rolland a tu per tu con WineNews: parla l’enologo più influente degli ultimi 60 anni
Il vino dealcolato che “non è vino”, la crisi dei consumi che non va drammatizzata, la questione del ribasso dei prezzi, a partire da Bordeaux, che non deve essere drammatizzata se si passa da 400 a 300 euro a bottiglia, mentre, ovviamente, è più pesante se si parla di vini da pochi euro, dove il margine è già bassissimo: ecco alcuni dei tanti spunti, lanciati a WineNews, come ormai è consuetudine, da Michel Rolland (il testo completo in approfondimento), semplicemente, l’enologo più influente della sua epoca, che in sessanta anni di carriera vissuti da protagonista ha nobilitato il ruolo stesso dell’enologo, e cavalcato in prima linea i decenni in cui il grande vino è diventato desiderio e simbolo delle élites del mondo, dalla sua Bordeaux, prima, ma passando anche per California, Argentina, Cile ed Italia, con consulenze e collaborazioni come quelle con la Caprai, leader ed autentico faro del territorio del Sagrantino di Montefalco, la meravigliosa Tenuta di Biserno a Bolgheri, che ha riunito i tre Antinori (Piero, Lodovico e Ilaria, oggi condotta da Niccolò Marzichi Lenzi), o la nuova star bolgherese, Tenuta del Nicchio di Lodovico Antinori e della figlia Sophia, o, ancora, quelle passate per realtà come Ornellaia e Masseto, oggi di proprietà della famiglia Frescobaldi, ancora a Bolgheri. E, allora, partendo da uno dei temi del momento, ecco il suo pensiero sul vino dealcolato. “Se ne parla parecchio, è una moda. Il problema è che non è vino, e non essendo vino non mi interessa. È una bibita, e devo dire che ci sono delle bibite che sono ben migliori del vino senza alcol, quindi se parliamo di business è un conto, ma se si deve bere vino, non può essere senza alcol”. Ma Rolland è lapidario anche sul tema della crisi del settore. “Succede sempre in periodi di instabilità geopolitica. Può essere che i giovani bevano meno alcol, ma consumano vini di qualità migliore, quindi, per i produttori di vino di qualità, non è un grosso problema. Si stanno estirpando le vigne, ma quelle meno buone, e per me non c’è niente di male. Non voglio dire che la situazione sia soddisfacente, ma non penso che ci troviamo di fronte ad un problema insormontabile. Il trend del consumo è al ribasso, ma nel mondo si consumano ancora oltre 200 milioni di ettolitri di vino: per chi fa qualità c’è ancora posto ...”, dice Rolland.
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Se il vino novello si fa con l’azoto
Un tempo grande rito autunnale e di massa, il vino novello è una tradizione ormai ridotta al lumicino. Basti pensare che se intorno al 2008-2009 si parlava di una produzione di 17 milioni di bottiglie, ora, secondo i dati Coldiretti, siamo a meno di 3. Eppure, si prova a guardare al futuro di questo peculiare vino, con l’Università di Pisa che, con una ricerca condotta nella cantina sperimentale dell’Ateneo a San Piero a Grado, “dimostra che l’azoto è un’alternativa ecologica e sicura alla classica macerazione carbonica, con benefici per la qualità del vino”. In particolare, secondo lo studio, pubblicato sulla rivista “Food Chemistry”, la macerazione in atmosfera di azoto porterebbe “più sicurezza e sostenibilità nelle cantine, per un vino novello con caratteristiche nutrizionali migliori” ...
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Focus
È l’era della leggerezza, che (da sempre) fa rima con Lambrusco
La “leggerezza”, oggi, quando si parla di tavola, tanto nel piatto quanto nel calice, sembra essere una delle qualità più ricercate dai consumatori contemporanei. Qualità che un vino come il Lambrusco, nelle sue tante sfaccettature e versioni, incarna da sempre, accompagnata ad una evoluzione qualitativa importante di questo vino, negli ultimi anni. Leggerezza che è stata il filo rosso del “World Lambrusco Day” 2025, andato in scena, nei giorni scorsi, in una location peculiare, le vette del Monte Bianco, con grandi chef, sommelier e non solo, con il Lambrusco protagonista, affiancato da un’altra eccellenza dell’Emilia Romagna, come il Parmigiano Reggiano, ed i prodotti della Regione Val d’Aosta. Una kermesse firmata dal Consorzio di tutela Lambrusco, che rappresenta un “universo” di 6 denominazioni tra Modena e Reggio Emilia, per una produzione di 40 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc (a cui si aggiungono 100 milioni di Igt), che hanno però come tratto comune, appunto, la leggerezza. Che sembra vincente, come hanno raccontato (in approfondimento) gli chef stellati Heinz Beck e Paolo Griffa, il sommelier Pascal Tinari, il Master of Wine Gabriele Gorelli, ed i produttori Cecilia Lombardini (Ca’ Cecilia Lombardini) e Alessandro Medici (Medici Ermete).
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Cronaca
Veneto, insieme per la bellezza
Una collaborazione che nasce da valori condivisi e da un amore profondo per la bellezza, con l’obiettivo di raccontare l’anima delle colline asolane, dove natura, cultura e identità si intrecciano: in Veneto il Consorzio Asolo Montello Prosecco Superiore Docg sigla un accordo triennale con Fondazione Canova Onlus e ne diventa sponsor. L’Asolo Prosecco Superiore Docg sarà il vino ufficiale degli eventi della Gypsotheca Antonio Canova di Possagno: nelle occasioni speciali, gli ospiti saranno accolti da un calice di Asolo Prosecco Superiore Docg.
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Wine & Food
“Premio Letterario Mandrarossa - La Sicilia che non ti aspetti” a Titti Marrone
È la scrittrice napoletana Titti Marrone, autrice del romanzo “Primmammore” edito da Feltrinelli, la vincitrice dell’edizione n. 1 del “Premio Letterario Mandrarossa - La Sicilia che non ti aspetti” voluto dall’azienda vitivinicola Mandrarossa, il brand di Cantine Settesoli con i vigneti sul mare, a Menfi, per unire vino e letteratura e che per la selezione dei libri ha coinvolto le librerie indipendenti delle Capitali della Cultura dal 2015, più Roma, Milano e Napoli. E che, in occasione della premiazione nella Valle dei Templi di Agrigento, nei giorni scorsi, ha offerto lo spettacolo “Il romanzo della Bibbia”, adattamento teatrale del libro di Aldo Cazzullo - che presiede la giuria del premio (e che, con WineNews, ha parlato proprio di vino e letteratura in un’intervista online, ndr), con Moni Ovadia per “Agrigento Capitale Italiana della Cultura” 2025.
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Consorzio Vini di Romagna
WineNews.tv
“Il turismo Dop offre un’esperienza e favorisce le visite alle zone più interne del Paese”
WineNews è con Daniela Santanché, Ministra del Turismo della Repubblica Italiana, incontrata alla presentazione del primo Rapporto Turismo Dop di Fondazione Qualivita ed Origin Italia, a Roma: “il turismo Dop mette al centro l’esperienza, che è ciò che i turisti oggi chiedono. E poi ci permette di far arrivare i turisti nelle zone interne d’Italia, mostrando loro, anche grazie ai Consorzi, i luoghi di produzione dei prodotti e offrendo loro un’esperienza ed i meravigliosi paesaggi naturalistici che abbiamo”.
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