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WineNews
N. 3.700 - ore 17:00 - Lunedì 8 Maggio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Ecco gli “Oscar del Vino 2023”
Da Banfi a Donnafugata, da Marchesi di Barolo a Biondi Santi, da Marisa Cuomo a Terlano, da Enrico Serafino a Cantine del Notaio: ecco le cantine, grandi griffe del vino italiano e punti di riferimento dei loro territori, insignite degli “Oscar del Vino 2023”, premio storico ideato da Franco Ricci, presidente Fis (Fondazione Italiana Sommelier) e Bibenda. I vini premiati (in approfondimento) sono stati votati “live”, sabato 6 maggio a Roma, tra quelli selezionati dall’“accademia”, dopo “la lectio magistralis” di Angelo Gaja, produttore simbolo delle Langhe e dell’Italia del vino (anche lui premiato con l’“Oscar”, una sorta di Lifetime Achievement).
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Primo Piano
Nel primo trimestre 2023 giù le vendite del vino italiano sugli scaffali di Uk, Usa e Germania
Per il vino italiano il primo trimestre 2023 sui canali retail di Usa, Uk e Germania si chiude con saldi negativi (-4% a volume e -1% a valore). Uno stop, quello rilevato dalle ultime elaborazioni dell’Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly (su base NielsenIQ), che fa il paio con il risultato a marzo delle vendite allo scaffale in Italia (-6,1%), e che appesantisce le cantine italiane anche sul fronte delle giacenze, a +5,1%, con le Dop a +8,6%. A soffrire maggiormente sono, a sorpresa, gli spumanti: a fronte di volumi in calo del 3% per i vini fermi (814.000 ettolitri), gli sparkling arrivano a -5% (245.000 ettolitri), con picchi negativi in Uk (-10%) e Germania (-6%), mentre negli Usa per ora si viaggia ancora in terreno moderatamente positivo (+1%). Sui vini fermi, invece, il calo più vistoso viene marcato proprio dagli Stati Uniti (-9%), mentre Londra limita le perdite a -1% e Berlino segna stallo. A valore, complici i listini in aumento a causa del surplus dei costi produttivi, il saldo generale dice -1% (1 miliardo di euro). Guardando i dati di vendita delle principali tipologie di vino è in molti casi sempre più evidente il segno della crisi del potere di acquisto. Ad aumenti di prezzo, anche non eclatanti, viene infatti associata quasi automaticamente una decrescita delle vendite, con la ricerca di prodotti alternativi/similari e più economici: sul mercato tedesco questa equazione vale, per esempio, per Chianti Classico e Chianti o per il Primitivo, oltre che per gli spumanti italiani, dove al Prosecco viene preferito lo sparkling tedesco o altri prodotti italiani a costo contenuto. Sul mercato americano, i dati negativi abbracciano tutte le principali produzioni italiane: dal Pinot grigio al Lambrusco, dal Chianti ai rossi piemontesi e toscani. In Uk, precipitano le vendite di vini - perlopiù toscani - a base Sangiovese e quelle di Pinot Grigio private label, arrivato a costare più della versione a marchio aziendale, ma sono in forte calo anche quelle di Prosecco, sia marchio proprio che del distributore, mentre tengono quelle del Rosé. Per Paolo Castelletti, segretario generale Unione Italiana Vini (Uiv), “il comparto è doppiamente frustrato: da una parte i consumatori alle prese con la pressione inflazionistica, dall’altra le imprese devono fronteggiare un surplus di costi produttivi senza precedenti”.
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I trend del cibo, da Tuttofood
I trend del cibo e i problemi del commercio, con un consumo sempre più divaricato tra chi può spendere e guarda solo a qualità ed a prodotti premium, e chi deve fare economia, ed anche in tavola, guarda soprattutto al prezzo di quello che acquista e mangia, scenario complesso in cui si innestano trend come la crescita dei prodotti di nicchia, del “seafood sostenibili”, la curiosità per novità legate al mondo della pasta, ma anche della frutta conservata “green”: argomenti al centro di Tuttofood, di scena dall’8 al 10 maggio a Milano. Vetrina di una filiera che non solo ha superato i 62 miliardi di euro nel 2022, ma che, ricorda Coldiretti, con un valore complessivo di 580 miliardi di euro vale un quarto del Pil italiano, ma ha davanti tante sfide, dall’Italian Sounding alle novità in arrivo dalla nuova “direttiva imballaggi”, ai cibi “sintetici”, e non solo ...
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Focus
Liv-ex, aprile certifica la frenata strutturale dei fine wine
Dopo un lungo periodo di crescita, la frenata degli indici del Liv-ex è ormai da considerarsi strutturale, e a fine aprile la china è ancora negativa. Come emerge dall’analisi WineNews, il Liv-ex 100 perde lo 0,5% ad aprile e l’1,3% da inizio anno, il Liv-ex 1000 segna il -1% ad aprile ed il -2,5% da inizio anno, mentre i Bordeaux 500 ha perso lo 0,4% ad aprile e lo 0,7% da inizio anno. Fa peggio il Burgundy 150 che, dopo aver guadagnato l’83,5% negli ultimi 5 anni, segna il -1,5% ad aprile ed il -3% da inizio anno. Praticamente identico l’andamento dello Champagne 50, che dopo il +83,2% dell’ultimo quinquennio ha perso il -1,4% ad aprile e addirittura il -7,1% da inizio anno. Infine, l’Italy 100, che, come tutti gli altri indici, ha vissuto un periodo d’oro a cavallo tra il 2021 ed il 2022, rallentando fino al -0,9% ad aprile ed al -1,5% da inizio 2023. Ovviamente, anche all’interno di una cornice tutt’altro che positiva, ci sono etichette capaci di regalare performance importanti. Tra i vini quotati sul Liv-ex 1000, da inizio 2023 a segnare la crescita maggiore sono stati l’Hermitage 2019 di Domaine Jean Louis Chave (+67,3%), Le Pavillon 2011 di M. Chapoutier (+61,1%), il Flaccianello delle Pieve 2011 di Fontodi (+39%), Chateau Pape Clement 2017 (+38,5%) e Chateau Palmer 2013 (+28,7%).
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Cronaca
L’Alta Langa cresce ancora
Spumante storico del Piemonte, nei suoi 3 milioni di bottiglie prodotte dalla vendemmia 2022 (con vendite a +67% sul 2021, ed una quota export del 10%, destinata a crescere), l’Alta Langa Docg custodisce un’importante eredità: quella di essere il primo Metodo Classico prodotto in Italia, fin da metà Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee” di Canelli, Patrimonio Unesco con le Langhe, Roero e Monferrato. Territorio che oggi si è raccontato, anche nel calice, ne “La Prima dell’Alta Langa 2023”, nella Reggia di Venaria Reale.
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Wine & Food
Il Prosecco Doc e Treviso con Ryanair, per portare il mondo nella “Land of Prosecco”
Se il turismo internazionale è tornato a muoversi come, se non di più, che nell’era pre-Covid, ed il Prosecco Doc è il vino italiano più esportato nel mondo, è quasi naturale pensare che Treviso, che ne è “capitale” di fatto, ed il territorio circostante, possano diventare una delle mete turistiche più gettonate d’Italia. Scopo della partnership, che si rinnova, tra Comune di Treviso, Consorzio del Prosecco Doc e Ryanair, compagnia aerea n. 1 in Europa, che, dopo la campagna partita nel 2021, hanno messo insieme le forze per il 2023, con due obiettivi: aumentare “l’awareness” di Treviso e della provincia e posizionarla tra le mete preferite per l’autunno-inverno attraverso campagne social e via mail, e contenuti permanenti integrati nel sito di Ryanair, visitato ogni giorno da milioni “viaggiatori in cerca di meta”. Con il claim “Treviso Land of Prosecco”.
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Consorzio Vini di Romagna
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Fieramente
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I “patriarchi” della vite, tra storia e futuro, qualità e genetica, secondo Feudi di San Gregorio
Dalla “The Old Vines Conference”, a Sorbo Serpico, in Irpinia, le riflessioni di imprenditori, agronomi, ricercatori e Master of Wine. Il valore di un patrimonio plurisecolare da tutelare secondo Antonio Capaldo, vertice della cantina irpina, Attilio Scienza (Università di Milano), Pierpaolo Sirch (direttore produzione Feudi di San Gregorio), Sarah Abbott (Master of Wine) e Viviana Malafarina (Basilisco).
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