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WineNews
N. 3.526 - ore 17:00 - Giovedì 13 Ottobre 2022 - Tiratura: 31.127 enonauti,
opinion leader e professionisti del vino
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La News
A scuola per diventare “ampelonauti” 
Il primo livello inizia con il fornire le basi del monitoraggio per poi esplorare la tecnica utile a determinare le caratteristiche e la sanità delle uve; il secondo si sofferma sull’efficienza del metodo in termini di tempo e risorse, per una gestione snella del settore produttivo; il terzo livello, infine, si concentra sul collegamento tra vigneto, uva e vino per valutarli dal punto di vista produttivo e qualitativo: ecco i tre step di Academy 4Grapes, il Corso di alta formazione vitivinicola, di Perleuve, società dell’agronomo Giovanni Bigot, creatore dell’“Indice Bigot”, per diventare “ampelonauti” (inizio il 7 novembre).
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
I giovani amano il vino, e cercano di saperne di più. Qualità e territorio al top per sceglierlo
Ai più giovani il vino piace, ma non ne sanno troppo, pur considerandolo più di una semplice bevanda, anzi: per quasi tutti è simbolo di eccellenza e di cultura. Caratteristiche organolettiche e territorio sono i primi elementi di scelta, mentre, smentendo tanti studi, estetica e notorietà sono alle ultime posizioni. È la sintesi estrema che emerge dall’indagine “Annata 2.0: il vino per i nativi digitali” by Swg per Carrefour, in “Milano Wine Week 2022”, di cui la catena francese di supermercati è main partner. Secondo i dati, i giovani apprezzano particolarmente il vino, che non ha rivali per i Millenials (88%) e che, tra gli alcolici, è secondo soltanto alla birra per la Gen Z (60%). Tuttavia, entrambe le generazioni - il 40% dei Millenials e il 44% della Gen Z - dichiarano di non essere particolarmente informate. Il vino, come detto, mantiene anche tra i giovanissimi il suo prestigio, confermandosi molto più di una semplice bevanda: oltre l’80% di Millenials e Generazione Z lo reputa un’eccellenza italiana e l’87% sottolinea come racchiuda in sé storia, cultura e tradizione. Questo fa sì che, quando si parla di vino, ben il 60% della Gen Z e il 67% dei Millenials sono più interessati a consumarlo con consapevolezza e ad acquistarlo prestando attenzione - in primis - a caratteristiche organolettiche, al legame con il territorio dove viene prodotto e alla tradizione che incarna. Se la maggior parte dei giovani sceglie il supermercato, il 37% della Gen Z e il 53% dei Millenials acquistano direttamente dai produttori vinicoli. Ma a stupire maggiormente per la Gen Z, i cosiddetti “nativi digitali”, è il dato relativo all’online: solo il 18%, infatti, acquista vino su Internet. “La voglia di un ritorno alle radici da parte delle nuove generazioni è visibile non solo nella scelta del vino - ha detto Antonio Capaldo, alla guida di Feudi di San Gregorio, tra i gruppi di riferimento del vino italiano, sul palco insieme a Marianna Velenosi, ai vertici della cantina di famiglia, tra i riferimenti del vino delle Marche, e con Lorenzo Cafissi, Responsabile Vino Carrefour Italia - ma anche in altre scelte di consumo, dai viaggi all’abbigliamento. Ciò che registriamo è che i giovani chiedono sempre più ai produttori di vino un impegno verso il territorio che passa necessariamente attraverso la sostenibilità a 360 gradi”.
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Ue, niente aiuti straordinari al vino
Nonostante le tante criticità evidenti, e le richieste di aiuto delle rappresentanze della filiera del vino di Paesi leader come Italia, Francia e Italia, dall’Ue, per il momento, non sembrano alle viste misure straordinarie per il settore. Secondo il magazine francese “Vitisphere”, “nei corridoi della Commissione Europea, le misure di aiuto richieste dall’industria vinicola europea a fronte dell’inflazione sono ben lungi dall’essere considerate necessarie. Mentre il settore chiede una compensazione per l’aumento dei costi energetici e il rilancio degli strumenti mobilitati durante il Covid (distillazione di crisi, aiuti allo stoccaggio, tassi di aiuto agevolati ...), un funzionario europeo ha spiegato a Vitisphere - scrive la testata francese - che per il momento non è prevista l’attuazione di ulteriori misure eccezionali a sostegno specifico del settore vinicolo” ...
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Focus
Il top di “Vini d’Italia 2023” del Gambero Rosso
Il gruppo Terra Moretti (Bellavista, Petra e Tenute Sella & Mosca), Santa Margherita (Lamole di Lamole, Ca’ del Bosco e Kettmeir), il gruppo Domini di Castellare (dell’editore del Gambero Rosso, Paolo Panerai, con Castellare di Castellina, Rocca di Frassinello e Feudi del Pisciotto) e il Gruppo ColleMassari di Claudio Tipa (ColleMassari, Grattamacco e Poggio di Sotto): ecco le aziende ed i gruppi del vino capaci di mettere insieme il maggior numero di “Tre Bicchieri”, tre, il massimo riconoscimento della guida “Vini d’Italia 2023” del Gambero Rosso, considerata la più importante sul mercato, e storica, che sarà presentata il 15 ottobre a Roma (Palazzo dei Congressi), dove saranno in degustazione libera tutti i “Tre Bicchieri” (la lista in approfondimento). Tra le Regioni, guida la Toscana, con ben 98 etichette premiate con i “Tre Bicchieri”, davanti a Piemonte (76) e Veneto (43). Con 27 vini, invece, è il Barolo la denominazione più premiata, seguita dal Chianti Classico a quota 22, Verdicchio (Matelica e Castelli di Jesi) con 16, Brunello di Montalcino con 15, dall’Amarone e dall’Etna (nelle tipologie rosso e bianco) con 13, dal Barbaresco e dal Franciacorta con 11, dal Trentodoc, dal Montepulciano d’Abruzzo e dal Primitivo di Manduria con 7, dal Bolgheri e dal Nobile di Montepulciano, con 6.
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Cronaca
A Bottura e Nonino il “Premio America”
L’arte della cucina e quella del buon bere sono icone di uno dei legami storici tra Italia e Stati Uniti. Rappresentati anche nel “Premio America” n. 12, ideato dalla Fondazione Italia Usa. E non a caso, tra i premiati di quest’ultima edizione, alla Camera dei Deputati, c’erano anche Massimo Bottura, chef italiano tre stelle Michelin, con la sua Osteria Francescana di Modena, ed amatissimo anche in Usa, e Francesca Bardelli Nonino, “l’influencer della Grappa”, e rappresentate della sesta generazione della famiglia Nonino, che ha cambiato la storia della grappa italiana.
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Wine & Food
La biodiversità animale a rischio. Il Wwf ai leader mondiali: “serve un accordo in stile Parigi”
La biodiversità animale è a rischio e l’uomo ha le sue responsabilità. Dal 1970 le popolazioni di mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci in tutto il mondo hanno subito un calo medio devastante: quelle di fauna selvatica monitorate dal “Living Planet Report” (Lpr) 2022, il rapporto biennale sulla salute del pianeta che il Wwf lancia oggi a livello globale, sono diminuite in media del 69%. Il report evidenzia le “drammatiche prospettive dello stato di salute della natura e lancia un appello urgente ai governi, alle imprese e all’opinione pubblica: serve subito un’azione di trasformazione, un patto come quello di Parigi sul clima, per invertire, la drammatica perdita di biodiversità che, insieme all’emergenza del cambiamento climatico indotto dall’uomo, minaccia il benessere delle generazioni attuali e future”. 
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WineNews.tv
Il Trentodoc tra crescita sui mercati, cambiamento climatico, sostenibilità e consumatori
Il presidente dell’Istituto Trentodoc, Enrico Zanoni: “dopo i lockdown la crescita del 2021 era attesa, ma certo non così imponente. È un trend positivo che il territorio vive da dieci anni. Il Trentodoc ha nella montagna la sua cifra ed il suo vantaggio competitivo, che ci permette di affrontare meglio la sfida del riscaldamento globale, ma non basta l’altura. Siamo una piccola denominazione, 12 milioni di bottiglie, dobbiamo crescere nell’ottica della qualità, non dei volumi, in modo saggio ed equilibrato”.
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