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N. 3.861 - ore 17:00 - Mercoledì 27 Dicembre 2023 - Tiratura: 31.212 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Che anche per lo Champagne il 2023 sarebbe stato un anno in difesa, dopo un 2022 da record, la filiera se lo aspettava, con una previsione, a metà anno, di 314 milioni di bottiglie spedite sul mercato, in Francia e nel mondo, in calo sui 325 milioni di bottiglie vendute nel 2022 (per un valore record di 6 miliardi di euro, ndr), e ben lontano dai dati 2007, miglior annata di sempre (338,8 milioni di bottiglie). Ma le cose sono andate ancora peggio: secondo le stime preliminari del Comité Champagne anticipate da “Le Figarò”, il bilancio delle spedizioni dovrebbe chiudersi tra i 300 ed i 305 milioni di bottiglie, con un calo tra il -6% ed il -7,5% … | |
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| | Modifica dei disciplinari di produzione delle Doc, inserendo i vitigni resistenti - dopo una modifica al Testo Unico che non ne permette l’uso - e regole per la sostenibilità finalizzate ad ottenere una certificazione dallo Stato. Ecco le azioni urgenti necessarie per adeguare i vini alle nuove esigenze legate al cambiamento climatico, alla sostenibilità e ai nuovi profili organolettici richiesti dal mercato, delineate da Attilio Scienza - tra i massimi esperti di viticoltura e docente dell’Università di Milano - nella veste di presidente del Comitato Vini Doc, nel suo intervento al convegno, organizzato da Uva Sapiens, società di consulenza nel settore vitivinicolo (“Il vino che verrà. Contaminazioni multidisciplinari per un’evoluzione necessaria”). La reputazione di un vino parte da una condizione necessaria: la vocazione alla viticoltura del territorio di produzione, o almeno così dovrebbe essere. In passato, ha spiegato Scienza, un vino non era famoso per le sue caratteristiche organolettiche interessanti, ma per la possibilità di essere venduto. Non a caso le grandi denominazioni nascono dove ci sono strade e porti, non per la bontà del suolo, del clima o per la capacità del produttore. “Oggi una Doc è mito o realtà ? Da qui dobbiamo partire per capire cosa significa oggi la vocazione. La qualità - ha sottolineato Scienza - si può fare dappertutto, è diventato un prerequisito. L’eccellenza, che vuol dire “spingere fuori”, è a latere della qualità data dal terroir e si sostanzia nei valori etici ed estetici, nel valore/onestà di chi produce e nella capacità di capirlo da parte di chi consuma. Questo rappresenta il salto di qualità che dobbiamo dare ai contenuti di un terroir. Le strategie per tornare ai valori originari della vocazione del terroir sono l’autenticità, intesa come capacità di interpretare il territorio con un vino, e non è facile per nessuno. In passato i terroir avevano un solo vino e così dovrebbe tornare ad essere: fare un solo vino e farlo bene. Oggi ci sono Doc in cui si fanno 10-20 vini: solo uno è autentico gli altri servono ad allargare l’offerta per coprire tutte le occasioni di consumo. Più debole è una denominazione, più vini contempla. La parola che definisce il valore di un terroir è “verità” (continua in approfondimento)” ... | |
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| | Dehors e tavolini all’aperto, per bar e ristoranti arrivano buone notizie con l’ok alla proroga. Accelerata nel periodo di riapertura del post-Covid, e in grado di dare una mano ai locali il cui giro d’affari si era inevitabilmente ridotto nella finestra temporale della pandemia, la stagione dell’occupazione del suolo pubblico non è ancora terminata. Fipe-Confcommercio esprime “soddisfazione per l’approvazione definitiva della norma contenuta nella Legge sulla Concorrenza che stabilisce la proroga fino al 31 dicembre 2024 del regime di semplificazione su dehors e tavolini all’aperto”. Una disposizione, questa, che permetterà ai titolari di pubblici esercizi di non richiedere l’autorizzazione paesaggistica e culturale per gli spazi esterni funzionali all’attività di somministrazione di alimenti e bevande (in approfondimento). | |
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| | | Vini di altissimo pregio, celebri o particolari, storici o capaci di raccontare una novità, tra quelli già in commercio o prodotti ex novo, ad hoc, in purezza o in blend, da due degli enologi più famosi al mondo, Riccardo Cotarella (che seguirà Italia e Spagna) e Michel Rolland (con focus sulla Francia), passando per esperti come esperti come Antonio Galloni, Antonio “Tony” Sasa, Jane Anson, Gilles de Chambure e Jacques Garcia, una cucina di pari livello firmata da chef pluristellati e celebrati come Yannik Alleno e Thomas Keller, e concerti, spettacoli e celebrazioni delle arti in alcuni dei palazzi storici e delle residenze più belle e prestigiose del mondo: è il progetto “Domus Artium Reserve”, club privato (di cui si diventa membri solo su invito) per coloro che amano il vino di alto pregio, e condividono la passione per le tradizioni artistiche e culturali che risalgono agli antichi etruschi e all’impero romano. I membri di questo esclusivo club, le cui attività partiranno da inizio 2024, possono godersi i concerti e gli eventi della “Domus Artium Reserve”, che viene lanciata con tre Clubhouse e Residenze della Reserve: lo Chateau du Champ de Bataille in Francia, Jacques Garcia Noto in Sicilia e il Palazzo Vilon a Palazzo Borghese a Roma. | |
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| | | Ed ora l’intelligenza artificiale permetterà di accedere al mercato dei fine wines, consentendo a tutti, anche ai neofiti, di “creare la propria collezione di fine wines”. Tanto promette eWibe, il live market dei vini pregiati, che lancia un “wine advisor virtuale” in grado di “creare un portafoglio di vini ottimizzato, diversificato e ad alto potenziale, prendendo in considerazione una serie di parametri forniti dall’utente come budget, regioni preferite, annate e formato delle bottiglie”. Grazie a dati “storici”, informazioni in tempo reale e non solo. | |
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| | Ha vissuto un primo momento di confronto alla Camera dei Deputati, in Commissione Agricoltura, la querelle “Montepulciano”, con un’audizione informale in cui, sostanzialmente, non ci sono stati passi avanti, ma ognuno ha ribadito il suo pensiero, con l’Abruzzo che vorrebbe in esclusiva l’utilizzo di Montepulciano, e per gli altri il sinonimo Cordisco, recentemente reintrodotto nel registro delle varietà di vite con decreto del Ministero dell’Agricoltura. In sostanza, Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Vini d’Abruzzo, ha ribadito la necessità di tutelare la denominazione Montepulciano d’Abruzzo, mentre Michele Bernetti, alla guida dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini, e Alessio di Majo (Di Majo Norante e delegato del Molise), hanno ribadito come il vitigno ed il suo nome siano patrimonio di tutti (in approfondimento). | |
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| | | Tra bilanci e previsioni, parlano i vertici di alcune delle cantine di riferimento del vino italiano, tra grandi gruppi, piccole griffe ed emergenti. Le parole di Federico Veronesi (Tenimenti Leone – Gruppo Signorvino), Francesco Zonin (Zonin1821), Rodolfo Maralli (Banfi) e Alessio Di Majo (Di Majo Norante), tra le realtà che fanno parte di Italia del Vino Consorzio, che unisce 25 cantine per 1,5 miliardi di euro di fatturato. | |
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